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COPPOLA (EUROPA VERDE) – INTERROGAZIONE * DISERBANTI: « PERCHÉ NON SI È CONTINUATA LA RICERCA DI PESTICIDI NEGLI ENCEFALI DEI LATTANTI MORTI IMPROVVISAMENTE? »

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07.07 - venerdì 7 maggio 2021

In un recente incontro promosso dal Comitato promotore del referendum propositivo per l’istituzione di un bio-distretto, il prof. Angeli (Università di Bolzano) ha illustrato un lavoro di ricerca e di analisi condotto da una laureanda in cui sono stati impiegati un numero adeguato di alveari per monitorare la qualità del polline raccolto ed il contenuto di agenti inquinanti (per lo più, ma non solo, derivanti da prodotti chimici usati in agricoltura tradizionale (pesticidi, diserbanti, ecc.).

Sono stati analizzati oltre trecento agenti chimici, molti dei quali utilizzati normalmente in agricoltura (ed è emerso che sono tuttora impiegati prodotti il cui uso è vietato). Lo studio ha riguardato le valli di Sole, di Rabbi e di Vermiglio. Sono stati rinvenuti agenti inquinanti non solo nella parte iniziale della valle di Sole dove si svolge una importante attività agricola (frutticoltura), ma anche in val di Rabbi e nel tratto della valle di Sole oltre l’abitato di Malé. Solo la valle di Vermiglio è risultata priva di residui tossici.

Le api si sono dimostrate un eccellente strumento per il monitoraggio, essendo nota la modalità con cui operano le api ed il territorio coperto da ciascun alveare.

Questa ed altre ricerche hanno invece documentato che la distribuzione dei fitofarmaci supera di gran lungo i territori agricoli trattati, a causa dell’effetto deriva conseguente all’impiego ormai generalizzato degli atomizzatori per la distribuzione dei trattamenti. E’ stato dimostrato che i prodotti arrivano fino a dodici chilometri dal punto in cui sono distribuiti. Ciò significa, per fare un esempio, che la città di Trento, che ha campi coltivati a nord, a sud, a est e ad ovest, è certamente investita da questi inquinanti, proprio a causa dell’effetto deriva.

Il 24 ottobre 2013 si tenne a Trento il convegno “Eziopatogenesi, diagnosi, genetica, tossicologia e legislazione della sindrome della morte inaspettata fetale e della morte improvvisa del lattante” i cui atti furono pubblicati dalla Provincia Autonoma di Trento e sono di conseguenza facilmente accessibili.

Durante tale convegno la dottoressa Termopoli e il professor Cappiello del Laboratorio di Cromatografia Liquida-Spettrometria di Massa della Universita di Urbino illustrarono il riscontro di pesticidi in quattro campioni di corteccia frontale su riscontri autoptici per sindrome della morte improvvisa del lattante su 10 casi inviati dal Servizio di Anatomia e Istologia Patologica dell’Ospedale di Rovereto. Tale ricerca fu pubblicata su numerose riviste internazionali di Patologia fetale neonatale e di tossicologia. Si trattava di un ricerca sperimentale che rappresentava le basi scientifiche per introdurre nelle linee guida aziendali la ricerca di pesticidi negli encefali durante i riscontri diagnostici eseguiti dall’unico Servizio di Anatomia e Istologia Patologica aziendale a Trento (essendo quello di Rovereto stato soppresso nel rispetto della Legge 2 febbraio 2006 n. 31). Non risulta che tale ricerca sia continuata.

 

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Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere:

quali sono le motivazioni per le quali non è continuata la ricerca di pesticidi negli encefali dei lattanti, nei quali è intervenuta la morte improvvisa e inaspettata, tramite riscontri autoptici, eseguiti nel rispetto della Legge 2 febbraio 2006 n. 31;

se non ritenga importante, alla luce di quanto emerso dagli studi trentini, avviare la ricerca di pesticidi sui feti e sui neonati morti improvvisamente, apparentemente senza cause, attraverso una convenzione con il Laboratorio di Cromatografia Liquida-Spettrometria di Massa della Universita di Urbino a cui inviare i campioni dell’encefalo di tutti i riscontri autoptici eseguiti nel rispetto della Legge 31.

 

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Cons. Lucia Coppola

consigliera provinciale/regionale – Gruppo Misto/Europa Verde

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