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COLLABORATORI DEL MUSE DI TRENTO: CGIL, PRIMA SIAMO STATI USÀTI POI IGNORÀTI

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20.10 - martedì 31 ottobre 2017

(Fonte: Cgil del Trentino) – Collaboratori del Muse: prima usati poi ignorati. Silvestrin: (Nidil del Trentino): confezionato un bando che penalizza la professionalità, mentre i vertici del museo rifiutano ogni confronto.

Poche certezze per i collaboratori e le collaboratrici del Muse. Si tratta di giovani professionisti, che con la loro competenza e la loro energia in questi anni hanno contribuito al successo della proposta museale e che oggi, a causa del nuovo bando per l’esternalizzazione dei servizi, vedono penalizzata la loro professionalità: Muse ha messo nero su bianco un livello di inquadramento più basso, che non corrisponde alle reali professionalità di questi lavoratori, ma che costa meno.

“Parliamo di un centinaio e più di collaboratori che sono stati, e saranno, pur in altra condizione contrattuale, il concentrato di energia, di spirito innovativo e di partecipazione genuina, su cui il Muse ha potuto svilupparsi e consolidarsi – sottolinea il segretario di Nidil del Trentino Gabriele Silvestrin -.

Il bando li riporta a una concezione di operatori museali anacronistica, vecchia, distante dalla effettiva realtà in cui lavorano e che hanno contribuito a costruire. E non tiene conto come dovrebbe della loro professionalità”.

Un bando la cui genesi non era partita nel migliore dei modi vista l’intenzione dell’Assessorato alla Cultura a inquadrarli all’interno del Contratto nazionale delle Cooperative Sociali anziché di Federculture, naturale e ovvio contesto di riferimento. Tentativo bloccato grazie all’opposizione dei lavoratori.

“Solo la netta presa di posizione delle collaboratrici e dei collaboratori con Nidil Cgil e Uil, aveva portato a un ripensamento della politica e della direzione del Muse – prosegue Silvestrin -.

Ci siamo lasciati, un anno fa, convinti che le parti avessero fatto il loro dovere per riconoscere la professionalità dei collaboratori e immetterli in un futuro lavorativo dignitoso alle dipendenze di chi si avesse aggiudicato la gara. E così era stata illustrata ai lavoratori sempre un anno fa, in una riunione convocata con scarsissimo preavviso”.

Le sorprese sono emerse dopo: nel momento in cui è stato pubblicato il bando ci si è resi conto che poco o nulla di quanto concordato sull’inquadramento era stato recepito nel testo.

“La parte datoriale, aveva omesso di portare al confronto con le organizzazioni sindacali il reale profilo e inquadramento che sarebbe poi stato inserito nel Bando, sottraendo quindi ai sindacati la possibilità di un confronto reale e venendo meno a uno dei principi cardini di corrette relazioni sindacali: la trasparenza”, denuncia Silvestrin.

Dopo mesi di confronto, dunque, ci si è ritrovati nell’impossibilità di contestare un inquadramento giuridico mai contemplato. Un confronto peraltro che aveva contestato aspetti della esternalizzazione perché cancellavano settori importanti della ricerca svolta al Muse così come il core del museo, cioè un gruppo di collaboratori inseriti a pieno titolo nella progettazione di eventi ma anche esportatori a livello nazionale e internazionale del brand del Muse tanto richiesto.

“La politica, forse troppo affaccendata nello sfogliare i petali di un CdA Unico Si, Unico No, aveva deciso; il Muse, ringraziando, si inchinava – insiste Silvestrin – così come si è genuflesso alla probabile perdita di competenze di collaboratori che non si riconoscono nel profilo del bando che li consegna a un datore di lavoro privato che sfrutterà nel proprio interesse un inquadramento voluto dall’Assessorato alla Cultura e condiviso dal Muse, che risponde al criterio del “economicamente più conveniente”

E cosa ancora peggiore, per il sindacato, è la totale indisponibilità della direzione Muse a chiarire questa questione.

La richiesta di un’assemblea rivolta all’assessore alla Cultura e alla direzione del Muse, da parte dei collaboratori, è stata totalmente ignorata. A questo punto i collaboratori insieme a Nidil del Trentino sono pronti a mobilitarsi per manifestare pubblicamente la loro contrarietà.

 

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