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LANCIO D'AGENZIA

MEDIASET – ITALIA 1 * “LE IENE” « ARBITRO DI CALCIO IN ATTIVITÀ DENUNCIA -IN ANONIMATO- PRESUNTE GRAVI ANOMALIE » (INTERVISTA ANCHE AL DESIGNATORE GIANLUCA ROCCHI)

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17.02 - martedì 23 gennaio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Proprio nei giorni in cui sono forti le polemiche per gli errori degli arbitri in campo e al Var, “Le Iene” raccolgono una testimonianza inedita: “Sono un arbitro di serie A attualmente in attività e voglio segnalare quelle che per me, e per altri arbitri, sono delle gravi anomalie del sistema arbitrale in Italia. Perché mi sono deciso a parlare? Per amore del gioco del calcio e perché credo ancora nei principi di lealtà sportiva, ma anche perché questa situazione è diventata insostenibile e sta condizionando le carriere di molti arbitri, attraverso un sistema di valutazione del loro operato che presenta molte anomalie”.

A parlare, in esclusiva e per la prima volta nella storia del calcio italiano, un arbitro di serie A, che ha scelto i microfoni de “Le Iene” per denunciare quelle che per lui sarebbero delle gravi anomalie nel sistema arbitrale in Italia. Lo fa rilasciando un’intervista a Filippo Roma in cui, dopo aver spiegato i motivi per cui sceglie di mantenere l’anonimato, essendo ancora in attività e temendo ripercussioni per la propria carriera, affronta una serie di criticità del mondo degli arbitri in Italia. A partire dagli errori commessi, secondo lui, dai colleghi in campo e non sempre corretti dagli arbitri al Var.

Per continuare con la scelta delle immagini che vengono mostrate al pubblico per giustificare alcune decisioni prese dal Var. Infine, racconta come, secondo lui, almeno cinque tra arbitri e assistenti starebbero ricorrendo alle vie legali contro l’Aia (l’associazione arbitri italiani) e la Can (la commissione arbitri nazionali). Il servizio andrà in onda stasera, martedì 23 gennaio, in prima serata, su Italia 1. Nel video anche l’intervista al designatore degli arbitri Gianluca Rocchi e le critiche sull’operato degli arbitri da parte di noti giornalisti sportivi, come Fabio Caressa e Ivan Zazzaroni.

 

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Questo il dialogo tra l’arbitro e l’inviato:

 

Inviato: Perché vuoi parlare in forma anonima?
Arbitro: “Perché sono ancora in attività e certamente ci sarebbero ripercussioni negative nei miei confronti da parte dei vertici dell’Associazione italiana arbitri, che danneggerebbero pesantemente la mia carriera. Quest’anno ci sono stati tantissimi errori degli arbitri in campo e al Var che sono davvero inspiegabili, soprattutto per noi che siamo degli addetti ai lavori. Se hai delle immagini chiare davanti agli occhi e hai la possibilità di rivedere l’episodio con tante telecamere a disposizione come fai a non accorgerti dell’errore commesso dall’arbitro in campo? Per esempio, è il caso del rigore negato al Bologna in Juventus-Bologna, o del fallo di mano di Pulisic prima del suo gol in Genoa-Milan, o del recente fallo di Bastoni su Duda in Inter-Verona, poco prima che l’azione proseguisse e si arrivasse al tanto contestato gol dell’Inter. In tutti questi casi, inspiegabilmente, non ha sbagliato solo l’arbitro in campo, ma anche il Var che, nonostante immagini chiare, ha deciso di perseverare nell’errore commesso.”.

Inviato: Esiste davvero una lotta intestina tra due fazioni di arbitri che si sfideranno alle prossime elezioni di categoria tra qualche mese e che condiziona in qualche modo il loro lavoro in campo e al Var?
Arbitro: “Questa situazione è diventata insostenibile e sta condizionando le carriere di molti di noi. Da come viene valutato un arbitro dipende il fatto che questo continui ad arbitrare o meno. Se le valutazioni dipendono da dinamiche, diciamo politiche, allora in questo modo c’è il rischio che si falsino i campionati. Molti di noi hanno la forte sensazione che non sempre i voti, le valutazioni e le eventuali retrocessioni o dismissioni a fine anno dipendano esclusivamente dalle nostre prestazioni durante le partite. Ogni volta che un arbitro viene chiamato al Var può essere penalizzato nel voto che riceve dagli osservatori a fine partita, e se chi valuta gli arbitri sbaglia nella valutazione, siamo poi sicuri che fanno carriera solo e sempre i più bravi e che vengono retrocessi i più scarsi? Voglio segnalare quelle che per me e per altri arbitri sono delle gravi anomalie del sistema arbitrale in Italia e che, secondo noi, condizionano il buon andamento dei campionati di calcio di serie A e di serie B. Ci sono tante cose che non vanno come dovrebbero, alcune riguardano decisioni prese in campo e in sala Var durante le partite, altre riguardano l’andamento della carriera di noi arbitri. Non sempre quello che viene deciso in campo e l’intervento del Var durante le partite segue un criterio omogeneo. A volte il Var interviene per correggere una decisione, a volte non interviene, anche quando gli episodi sono molto molto simili, quasi identici, tra loro. Per esempio: il rigore non assegnato al Milan in Milan-Roma, in cui il Var non interviene e il rigore dato all’Inter in Inter-Lazio, lì invece l’intervento del Var c’è stato. Ma non solo: a volte la scelta delle immagini per giustificare una decisione presa non convince neanche noi addetti ai lavori. Poi si ha la sensazione che alcuni arbitri siano protetti e tutelati, sia nel voto che prendono a fine partita, sia nella spiegazione che dà la Can, la commissione arbitri nazionali, di alcuni episodi controversi. Perché succede una cosa del genere? Come mai alcuni vengono chiamati e alcuni no? Cambia qualcosa nei voti che prendono e nella loro classifica di fine anno? Non parliamo di complotto e non c’entrano le squadre, parliamo di questione arbitrale. Ci sono arbitri più protetti e meno chiamati al Var.”.

Inviato: Parli a titolo personale?
Arbitro: “Non solo, visto che ci sono tanti arbitri e assistenti che la pensano come me e, attualmente, ci sono almeno cinque, tra arbitri e assistenti di serie A e B, che stanno ricorrendo alle vie legali per denunciare l’Associazione Italiana Arbitri per quelle che riteniamo gravi irregolarità. Per esempio, c’è chi sbaglia e continua ad arbitrare il turno dopo come niente fosse. C’è chi invece viene fermato, che è l’unica vera punizione che colpisce l’arbitro dal punto di vista economico, ma anche della carriera. In alcuni casi, secondo il regolamento, bisognerebbe intervenire e chi è al Var non interviene, questo va comunque a inficiare sia il risultato di una gara in campo e chiaramente nel lungo termine, condiziona anche l’andamento dei campionati di calcio. Quando a sbagliare è il Var, anche lui poi dovrebbe essere penalizzato, ma non sempre succede. Vi faccio qualche esempio: Valeri, il Var di Salernitana-Bologna ha commesso a mio parere diversi gravi errori, ma basta citarne uno su tutti. Al quarantunesimo del primo tempo c’è un intervento molto pericoloso del calciatore della Salernitana Dia che rifila un calcione con violenza al giocatore del Bologna Salmerkers. Questo è un chiaro fallo da espulsione, su cui l’arbitro in campo ha deciso diversamente. Qui il Var avrebbe dovuto richiamare l’arbitro a rivedere l’episodio e l’arbitro avrebbe dovuto espellere Dia. In questo, come in altri casi della stessa partita, tutti falli gravi e pericolosi che meritavano l’espulsione, il Var avrebbe dovuto richiamare l’arbitro al monitor a bordo campo per fargli prendere la decisione corretta.”.

Inviato: Il Var dopo questa partita è stato fermato?
Arbitro: “No, assolutamente no, hanno continuato a designarlo per le partite successive come se nulla di grave fosse successo.”.Inviato: Altri esempi?
Arbitro: “Juventus-Verona: in queste immagini si vede che c’è una chiara manata di Gatti, difensore della Juventus, nei confronti di Djuric, attaccante del Verona. In questo caso si configura una condotta violenta che comporta l’espulsione del difendente. Qui il Var non è intervenuto, da protocollo sarebbe dovuto intervenire e far rivedere l’episodio all’arbitro e far chiaramente sanzionare il calciatore della Juventus Gatti con il provvedimento di espulsione.”.

Inviato: E, anche in questo caso, come mai il Var non interviene di fronte a un episodio così plateale?
Arbitro: “Anche qui non si capisce quale sia il criterio in base al quale non sia intervenuto il Var, perché le immagini sono chiare. Non me lo spiego. Sempre nella stessa gara si verifica un’altra situazione al cinquantunesimo minuto, dove c’è una rete annullata alla Juventus. Il Var decide di intervenire perché è valutato come scorretto l’intervento che opera Kean, l’attaccante della Juventus, nei confronti di Faraoni, difensore del Verona. In questo caso l’arbitro fa una sua valutazione in campo, così come il quarto uomo, e decidono per un normale contatto di gioco. Quindi decidono che l’azione è regolare e il gol viene convalidato. Qual è il criterio per cui in questo caso interviene il Var? E nel caso precedente, in cui c’è una vera e propria condotta violenta da parte di Gatti nei confronti del difensore del Verona, il Var non è intervenuto?”.

Inviato: E come mai?
Arbitro: “Non si capisce. È abbastanza clamoroso. Le immagini sono chiare. Qui una leggera manata e c’è l’intervento del Var, nel caso precedente una vera e propria condotta violenta, uno schiaffo in pieno volto e non c’è l’intervento.”.

Inviato: Può essere che il Var non abbia visto le immagini dello schiaffo?
Arbitro: “È impossibile che non l’abbia vista. C’è un terzo episodio, sempre in Juventus-Verona: c’è un fallo di mano col braccio largo e aperto da parte del difensore della Juventus che l’arbitro in campo valuta come non punibile. In questo caso c’è chiaramente un controllo del Var, ma non interviene. Dalle immagini si evidenzia che ci sia un chiaro tocco con il braccio largo aperto del difendente; quindi, aumenta il volume del proprio corpo e crea uno ostacolo al passaggio del pallone. Questa è l’immagine, quindi il braccio largo e innaturale, movimento verso il pallone. In questo caso il Var decide di non intervenire.”.

Inviato: Quindi le regole del Var sono certe, ma non si capisce perché a volte interviene e altre no?
Arbitro: “Esatto. Le regole sono certe, ma l’intervento del Var non segue delle logiche definite. Torino-Frosinone, Coppa Italia. Si verifica una situazione per cui viene concesso inizialmente un calcio di rigore a favore del Torino, ma, successivamente, a seguito dell’intervento da parte del Var, questo calcio di rigore viene revocato. Anche qui le immagini parlano chiaro. C’è un elemento oggettivo per revocare la decisione presa in campo del calcio di rigore? No, in quanto c’è un elemento oggettivo che dice esattamente il contrario, cioè un calcio da parte del difensore che prende solo l’attaccante, prende solo il collo del piede, il collo della gamba dell’attaccante, non prende mai il pallone, il pallone viene spostato in maniera chiara da parte dell’attaccante che poi cade a terra a seguito del colpo ricevuto dal difendente. In questo caso il Var non avrebbe mai dovuto effettuare l’intervento e doveva chiaramente astenersi, ma ha costretto l’arbitro ad andare al monitor, a rivedere le immagini e l’ha indotto a revocare la decisione presa correttamente in campo.”.

Inviato: Quindi stai dicendo che il Var non è intervenuto quando doveva intervenire e invece è intervenuto quando non doveva intervenire?
Arbitro: “Esatto, è proprio così.”.

Inviato: Ma dopo questa partita è stato fermato?
Arbitro: “Assolutamente no. Perché? Giudizio del designatore.”.

Inviato: Tu lo comprendi questo giudizio?
Arbitro: “Io non lo comprendo, molti di noi non lo comprendono, ma non solo: a volte la scelta delle immagini per giustificare una decisione presa non convince neanche noi addetti ai lavori.”.

Inviato: E sulle immagini che vengono mostrate alla gente a casa per motivare alcune decisioni prese dal Var?
Arbitro: “Un caso recente che ha a che fare con i criteri di scelta delle immagini al Var è quello di Juve-Roma. In questo caso per capire se il giocatore della Juve che realizza la rete è in fuori gioco oppure no, il Var ha scelto il frame del primo momento in cui il piede di Vlaovic tocca il pallone. È in questo istante che viene tracciata la linea per capire se il giocatore juventino sia in posizione regolare o meno. Dopo il primo contatto con il pallone però, se fate attenzione, la gamba di Vlaovic compie un movimento, è solo in questa posizione finale che il pallone si stacca dal suo piede. E, badate bene, che in questo spazio temporale che intercorre dal primo contatto a quando vediamo che la palla si stacca dal piede cambia tutto lo scenario per la determinazione geografica del fuorigioco. E quindi ci chiediamo: come mai è stato scelto il frame che il Var che ha mostrato in tv, piuttosto che il primo frame che a rigor di logica sembrerebbe quello corretto? Molti di noi ancora oggi si chiedono quale fosse il frame corretto da utilizzare per determinare il fuorigioco e nessuno della commissione arbitri ce l’ha ancora spiegato. In questa stagione sportiva, il caso più clamoroso a mio parere è quello che è avvenuto in Sassuolo-Lazio, dove si verifica una situazione per cui l’assistente arbitrale in campo valuta che il portiere abbia preso il pallone con le mani al di fuori dell’area di rigore e quindi in questo caso il regolamento parla chiaro: espulsione per il portiere ma in questo caso l’assistente è stato smentito dal Var. In che senso? Il Var ha mandato delle immagini secondo le quali il portiere della Lazio avrebbe in realtà preso il pallone con le mani sulla linea dell’area di rigore delimitante l’area di rigore. L’azione del portiere era regolare. In questo caso l’espulsione è stata revocata. Le immagini che sono state mandate dal Var al pubblico erano chiaramente a sostegno della decisione presa dal Var. Ma in realtà ci sono altre immagini dove si può chiaramente verificare che il pallone che è stato toccato dal portiere in un primo momento, evidentemente è stato toccato al di fuori dell’area di rigore. Quindi bisogna capire qual è il frame corretto. Quello che non è stato mandato dal Var o quello che è stato mandato dal Var in onda?”.

Inviato: In questo caso l’assistente che voto ha avuto?
Arbitro: “In questo caso c’era a visionarlo un componente della commissione e in questo caso ha avuto un voto molto basso, molto penalizzante. Quando invece doveva essere premiato con un voto molto alto perché aveva indovinato una decisione molto difficile da prendere. Ci sono i casi in cui l’arbitro fa la cosa giusta e il Var lo corregge sbagliando, ma poi il designatore difende il Var e penalizza l’arbitro o l’assistente.

Inviato: E questo perché succede?
Arbitro: “Questo dovreste chiederlo al designatore, alla commissione che gestisce. Ma il caso vuole che tutte le persone che si sentono penalizzate non vengano ritenute vicine allo schieramento che sostiene la prossima probabile candidatura di un certo gruppo del mondo arbitrale e che adesso occupa i ruoli di vertice. Il problema è che se ci sono arbitri che non sbagliano e vengono sanzionati e arbitri che sbagliano e sono protetti e vengono salvati questa cosa chiaramente non funziona.”.

 

Le parole dell’arbitro sono un importante riscontro delle critiche e delle ipotesi mosse anche da parte di Fabio Caressa, che ultimamente è intervenuto su diversi episodi arbitrali soffermandosi su alcune discordanze nell’utilizzo del Var da parte degli arbitri quest’anno in Serie A (ndr. “In questo momento la situazione è disperata, molto influiscono delle lotte interne, probabilmente due fazioni all’interno che non si amano. Sicuramente questo ha portato tensione, più paura, più sospetto. Sono tutti terrorizzati, quindi il Var magari non chiama l’arbitro perché lo vuole aiutare. Perché se lo chiama sa che gli fa fare una figuraccia.”.), e da parte di Ivan Zazzaroni che ai microfoni della trasmissione ha commentato: “Io credo anche che ci sia molta confusione. La confusione nasce dal fatto che il mondo arbitrale è un mondo di concorrenze interne, di carriere, di gerarchie naturalmente. Poi, gli arbitri sono particolarmente permalosi.”. Ma il designatore degli arbitri Gianluca Rocchi ha difeso a spada tratta il lavoro dei suoi uomini durante la conferenza stampa della scorsa settimana a Coverciano: (ndr. “Io francamente non credo di aver mancato di rispetto né io né miei ragazzi a nessuno. Soprattutto se sbagliamo una cosa un minuto prima un minuto dopo ti concediamo un rigore che sbagli tu, non io…il rigore l’hanno sbagliato loro non io…”).

Su questo intervento Zazzaroni si è espresso così con l’inviato de Le Iene: “Rocchi ha aggredito per difendersi e per difendere anche degli errori del suo team. Non vorrei più sentir dire «ma anche il calciatore sbaglia rigore». Un arbitro può danneggiare una partita, il calciatore che sbaglia il rigore danneggia sé stesso e la sua squadra. Una delle mie battaglie è una tutela maggiore nei confronti degli allenatori. Gli allenatori sono quelli che perdono il posto. Quindi direi una maggiore tolleranza e capisco anche dove vogliamo arrivare se vogliamo arrivare a Mourinho. Nessuna preoccupazione. L’hanno fatto fuori, quindi non c’è problema. Si sono tolti un peso. La grande novità, secondo me, è proprio il fatto che quest’anno è il Var che sbaglia più dell’arbitro in campo. Quindi la vera novità, quella che lascia sconsolati, è che il supporto tecnologico viene utilizzato male, cioè finché l’uomo sbaglia, ok, ma se sbaglia quello che sta davanti al Var sinceramente siamo veramente al paradosso.”.

Per trovare delle risposte alle tante domande e dubbi sorti dopo le clamorose rivelazioni dell’arbitro interpellato, Filippo Roma intercetta Gianluca Rocchi prima della partenza per Riyadh per assistere alla finale della Supercoppa italiana tra Inter e Napoli giocata ieri sera.

 

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Intervista al designatore degli arbitri Gianluca Rocchi.

 

 

Inviato: Siamo qui perché c’è tutto il mondo del calcio in subbuglio su questo Var, il Var a volte interviene, a volte no. Anche a fronte di episodi simili, a volte vengono scelte delle immagini e altre no. Ma che sta succedendo?
Rocchi: “Mah, niente, guarda, stiamo cercando di spiegare e fare del nostro meglio.”.

Inviato: Ma per maggior trasparenza non si potrebbe fare come in Spagna che alla fine delle partite vengono subito mandate in onda le conversazioni della sala Var?
Rocchi: “Vediamo, non lo so, vediamo.”.

Inviato: Ci ha contattato un arbitro di serie A che ci ha detto che effettivamente anche dall’interno sembra che ci sia qualche scricchiolio, soprattutto nei metodi di valutazione, per cui certi arbitri che magari non fanno grandissime prestazioni vengono premiati e altri che invece in qualche modo fanno ottime prestazioni vengono penalizzati a seconda di certe dinamiche.
Rocchi: “Lavoriamo in una maniera soltanto per cui non abbiamo grandi problemi. Io sono trasparente con tutti su tutto.”.

Inviato: Ci fu anche quella storia dei voti truccati, no? Di Barone e Minnella.
Rocchi: “Guarda, io rispondo per le mie responsabilità.”.

Inviato: Non c’è il rischio che magari ci siano delle dinamiche interne che influiscono sui giudizi?
Rocchi: “Assolutamente no.”.

Inviato: …e sulla votazione degli arbitri?
Rocchi: “Su questo ti posso garantire, io vado dritto per la mia strada come ho sempre fatto.”.

Inviato: Perché ce lo ha detto proprio un arbitro di serie A che è in attività.
Rocchi: “Problema suo. Se ha delle prove ce la fa vedere. Nessun problema. Io, vi ripeto, lavoro sempre ed esclusivamente in una maniera soltanto. Possiamo avere più trasparenza Rocchi? Mah, più di così non so cosa dobbiamo fare, facciamo vedere tutto. Ammettiamo se sbagliamo, più di così, non sappiamo cosa fare.”

Inviato: Perché lei giustamente ha parlato l’altra volta di rispetto, no? Ma facciamo un esempio, che rispetto c’è per i tifosi del Verona che in Inter-Verona si sono visti…lei ha detto quella la frase “il rigore glielo hanno dato, ma loro hanno sbagliato”.
Rocchi: “Noi vorremmo una cosa soltanto, che venissimo valutati per l’errore, basta. Il rispetto sempre per tutti. Non devi pensare soltanto alla serie A. Pensa a un ragazzino che arbitra i giovanissimi, gli allievi, e che può avere un problema e che ha una ripercussione dalla Serie A, tutto qua.”.

Inviato: Però non è stato poco rispettoso verso i tifosi del Verona dire quella cosa: il rigore gli era stato dato, l’hanno sbagliato i giocatori.
Rocchi: “No, perché non ho detto assolutamente niente di particolare.”.

Inviato: Ci promette veramente una trasparenza definitiva su questo Var?
Rocchi: “Totale, ma io l’ho sempre fatto; quindi, non è che vi devo promettere quello che sto già facendo.”.

Inviato: Ma per maggior trasparenza non si potrebbe fare come in Spagna che alla fine delle partite vengono subito mandate in onda le conversazioni della sala Var. Non si può fare pure in Italia, proprio per una maggiore trasparenza, anziché aspettare una settimana?
Rocchi: “Vediamo, non lo so, vediamo.”.

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