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LANCIO D'AGENZIA

PRIMA COMMISSIONE PAT: OK A DELIBERA DALDOSS PER PROGETTI COMUNI MONTAGNA

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23.04 - martedì 24 ottobre 2017

(Fonte: Ufficio stampa Consiglio Pat) – Disco verde in I Commissione alla delibera dell’assessore Daldoss per finanziare progetti sperimentali di sviluppo nei Comuni di montagna a rischio spopolamento.

Il Servizio enti locali della Pat sostiene i consiglieri comunali di minoranza. Passamani propone di intitolare a Renzo Anderle il suo ddl legge per la semplificazione delle procedure amministrative.

Dopo aver ascoltato il presidente Rossi sull’aggiornamento del Def e le linee di indirizzo del bilancio della Provincia per il 2018, la Prima Commissione si è anche espressa a favore di una delibera presentata dall’assessore agli enti locali Daldoss per l’individuazione dei Comuni di montagna ai quali destinare 500.000 euro a sostegno di progetti sperimentali di sviluppo.

Sempre Daldoss ha poi dato conto dell’attuazione di una mozione approvata nell’aprile scorso dal Consiglio per attivare forme di supporto ai consiglieri comunali in particolare di minoranza. A seguire, Passamani (Upt) ha “aperto” il disegno di legge da lui proposto per la semplificazione burocratica, la cui ideazione originaria si deve al suo compianto collega Renzo Anderle.

Il presidente della Commissione Civico ha infine preannunciato l’elaborazione di un vademecum sulla trasparenza per rispondere alla petizione popolare presentata alcuni mesi fa su questo tema.

In arrivo contributi provinciali a sostegno dei progetti innovativi di sviluppo per i 150 Comuni di montagna del Trentino.

Con due sì (Civico e Passamani) e 4 voti di astensione (Borga, Fugatti, Kaswsalder e Simoni) la Prima Commissione si è espressa a favore della delibera proposta dall’assessore agli enti locali Carlo Daldoss che definisce i criteri per l’individuazione delle aree montane (150 Comuni collocati sopra i 600 metri, integrati con l’inserimento nell’elenco anche di Vignola Falesina) ai quali destinare i 500.000 euro a sostegno di “progetti sperimentali” di sviluppo.

Daldoss ha ricordato che la delibera è “figlia” di un articolo approvato nell’ultimo assestamento di bilancio per il finanziamento di Comuni delle zone montane. Dovrà trattarsi di progetti sperimentali “di comunità” perché nati dal basso e a favore dei quali l’assessore ha ipotizzato per la prossima legislatura la presentazione di una possibile normativa organica rispondente ai bisogni specifici di questi territori, in primo luogo per contrastarne lo spopolamento.

Il contesto sperimentale è molto aperto a proposte anche innovative perché riferite alla specificità del Comune o della frazione da cui saranno messe in campo. I Comuni che hanno le caratteristiche di montani sono situati ad una quota superiore ai 600 metri, con 94 abitanti a chilometro quadrato sotto i 600 metri e 36 sopra i 600 metri.

Non si finanzieranno interventi strutturali connessi a edifici o abitazioni, ma progetti appunto sperimentali, con contributo massimo di 30.000 euro, fino al 50% della spesa ammessa ma si potrà arrivare anche a finanziare il 95% se promossi da almeno due amministrazioni o da un Comune e un’Asuc, prevedendo lavori socialmente utili, il coinvolgimento di associazioni locali, di giovani e dell’università. Qualche Comune è stato inserito nell’elenco delle aree di montagna perché con frazioni che superano i 600 metri.

Nel finanziare i progetti la Provincia darà priorità ai Comuni periferici e ultraperiferici, dove maggiore è la difficoltà in termini sociali e geografici. La delibera, ha concluso Daldoss, punta a stimolare le comunità perché propongano soluzioni ad esempio in materia di mobilità anche con il coinvolgimento di associazioni per il trasporto di anziani.

 

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Borga (Ct) ha chiesto come mai il Comune di Faedo, sicuramente di montagna, non è inserito nell’elenco delle zone che potranno beneficiare dei finanziamenti, elenco in cui figurano invece amministrazioni più ricche o che non hanno problemi di spopolamento. Nell’elenco della delibera, ha segnalato Borga, vi sono anche Comuni sopra i 600 metri e che non hanno frazioni. I parametri andrebbero quindi affinati.

 

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Simoni (Pt) ha ricordato che tutti i Comuni trentini sono stati sempre considerati “montani”. Il criterio dovrebbe quindi andare incontro soprattutto ai progetti dei Comuni più distanti dai servizi, come ad esempio Sagron Mis.

 

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Borgonovo Re (Pd) ha osservato che la delibera presuppone che i servizi fondamentali (come sanità, istruzione) siano disponibili solo a Trento. A suo avviso invece i centri in Trentino sono tanti e così si rende “periferia” tutto ciò che è distante dal capoluogo provinciale. I criteri andrebbero quindi diversamente declinati. In alternativa all’approccio adottato con questa delibera, Borgonovo Re ha suggerito di predisporre un bando di idee aperto e svincolato da requisiti puntuali e da elenchi di Comuni, che stimoli la presentazione di proposte per limitare lo spopolamento, la marginalità e la perifericità, offrendo servizi vista anche la crescente chiusura di attività economiche e commerciali nelle valli. Questo perché il testo attuale della delibera appare “ritagliato” solo a favore di alcuni territori. E questo è a suo avviso irragionevole.

 

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Civico (Pd), pur giudicando condivisibili le osservazioni dei consiglieri, ha detto che proprio il carattere sperimentale dell’intervento suggerisce di approvare i criteri individuati. Se infatti si vuole stimolare la creatività e l’iniziativa dei territori, sarebbe interessante capire se vi sono effettivamente progettualità spontanee senza che la Provincia definisca a monte obiettivi e priorità. Civico ha suggerito infine di monitorare l’andamento di questi progetti, non solo per un’esigenza di controllo ma per vedere cosa il territorio sa esprimere.

 

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L’assessore Daldoss ha risposto alle sollecitazioni di Borgonovo Re spiegando che la delibera vuole semplicemente attivare dal basso idee e proposte da finanziare. E ha precisato che è impossibile per la Provincia finanziare associazioni. Il sostegno è rivolto solo a Comuni o Asuc. Rispondendo a Civico, Daldoss si è infine reso disponibile a monitorare l’andamento dell’attuazione della delibera.

Borga ha dato la disponibilità a dare il proprio voto di astensione alla delibera se l’assessore rivedrà l’elenco dei Comuni. Daldoss ha risposto che come è già accaduto nel caso di Vignola Falesina anche per Comuni come Faedo, collocati a 591, è possibile ipotizzare una deroga.

 

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Ecco come sarà rafforzato il ruolo dei consiglieri comunali (di minoranza e maggioranza).

Con la mozione 159 approvata in aula nell’aprile scorso, il Consiglio provinciale impegnava la Giunta ad attivarsi per individuare espressamente forme e luoghi di supporto alla funzione dei consiglieri comunali, soprattutto di minoranza, presso il servizio autonomie locali ed eventualmente in collaborazione con il servizio regionale competente.

In secondo luogo la mozione affidava all’esecutivo il compito di intensificare e rafforzare i percorsi di formazione e aggiornamento per i consiglieri comunali, in collaborazione con il Consorzio dei comuni. Sul l’attuazione di questi obiettivi, l’assessore agli enti locali Carlo Daldoss ha riferito oggi alla Prima Commissione (come sempre la mozione prevedeva).

Daldoss ha ricordato che il servizio autonomie locali è un punto di riferimento per consiglieri comunali sia di minoranza che di maggioranza. Sul piano operativo si sta predisponendo un vademecum da mettere poi a disposizione online che aggiorni tutta la normativa relativa ai diritti riconosciuti ai consiglieri comunali.

Per il Servizio enti locali, il dott Gardelli ha spiegato che il tema rientra nelle competenze dell’ufficio affari istituzionali che si occupa della vita degli enti con attività di vigilanza e tutela. In quest’ambito è stata incaricata una funzionaria, la dott.ssa Franceschini, per raccogliere le segnalazioni in particolare delle minoranze consiliari.

Da quest’attività risulta che si verificano 8-10 interventi informali ogni giorno, mentre vengono evasi circa 80 segnalazioni annuali di consiglieri di minoranza formali delle minoranze consiliari. Queste segnalazioni, con cui i consiglieri di minoranza chiedono di poter accedere agli atti dell’amministrazione comunale, hanno portato anche a modificare i provvedimenti assunti dai Consigli.

Borga (Ct) ha segnalato che spesse ai componenti di minoranza risulta difficile comprendere le regole di funzionamento del bilancio, che andrebbero spiegate all’inizio della consiliatura.

Borgonovo Re (Pd) ha chiesto se l’attivazione della funzionaria dedicata a questo settore è stata comunicata alle amministrazioni comunali, se vi sono o vi saranno collaborazioni con il servizio regionale competente per armonizzare gli interventi, se vi è collaborazione con il Consorzio dei comuni e se si è potuto riscontrare una crescita delle competenze dei consiglieri.

Daldoss ha risposto che volutamente il riferimento alla funzionaria del servizio non è stata “istituzionalizzato” perché non sembri che si vogliono sostenere solo i consiglieri di minoranza.

Il rapporto del Servizio provinciale enti locali con l’ufficio regionale competente e con le strutture del Consorzio dei Comuni sono molto stretti. Sul fronte della formazione il compito è del Consorzio dei Comuni, che lo svolge anche in streaming per favorire l’accesso agli amministratori delle realtà più periferiche.

Quanto infine alle ricadute, Gardelli ha riferito che nei consigli è in aumento la conflittualità e il ricorso ad esposti e ad iniziative indirizzate agli organi giudiziari. E questo mette ovviamente in crisi la dialettica politica. Quest’anno sono state una sessantina le segnalazioni in tal senso, derivanti da interrogazioni consiliari.

 

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Semplificazione burocratica: ddl proposto da Passsamani per rendere certi i tempi tempi e più chiare le regole nei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione.

Il disegno di legge 73 proposto da Gianpiero Passamani (Upt) e presentato nel marzo del 2015, prevede una maggiore semplificazione burocratica dei rapporti tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione, attraverso una definizione stringente la trasparenza e la tempistica dei procedimenti.

Per questo il provvedimento punta a modificare le leggi provinciali 23 del 1992 e 1 del 2008. Passamani ha spiegato che a promuovere il ddl era stato l’allora consiliere Renzo Anderle. “Ho lavorato con lui – ha ricordato – su questo tema per ridurre le lungaggini burocratiche tra cittadini e pubblica amministrazione”.

Negli 11 articoli del provvedimento, in linea con la riforma Madia, si punta a migliorare le norme vigenti. Dialogando con il presidente Rossi e con gli assessori competenti, Passamani ha spiegato di aver deciso di attendere le integrazioni che la Giunta proporrà al disegno di legge. E ha chiesto di intitolare il testo “legge Anderle” in memoria del collega che tanto aveva a cuore e ha lavorato per quest’iniziativa.

 

Petizione popolare 19 “Per un Trentino più trasparente”.

Civico ha segnalato che sul tema della petizione, di interesse generale, oltre alle consultazioni i due uffici legislativi di Giunta e Consiglio predisporranno, su richiesta della Commissione un vademecum sulla trasparenza degli enti pubblici nel Trentino.

 

 

 

 

 

 

Foto: archivio Consiglio Pat

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