Sì della IV Commissione al ddl urgente della Giunta che rinnova la normativa provinciale sulle autorizzazioni all’utilizzo degli acceleratori lineari per le radiazioni ionizzanti nei trattamenti antitumorali.
Andrà in aula per l’approvazione definitiva nella prima seduta utile del Consiglio provinciale in programma il 26 aprile, il disegno di legge 137 proposto con urgenza dalla Giunta, al quale oggi ha dato all’unanimità il via libera la Quarta Commissione presieduta da Claudio Cia, che permetterà all’Apss di servirsi dei quattro acceleratori lineari impiegati nella radioterapia antitumorale oggi in dotazione al S. Chiara di Trento.
Il provvedimento, presentato dall’assessora alla salute Stefania Segnana insieme a Monica Marani dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, recepisce nell’ordinamento trentino un decreto legislativo nazionale del 2020, con cui lo Stato ha a sua volta fatto propria la direttiva europea che del 2013 ha disciplinato la tutela delle persone dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti per uso medico nelle strutture sanitarie.
A rendere urgente l’adozione del dispositivo in Trentino – ha spiegato Marani – è la necessità di permettere all’Apss di servirsi al più presto degli acceleratori di cui disponiamo a livello locale per la cura dei tumori. Come? Stabilendo con questo ddl che, come prevedono la direttiva europea e la legge statale per garantire la protezione della salute, sia solo l’autorità competente autorizzata al rilascio del nulla osta a consentire l’utilizzo di questi apparecchi. Il testo prevede in sostanza che chi rilascia il nulla osta non possa essere lo stesso soggetto da cui gli acceleratori sono utilizzati.
Nel caso del Trentino, quindi, il nulla osta non potrà più essere rilasciato dall’Apss, essendo questo uno dei casi di incompatibilità di ruolo contemplati dalla nuova legge. L’attuale normativa provinciale – l’articolo 11 della legge 19 del 2007 – va sostituita perché superata e quindi non più applicabile sia in seguito all’abrogazione del decreto legislativo da cui discende, sia per le incompatibilità dei ruoli autorizzativi previsti.
