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LANCIO D'AGENZIA

ISTAT * BENESSERE 2023 – “INDICATORI BES-T“: « TRENTINO AL TOP NELLA CLASSE ALTA E MEDIO-ALTA (67,2 %), BOLZANO AL 60,7% » (PDF REPORT)

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10.44 - domenica 24 dicembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Il Benessere equo e sostenibile è un concetto multidimensionale e, in quanto tale, per essere misurato richiede un ampio spettro di indicatori in grado di rappresentarne la complessità attraverso una lettura integrata. Dare conto dei divari è un elemento distintivo dell’analisi del Bes poiché il benessere non può definirsi tale se non è equamente distribuito.

Il sistema di indicatori Bes dei Territori (BesT) consente di estendere a livello sub-regionale un ampio set delle misure del Benessere equo e sostenibile (Bes), che dal 2013 l’Istat diffonde correntemente a livello nazionale e regionale, con l’obiettivo di valutare il progresso dei territori non soltanto dal punto di vista economico, ma anche sociale e ambientale. Agli indicatori in comune con il Bes si aggiungono, inoltre, ulteriori misure di benessere in grado di cogliere le specificità locali. Grazie a questo ricco patrimonio informativo è possibile delineare i profili di benessere dei territori e valutarne le posizioni nel contesto regionale, nazionale ed europeo. Nel presente report, dopo un primo sguardo d’insieme, si presentano i principali risultati delle analisi, svolte, dominio per dominio, per individuare i tratti caratterizzanti di ciascun territorio, i punti di forza e di debolezza, leggendoli anche alla luce delle dinamiche recenti.

 

IL QUADRO D’INSIEME

Un primo quadro di sintesi della distribuzione del benessere si può ottenere valutando la frequenza con cui ciascuna provincia occupa posizioni migliori o peggiori nell’ordinamento delle province italiane. Tali frequenze sono state misurate a partire dalle singole distribuzioni di 61 indicatori provinciali e considerando cinque classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta), che sono state definite, per ciascun indicatore, in modo da assegnare alla stessa classe le province con valori molto simili, e a classi diverse le province con valori molto diversi1. Con riferimento all’anno più recente disponibile (2020-2022), si può osservare che i posizionamenti delle province del Nord e del Centro nelle due classi più elevate sono molto più frequenti del Mezzogiorno (Figura 1.1). Le province del Nord ricadono, infatti, nelle classi di benessere alta e medio-alta nel 52,8 per cento dei casi e quelle del Centro nel 48,7, a fronte del 26,4 per cento complessivo del Sud e delle Isole. All’opposto, le province meridionali si collocano nelle classi bassa o medio-bassa nel 47,1 per cento dei casi, quelle del Nord e del Centro in poco meno del 27 per cento.

Frequenza e intensità dei vantaggi e delle penalizzazioni mettono in luce differenze, talora ampie, anche all’interno delle ripartizioni territoriali. Rispetto al complesso degli indicatori selezionati, le province del Nord-est, con il 56,1 per cento di posizionamenti nelle classi alta e medio-alta e solo il 25,2 per cento in quelle bassa e medio-bassa, confermano che i maggiori e più diffusi livelli di benessere relativo si concentrano in quest’area del Paese.

Anche nel 2019 le aree d’Italia caratterizzate da un alto livello di benessere relativo erano localizzate soprattutto nel Nord e nel Centro del Paese. Tra il pre e il post crisi pandemica, per il complesso delle province del Nord-est, del Nord-ovest e del Centro la frequenza dei posizionamenti nelle classi di benessere più elevate è rimasta pressoché invariata. I territori del Mezzogiorno, invece, hanno visto ridursi i loro già limitati vantaggi di ben 5 punti percentuali (i posizionamenti nelle due classi più elevate erano il 31,4 per cento) e, al tempo stesso, mantengono un’alta incidenza nelle posizioni di svantaggio (i posizionamenti nelle due classi più basse erano il 48,4 per cento).

 

LA POSIZIONE DEL TRENTINO-ALTO ADIGE/SÜDTIROL

Considerando le posizioni occupate dalle province autonome di Trento e di Bolzano nella distribuzione nazionale, il livello di benessere del Trentino-Alto Adige/Südtirol è relativamente più alto sia rispetto all’Italia sia al complesso dei territori del Nord-est (Tavola 1.1). Infatti, nell’ultimo anno di riferimento dei dati, il 63,9 per cento degli indicatori delle province autonome del Trentino-Alto Adige/Südtirol si colloca nelle due classi più elevate (a fronte del 56,1 per cento del Nord-est e del 42,7 per cento dell’Italia). Considerando soltanto la classe di benessere alta il risultato della regione (29,5 per cento) è in linea con quello raggiunto dalla ripartizione (+0,2 punti percentuali) e supera di molto quello nazionale (+10,2 punti). La frequenza dei posizionamenti nelle due classi più basse (14,0 per cento) è invece inferiore sia alla media di ripartizione (-11,2 punti percentuali) sia alla media nazionale (-19,9 punti).

 

Dall’analisi del quadro provinciale emerge il vantaggio della provincia autonoma di Trento, che registra una quota più elevata di indicatori nella classe alta e medio-alta (67,2 per cento) rispetto a quella di Bolzano (60,7 per cento) e una quota inferiore di indicatori nella classe bassa e medio-bassa (9,9 per cento) rispetto alla provincia altoatesina (18,1 per cento). Oltre un terzo delle misure della provincia autonoma di Trento ricadono nella classe più elevata a fronte di una percentuale inferiore a un quarto della provincia autonoma di Bolzano. I posizionamenti nella classe di benessere più bassa sono pari al 6,6 per cento delle misure in entrambi i territori, mentre quelli della classe medio-bassa sono l’11, 5 per cento a Bolzano e il 3,3 per cento a Trento.

Rispetto al 2019 il Trentino-Alto Adige/Südtirol ha accresciuto la frequenza dei posizionamenti nelle classi di benessere alta e medio-alta di 3,3 punti percentuali e ha ridotto della stessa misura quella nelle classi bassa e medio-bassa. La provincia autonoma di Bolzano ha avuto la crescita maggiore nella classe alta e medio-alta (+6,6 punti percentuali) mentre quella di Trento ha avuto la riduzione più consistente nella classe bassa e medio-bassa (-4,9 punti percentuali).

 

I PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA

All’interno di ciascun dominio i valori dei singoli indicatori caratterizzano e differenziano i profili di benessere, segnalando punti di forza e di debolezza delle province e della regione, che saranno analizzati nel dettaglio nella sezione seguente (sezione 2). Una sintesi delle componenti che incidono di più sul profilo di benessere del territorio può comunque essere ottenuta guardando alla distribuzione degli indicatori delle province autonome del Trentino-Alto Adige/Südtirol nel contesto nazionale per classe di benessere relativo e dominio (Figura 1.2).

In cinque domini su undici il Trentino-Alto Adige/Südtirol non presenta indicatori nelle classi di benessere bassa e medio-bassa: si tratta dei domini Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Relazioni sociali, Sicurezza, Ambiente, Innovazione, ricerca e creatività. Il dominio Lavoro e conciliazione dei tempi di vita è l’ambito nel quale il Trentino-Alto Adige/Südtirol e le sue province detengono i vantaggi più diffusi, con due terzi degli indicatori nella classe di benessere relativo alta e un terzo nella classe media. Nel dominio Ambiente due terzi degli indicatori si collocano nelle classi alta e medio-alta e un terzo nella classe media.

Anche per gli indicatori del dominio Salute le province del Trentino-Alto Adige/Südtirol riportano in prevalenza buoni risultati, con il 75,0 per cento delle misure nelle classi alta e medio-alta, il 16,7 nella classe media, l’8,3 nella classe medio-bassa e nessun posizionamento nella classe di coda.

Punti di debolezza emergono con frequenza maggiore nei domini Benessere economico, dove il 25,0 per cento degli indicatori provinciali è nella classe bassa e Politica e istituzioni, dove i posizionamenti nella

classe di coda sono il 20,0 per cento. Il Paesaggio e patrimonio culturale è il dominio con la maggiore incidenza di posizionamenti nelle classi bassa e medio bassa (83,3 per cento). A livello nazionale, tutti i tre gli indicatori considerati per misurare questo dominio si distribuiscono in maniera fortemente asimmetrica, con poche province su livelli molto elevati e a notevole distanza da tutte le altre. In posizione relativamente migliore nel contesto nazionale si trova Bolzano, che si colloca nella classe alta per la diffusione delle aziende agrituristiche.

 

Sintesi

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Si conclude, con la pubblicazione del report sul Trentino-Alto Adige/Südtirol, la collana regionale dei Report BesT , avviata quest’anno per la prima volta, che offre un’analisi integrata degli indicatori Bes dei Territori (BesT).
Il sistema di indicatori BesT, riferiti alle province e città metropolitane italiane, che l’Istat diffonde annualmente dal 2018, comprende un ampio set delle misure del Benessere equo e sostenibile (Bes) e le integra con ulteriori indicatori di benessere in grado di cogliere le specificità locali. Nell’edizione 2023 gli indicatori sono in totale 70, distribuiti in 11 dei 12 domini del Bes1.
Ciascun Report BesT presenta il profilo di benessere della regione e delle sue province sotto vari aspetti: la posizione nel contesto nazionale ed europeo, i punti di forza, gli svantaggi, le disparità territoriali, le evoluzioni recenti. Queste letture, proposte annualmente, si completano con alcuni indicatori sul territorio, la popolazione, l’economia.
I Report BesT sono disponibili alla pagina Il Bes dei Territori del sito web dell’Istat, dove è possibile accedere anche ai dati, ai metadati e agli strumenti di esplorazione e visualizzazione interattiva degli indicatori BesT. intesi dei principali risultati

 

Il Bes dei territori del Trentino-Alto Adige/Südtirol

Le province autonome di Trento e Bolzano hanno livelli di benessere relativo più alti sia rispetto all’Italia, sia al complesso dei territori del Nord-est. Classificando le province italiane in 5 classi di benessere relativo (bassa, medio-bassa, media, medio-alta e alta) sul complesso degli indicatori disponibili per l’ultimo anno di riferimento (2020-2022), il 29,5 per cento delle misure colloca le province del Trentino-Alto Adige/Südtirol nella classe di benessere più elevata; nel complesso il 63,9 per cento delle misure le assegna alle classi medio-alta e alta (la media delle province del Nord-est è rispettivamente 29,3 e 56,1 per cento).
I segnali di svantaggio sono meno frequenti. Il 14,0 per cento delle misure si concentra nella coda della distribuzione, ovvero nelle due classi di benessere relativo più basse tra le cinque considerate (la media delle province del Nord-est è 25,2 per cento).

 

I risultati migliori

Nell’ultimo anno i livelli di benessere relativo più elevati si osservano nella provincia autonoma di Trento che si distacca in positivo dalla provincia autonoma di Bolzano per la quota maggiore di indicatori nelle classi di benessere alta e medio-alta (67,2 per cento, 6,5 punti percentuali in più di Bolzano) e per la quota minore nelle classi di benessere bassa e medio-bassa (9,9 per cento, 8,2 punti percentuali in meno di Bolzano).
In cinque domini su undici il Trentino-Alto Adige/Südtirol non presenta indicatori nelle classi di benessere bassa e medio-bassa: si tratta dei domini Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Relazioni sociali, Sicurezza, Ambiente, Innovazione, ricerca e creatività. Il dominio Lavoro e conciliazione dei tempi di vita è l’ambito nel quale il Trentino-Alto Adige/Südtirol e le sue province detengono i vantaggi più diffusi, con due terzi degli indicatori nella classe di benessere relativo alta. Nel dominio Ambiente due terzi degli indicatori si collocano nelle classi alta e medio-alta. Anche per gli indicatori di Salute le province del Trentino-Alto Adige/Südtirol riportano in prevalenza buoni risultati: 75,0 per cento delle misure nelle classi alta e medio-alta, 8,3 nella classe medio-bassa, nessun posizionamento nella classe di coda.

 

I punti di debolezza

La provincia autonoma di Bolzano si trova in una posizione di lieve svantaggio relativo rispetto alla provincia
autonoma di Trento.
Punti di debolezza emergono con frequenza maggiore nel dominio Benessere economico, dove il 25,0 per cento degli indicatori provinciali è nella classe bassa e in Politica e istituzioni, dove i posizionamenti nella classe di coda sono il 20,0 per cento.

 

Le disuguaglianze territoriali

Nei domini Istruzione e formazione e Qualità dei servizi alcuni indicatori evidenziano ampi divari tra le
due province autonome.
Nel dominio Qualità dei servizi i divari maggiori fra le province autonome riguardano la copertura della rete fissa di accesso ultra veloce a Internet, che in quella di Trento supera la media nazionale e raggiunge una quota di famiglie (66,7 per cento) tripla rispetto a Bolzano (22,2 per cento).
Invece, la distanza tra le province autonome è minima per gli indicatori dei domini Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Benessere economico e Innovazione, ricerca, creatività.

 

Il Trentino-Alto Adige/Südtirol tra le regioni Europee

Le province autonome di Bolzano e di Trento si collocano tra le regioni europee con i risultati migliori per sei dei nove indicatori BesT disponibili per il confronto:

• Speranza di vita alla nascita nel dominio Salute (9° per Bolzano e 4° posto per Trento su 234
regioni, anno 2021);

• Mortalità infantile nel dominio Salute (23° posto a pari merito su 234 regioni, anno 2021);

• Giovani che non lavorano e non studiano (NEET) nel dominio Istruzione e formazione (98° per Bolzano e 130° posto per Trento su 228 regioni, anno 2022);

• Partecipazione alla formazione continua nel dominio Istruzione e formazione (53° posto per Bolzano e 62° posto per Trento su 233 regioni, anno 2022);

• Tasso di occupazione (20-64 anni) nel dominio Lavoro e conciliazione dei tempi di vita (72° per Bolzano e 141° posto per Trento su 234 regioni, anno 2022);

• Partecipazione elettorale nel dominio Politica e istituzioni (52° posto per Bolzano e 90° posto per Trento su 226 regioni per cui il dato è disponibile, anno 2019).
Altri tre indicatori, relativi ai domini Istruzione e formazione, Ambiente e Innovazione, ricerca e creatività sono su livelli più bassi della media Ue27.

 

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