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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * DISTRETTO BIOLOGICO: «DA UFFICIO DI PRESIDENZA NOMINA COMMISSIONE, VERSO UN REFERENDUM PROPOSITIVO »

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15.44 - giovedì 8 agosto 2019

Nominata dall’ufficio di presidenza del Consiglio la commissione che valutarà la richiesta. Per poter votare si dovranno raccogliere 8.000 firme. In allegato, la norma sui referendum in Trentino

L’ufficio di presidenza del Consiglio provinciale ha nominato la commissione incaricata di decidere in merito all’ammissibilità del referendum propositivo con il quale i promotori intendono saggiare la volontà della popolazione di rendere il territorio agricolo del Trentino un “distretto biologico”. Dell’organismo faranno parte gli avvocati Andrea Manica (presidente), Lorenzo Eccher e Michele Kumar e con funzioni di segretario il direttore dell’ufficio documentazione del servizio legislativo del Consiglio, Mauro Ceccato.

La richiesta del referendum propositivo per il “distretto biologico” era stata depositata presso la presidenza del Consiglio provinciale il 26 luglio scorso da un comitato promotore formato da 26 componenti guidati, con il ruolo di rappresentante, da Fabio Giuliani. La legge provinciale del 2003 prevede che i promotori raccolgano almeno 8.000 firme di cittadini-elettori a sostegno della proposta di referendum propositivo. E affida l’esame di ammissibilità della richiesta ad una commissione di tre esperti in discipline giuridiche (docenti universitari e avvocati) nominata, appunto, dall’ufficio di presidenza del Consiglio.

Ma ecco il quesito del referendum propositivo che il Comitato promotore vorrebbe sottoporre ai cittadini: “Volete che il territorio agricolo della Provincia autonoma di Trento diventi un distretto biologico, per tutelare la salute, l’ambiente e la biodiversità, indirizzando la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione, la preparazione alimentare e industriale dei prodotti con i sistemi di produzione biologici”.

L’obiettivo del Comitato promotore è che la consultazione popolare si svolga nei primi mesi del 2020. In base alla legge provinciale 3 del 2003 il referendum propositivo è considerato valido se partecipa al voto la maggioranza dei cittadini aventi diritto. E se voteranno più del 50% degli elettori, i sì, per poter vincere, dovranno ovviamente superare i no.

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