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CONSIGLIO PAT * QUINTA COMMISSIONE: « APPROVATO IL DDL BISESTI SULLE CARRIERE DEI DOCENTI »

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11.26 - martedì 30 maggio 2023

Quinta commissione, approvato il ddl Bisesti sulle carriere dei docenti
In Quinta commissione, presieduta da Mara Dalzocchio della Lega, con 3 sì quelli di Mara Dalzocchio (come presidente ha il voto doppio), di Alessandro Savoi e Devid Moranduzzo della Lega; e 3 no, quello di Paola Demagri (Casa autonomia), di Lucia Coppola (Europa Verde) e Lucia Maestri (Pd), è stato approvato il ddl n. 176 dell’assessore Bisesti che prevede un sistema di carriere per gli insegnanti introducendo le figure del docente esperto; ricercatore e delegati all’organizzazione. In dichiarazione di voto finale.

 

Demagri: no ai contenuti e al metodo seguito da Bisesti
Paola Demagri (Casa autonomia) ha affermato che, dal punto di vista ideologico, l’idea di introdurre una carriera dei docenti è condivisibile, anche se è difficile introdurla con un ddl. Secondo Demagri, serve una cultura diffusa che introduca tra i professionisti il bisogno di carriera che non sembra ancora radicato tra i docenti. La strada sarebbe stata quindi quella di una formazione per arrivare alla condivisione dell’obiettivo. Sul piano dell’attuazione il problema del ddl, secondo la consigliera, starebbe nel fatto che delega completamente la Giunta le scelte operative. Non si affrontano poi gli ostacoli del precariato, anzi si escludono i precari della carriera. Infine, Demagri, ha sottolineato i problemi che nascerebbero per la mobilità dei docenti fuori provincia. L’esponente di Casa autonomia ha detto di ritenere che la carriera dei docenti sia in mano ai politici, come si deduce dal fatto che viene definita con delibere di Giunta. Bisesti, ha aggunto, aveva bisogno di intestarsi una riforma, ma avrebbe potuto partire all’inizio della legislatura seguendo il metodo, troppe volte dimenticato dalla maggioranza, del confronto. Quindi, la consigliera di Casa autonomia, chiedendo il ritiro della proposta, ha dichiarato di dissociarsi fino in fondo dai contenuti del ddl e dal metodo.

 

Coppola: non è di questo che la scuola ha bisogno
No deciso anche da parte di Lucia Coppola (Europa Verde) ad un ddl presentato a legislatura finita. I cambiamenti, ha aggiunto, sono necessari ma fare salti in avanti come quello previsto dal disegno di leggsenza approfondimenti significa introdurre rischi pesanti in un mondo composito come quello scolastico. Un modello verticistico che rischia di rompere equilibri delicati e di influire negativamente sulla qualità dell’insegnamento e della vita degli studenti. Un progetto, inoltre, che risulta difficilmente realizzabile. La scuola ha bisogno di altro: in primo luogo di sostenere le difficoltà dei giovani e le loro fragilità esplose con il Covid.

 

Moranduzzo: una proposta coraggiosa e condivisa dal ministro
Parere opposto quello di Devid Moranduzzo: la riforma Bisesti, ha detto, è una riforma coraggiosa che è stata condivisa anche dal ministro Valditara e l’assessore, con questo ddl, non ha certo puntato a intestarsi una riforma.

 

Maestri: non si possono fare riforme della scuola a costo zero
Lucia Maestri (Pd) ha detto di condividere le parole di Valditara che ha parlato della necessità di valorizzare i docenti e di pensare a un sistema premiante. Il problema non è il principio, ma come lo si realizza. Vero che il ministro ha detto che quello Bisesti è un disegno interessante, ma quando si è entrati nel merito al Festival dell’economia, se ne è andato forse per non dare troppa importanza alla proposta. Il ddl non può limitarsi a una buona cornice, ha aggiunto, e poi lasciare le sue finalità a un articolato buio. Una proposta, inoltre, che arriva a fine legislatura che ha una prospettiva decennale e che quindi delega a due legislature la sua attuazione. Una riforma fatta al risparmio puntando sull’ipotetico calo demografico e sulla cancellazione il fondo premiante. Ma riforme a costo zero sulla scuola, secondo Maestri, non si possono fare. Questa proposta, ha continuato, ha un volano prevalente che è quello dell’organizzazione, come hanno riconosciuto i dirigenti scolastici. Ma per un sistema che deve introdurre il merito i parametri di valutazione sono fondamentali e quelli organizzativi, nella riforma Bisesti, sembrano prevalere. Infine, per l’esponente dem, ci sono altri aspetti gravi: prima di tutto la delega in bianco alla Giunta. E nella scuola, ha sottolineato, non si possono dare deleghe in bianco ai governi. Quindi, per Lucia Maestri, non è possibile votare al buio questo ddl. Infine, la consigliera ha sottolineato che il ddl in commissione è passato grazie al voto doppio della presidente. La quale ha però ricordato che ciò è avvenuto per l’assenza giustificata di un consigliere di maggioranza.

 

Dalzocchio: vogliamo dare maggiore dignità ai docenti
Mara Dalzocchio (Lega) ha detto che quando si introducono cambiamenti si sollevano reazioni, ma con questo ddl si vuole dare una maggiore dignità sociale ai docenti. Passaggio fondamentale per migliorare la scuola trentina. Il ddl è ben fatto e come tutti i ddl contiene i principi, saranno poi i regolamenti a concretizzare la legge.

 

Il Centro Erickson: completamente dimenticato il ruolo della formazione professionale
Prima della discussione c’è stata l’audizione, richiesta da Paola Demagri, Lucia Maestri e Lucia Coppola, del prof. Dario Ianes del Centro studi Erickson di Trento e dell’Università di Bolzano. Netta la posizione contraria, al punto che per Ianes il disegno di legge andrebbe ritirato perché il percorso di confronto con il mondo della scuola non è apparso adeguato rispetto agli obiettivi di grande impatto. Sorprende, inoltre, che non siano stati valutati i successi che qualificano la scuola trentina sul piano dell’equità, del successo formativo, della riduzione della dispersione e della povertà educativa. Inoltre, sempre secondo il Centro Erickson, il ddl non affronta i grandi temi di riforma e sviluppo del sistema scolastico che, come afferma la letteratura mondiale, sono la formazione universitaria, i meccanismi di reclutamento degli insegnanti e la difficoltà a trovare docenti; la scarsa retribuzione; la precarietà i problemi legati alla denatalità. Non viene considerato, inoltre, il mondo della formazione professionale che ha un ruolo importante in Trentino. Non viene coinvolta l’Università così come nel ddl non viene considerato il ruolo degli educatori. Sempre secondo Ianes anche le risorse previste sono carenti: si lavora sui risparmi e si eliminano i fondi per gli incentivi. Manca la definizione dei ruoli di queste figure e si attribuisce troppo potere alla Giunta. Altra carenza, secondo Ianes, quella di una formazione globale dei docenti in itinere. Infine, sempre per il Centro Erickson, il sistema delle carriere previsto (docente, docente esperto, docente ricercatore, docenti delegati all’organizzazione) rischia di deresponsabilizzare gli insegnanti che non avranno accesso ai gradi della carriera, che saranno spinti a delegare ai docenti esperti. Un fenomeno che si è visto con l’introduzione dell’insegnante di sostegno. Infine, secondo il professore, questo ddl rischia di provocare un danno d’immagine perché provoca sfiducia tra i giovani e gli insegnanti.

Rispondendo a Paola Demagri, Ianes ha sottolineato il ruolo importantissimo della formazione professionale che deve essere adeguatamente valorizzata. Al punto che, ha aggiunto, i prof che lavorano nella Fp dovrebbero essere i migliori e pagati il doppio perché hanno la responsabilità di formare i giovani, indispensabili per il mondo produttivo, delle fasce sociali più deboli e fragili. Del resto, ha concluso, basti pensare a quanto investe in formazione professionale in Alto Adige.

Lucia Maestri ha detto che c’è l’obiettiva necessità di introdurre il merito tra i docenti, ma la pecca di questo ddl è quella di legare la carriera alle capacità manageriali e non a quelle didattiche. Il prof. Ianes ha affermato che nella proposta Bisesti c’è una confusione di obiettivi e il merito va valorizzato mettendo al primo posto, per tutti i docenti, la competenza socio emotiva e educativa r al secondo quello didattica. Oggi, ha aggiunto l’esponente del Centro Erickson, si sta grattando il fondo del barile per trovare i docenti e si reclutano persone totalmente digiune di scuola, che andrebbero accompagnati con un sistema di formazione globale rivolto a tutti.

Lucia Coppola, ha condiviso pienamente l’idea che le competenze devono essere le più diffuse possibile e, ha aggiunto, che non è corretto inserire gerarchie perché tutti devono essere esperti. Ianes ha sottolineato le contraddizioni della scuola: per insegnare alle elementari serve una laurea di cinque anni dove si imparano materie come la didattica, la psicologia. Mentre per insegnare alle scuole secondarie basta una laurea e una manciata di crediti come se i ragazzi arrivassero dopo l’estate tra la quinta elementare e la prima media completamente cambiati.

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