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Intervista a Cesare Hoffer, Coordinatore provinciale Nursing up – Trento

VICEPRESIDENTE TONINA RISPONDE A COPPOLA (MISTO) * RIVA DEL GARDA – “FASCIA LAGO” : « L’ARCHITETTO NUNES HA INTERPRETATO L’AREA QUALE “PARCO BOTANICO” E DESTINAZIONE APPROPRIATA »

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07.34 - martedì 5 settembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Interrogazione a risposta scritta. Più criticità che elementi positivi nel progetto dell’architetto Nunes. Il progetto per la fascialago a Riva del Garda pensata dall’architetto portoghese Joao Nunes ci racconta di un “polmone verde” a ridosso del lago, un boulevard, il contatto “aereo” con l’acqua. Pur apparendo positiva l’impostazione generale tesa a salvaguardare il parco e ad ampliare gli spazi pubblici, non sembra, invece, condivisibile aver incentrato lo studio su aspetti prevalentemente paesaggistici tralasciando ogni attenzione ai delicati aspetti ambientali delle sponde del lago. Quando si interviene su un ecosistema complesso, che partendo dal parco finisce per incidere sulla fascia costiera, si dovrebbe affiancare alla figura di un architetto paesaggista anche esperti di idrobiologia e botanica, e forse è proprio per questa carenza che emergono alcune importanti criticità.

Vi è uno squilibrio tra le istanze paesaggistiche che prevalgono sulla cura e attenzione agli aspetti ambientali ed ecosistemici. La fascia lago è sottoposta a un carico antropico enorme che ne compromette la capacità di resilienza. Per questo il fulcro dello studio avrebbe dovuto essere quello di porre l’attenzione su interventi compensativi e di rinaturalizzazione di qualche tratto di costa in un’ottica di mitigazione del carico antropico.

La fascia lago è un paesaggio non tanto da modificare quanto piuttosto da curare. In un’ottica di turismo di qualità non si può sottovalutare che per un numero crescente di persone la naturalità di un luogo è elemento di particolare valore.
Non posso condividere una progettualità che prevede, con una certa audacia, la riprofilatura della spiaggia. Si tratterebbe di un’operazione che finirebbe per aumentare ulteriormen- te il carico antropico andando ad aggravare i problemi già presenti, anziché ad attenuarli. La fruibilità degli spazi pubblici può essere ampliata verso le aree più interne, anziché a scapito delle rive esistenti.

Queste semmai richiederebbero interventi di rinaturalizzazione almeno alle foci dei torrenti Albola e Varoncello e alla penisola limitrofa, con il ripristino dei canneti quali habitat necessari per molte specie, cancellate in passato per far spazio a un litorale a servizio solo dei bagnanti.
Si tratta di interventi fondamentali per “l’ecologia del lago”, ma anche di sicuro pregio pae- saggistico, anche se difficilmente l’uomo supera la natura in bellezza.

Lo studio è gravemente carente su questo punto, perché non solo non cura l’esistente, ma addirittura prospetta soluzioni che vanno in senso opposto. I riempimenti prospettati, con materiale lapideo e ghiaie, danneggeranno irreversibilmente quel poco di ecosistema acquatico sopravvissuto ai precedenti interventi di artificializzazione del lungo lago. Spostare la linea di costa di una misura variabile dai 10 ai 40 metri (masterplan) può letteralmente far sparire le alghe del fondale, rendendolo così inadatto a molte specie.

Sappiamo tutti, o dovremmo saperlo, che il lago come organismo vivente è in grave sofferenza e il suo equilibrio fortemente compromesso dall’attività dell’uomo. Non è ipotizzabile che si possa pensare di cancellare le praterie algali, assolutamente necessarie per l’ecosiste- ma lago e che certo non sono compatibili con le nuove profondità che il lago verrebbe ad assumere. Sono tra le poche aree dove i pesci trovano ancora un ambiente protetto adatto e abbastanza ricco, visto che è vietata la pesca sub. Tra l’altro l’estensione delle spiagge com- porterebbe fondali scoscesi con profondità delle acque inidonea a una comoda e sicura balneabilità. Un altro aspetto ambientale fondamentale su cui sarà necessario porre attenzione è il capitolo illuminazione. Il tema dell’inquinamento luminoso si sta diffondendo, l’Italia purtroppo è ancor oggi uno dei paesi europei meno sensibile. L’attuale sistema di illuminazione della fascia lago pare adeguato in termini di luminosità, si auspica che questa soglia non

venga superata. Tra l’altro il tema illuminazione porta con sé ingenti costi sia in termini di dotazioni che di consumi. E’ dunque fondamentale evitare un’illuminazione eccessiva per i profili ambientali e di rispetto della naturalità delle fasi del giorno, ma anche quale luogo per godersi passeggiate rilassanti a contatto con un ambiente che ci consenta di rigenerarci dagli stimoli visivi e uditivi a cui siamo sempre più sottoposti e che possono costituire vere e proprie fonti di stress.

A fianco ai primi due ambiti di carattere prevalentemente ambientale si inserisce la questione paesaggio, rispetto alla quale non possiamo dimenticare la Convenzione Europea del Paesaggio del 2000, che riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità.
L’elemento identitario incide non solo sulla percezione anche emotiva che i cittadini hanno del loro territorio, ma è anche un elemento indispensabile per garantire autenticità ai luoghi. Se non stiamo particolarmente attenti c’è il rischio che tutto il mondo si uniformi alla moda del momento, se questo può essere positivo per ambiti che effettivamente necessitano di una riqualificazione, all’opposto la cosiddetta “modernità” può essere un grave danno per chi ha una storia e un’architettura meritevole di tutela.
Per questo si reputa indispensabile prevedere per gli edifici della colonia Miralago con la sua chiesetta e per villa Seeblick interventi di risanamento conservativo.

Allo stesso modo merita tutela il parco con le sue essenze pregiate, per la cura e progettazione del quale sarà opportuna la presenza di un botanico, anche perché le essenze prospettate (betulle e castagni) mal si adattano a questo ambiente.
Mentre gli altri edifici, ove non oggetto di risanamento conservativo, potrebbero essere demoliti e non più ricostruiti allo scopo di evitare l’ulteriore carico antropico che conseguirebbe a una loro ristrutturazione. Anche l’edificio di Punta Lido pur non avendo un intrinseco valore è divenuto parte inte- grate del paesaggio e per questo meriterebbe attenzione, anche perché il paesaggio limitrofo è destinato a subire pesanti ferite con la realizzazione del teatro e con l’ampliamento dell’hotel Lido.
L’area ex Cattoi merita di essere inserita nel sistema parco e ciò anche a titolo di compensazione ambientale e paesaggistica del consumo di suolo determinato sia dal nuovo teatro che dalle previsioni di ampliamento dell’hotel Lido, senza dimenticare che viale Rovereto è già oggi gravato da un eccessivo carico urbanistico e di traffico.

La definizione dell’area potrà essere realizzata con alberature di pregio.
Il sistema depurazione di porto San Nicolò è in affanno da anni, è sottodimensionato e pre- senta tutti i segni del tempo sia come struttura che per la tecnologia impiegata, pertanto è auspicabile che venga dismesso il prima possibile. Quando ciò avverrà ci sarà modo di va- lutare e ponderare quale intervento sarà più opportuno, allo stato pare prematuro ogni valutazione. Certo che se si ipotizza la realizzazione di una piscina in fascia lago quella è l’ubi- cazione meno impattante.
La modifica della costa presenta anche notevoli criticità da un punto di vista della sostenibilità della spesa, se mai vi saranno capitali di questa portata a disposizione del pubblico sono convinta che vadano impiegati in interventi a tutela e ripristino della qualità delle acque, aspetto questo fondamentale anche da un punto di vista del ritorno economico. La qualità delle acque del lago di Garda che lo si voglia ammettere o meno è sempre più carente.

Alla presentazione del progetto Nunes era presente l’assessore Tonina che ha assicurato che la Provincia Autonoma di Trento seguirà con attenzione il percorso di pianificazione paesaggistica che interessa la fascia lago del Garda, in quanto territorio straordinario, importante per tutto il Trentino.

Ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere:

1. se non ritenga che la fascia lago non solo vada preservata, ma richieda interventi di ripristino ambientale con interventi di rinaturalizzazione e la consulenza di botanici e idrobiologi;

2. se non ritenga che il tema dell’illuminazione pubblica vada affrontato con la massima attenzione rispetto al tema dell’inquinamento luminoso;

3. se non ritenga che la Colonia Miralago con la sua chiesetta e Villa Seeblick meritino di essere sottoposti a risanamento conservativo per mantenere viva l’identità del luogo;

4. se non ritenga che l’area ex Cattoi meriti di essere inserita nel “sistema parco” e ciò anche a titolo di compensazione ambientale e paesaggistica del consumo del suolo determinato sia dal nuovo teatro che dalle previsioni di ampliamento dell’Hotel Lido;

5. se non ritenga opportuno che sia dismesso al più presto il sistema di depurazione di porto san Nicolò, in affanno da anni e sottodimensionato;

6. se non ritenga che vada fatto uno sforzo finanziario con interventi di tutela e ripristino della qualità delle acque del lago di Garda, aspetto questo fondamentale anche dal punto di vista del ritorno economico.

 

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Cons. Lucia Coppola (Europa Verde)

 

 

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RISPOSTA AD INTERROGAZIONE

 

Si risponde all’interrogazione avendo sentito il Comune di Riva del Garda per la parte di competenza della stessa.

PUNTO 1

La modificazione della linea di costa proposta dall’architetto Nunes, che ne prevede lo spostamento verso l’interno del lago in misura variabile da 10 a 40 metri (peraltro difficilmente ottenibile vista l’elevata pendenza della riva, dovuta ad un precedente rifacimento della spiaggia con riporto di inerti nel 1988), va analizzato con attenzione al fine di scongiurare il pericolo che si vada ad alterare un’importante zona del lago in cui vivono piante acquatiche (macrofite) e organismi invertebrati che popolano i fondali.

Le macrofite acquatiche sono organismi vegetali visibili ad occhio nudo il cui ciclo vitale avviene interamente, o quasi, in acqua. Esse svolgono funzioni importanti di rifugio per lo zooplancton e di substrato riproduttivo per alcune specie di pesci. Per APPA Trento, nel lago di Garda, esse sono oggetto di indagine congiunta con le province limitrofe di Brescia e Verona perché contribuiscono alla determinazione dello stato di qualità delle acque dell’intero lago, consentendo di calcolare l’indice MacroIMMI, previsto dalla vigente normativa (D.Lgs. 152/2006) in tema di tutela dell’ambiente. Tale indice, relativo al sessennio 2014-2019, ha portato ad un giudizio di ELEVATA qualità.

Entrando nello specifico, la zona riparia del lago risulta essere una cintura vegetale con poche interruzioni che va da circa 2 metri di profondità fino ai 16-18 metri, limite di penetrazione della radiazione luminosa di cui le piante hanno bisogno per vivere.

In particolare, il progetto di ripascimento del litorale previsto dal progetto in questione interesserebbe le zone con batimetrie costiere inferiori a 5 metri: sono proprio queste le zone con maggior biodiversità di flora acquatica da tutelare. La zona in prossimità delle foci dei torrenti Albola e Varone, rappresenta un habitat unico nel suo genere, dove è stato rinvenuto il maggior numero di specie vegetali e come tale andrebbe tutelato. Inoltre, lo sversamento di materiale inerte in acqua va analizzato in rapporto agli di habitat popolati attualmente da animali invertebrati che lì vivono e si riproducono, alcuni dei quali sono alimento per i pesci.

In origine la spiaggia in questione è sempre stata caratterizzata da rive piatte; alterarne la fisionomia, (il progetto parla di formazione di scogliere) può essere elemento di criticità tenuto conto che tale fascia necessita di essere preservata e in alcuni punti (foci dei torrenti) rinaturalizzata.

La Fascia Lago di Riva del Garda richiede in primo luogo interventi di riqualificazione paesaggistica e ambientale per le numerose situazioni di degrado e abbandono attualmente presenti.
In secondo luogo devono attuarsi al suo interno le indicazioni delle norme tecniche di attuazione del PUP che prevedono per le “aree di protezione dei laghi “ art. 22 “la massima fruibilità pubblica delle rive” e “l’allontanamento“ dei volumi dai laghi.

In considerazione della presenza nello stesso ambito di tre corsi d’acqua (Albola, Varone e Galanzana), devono attuarsi anche le indicazioni relative alle “aree di protezione dei corsi d’acqua” art.23 NTA PUP che, in questo caso, prevedono interventi di rinaturalizzazione secondo i principi di sicurezza idraulica, funzionalità ecosistemica continuità e naturalità.

L’affidamento di uno studio paesaggistico della Fascia Lago propedeutico alla stesura di una Variante urbanistica (Var 13 bis), ha lo scopo di elevare gli standard progettuali integrando la professionalità di cui dispone l’Amministrazione comunale con il supporto di un team multidisciplinare.

PUNTO 2

Per quanto attiene agli aspetti legati all’illuminazione della Fascia Lago, in sede di analisi preliminare, sono state poste le basi per l’introduzione all’interno dell’intero ambito, di una tecnologia ad alta efficienza energetica che coniuga valorizzazione ambientale, sicurezza e risparmio energetico attraverso soluzioni smart che si adattano al flusso degli utenti della “Fascia Lago” adattando, in tempo reale, l’intensità e l’ampiezza dell’illuminazione lungo i percorsi a seconda delle presenze rilevate dai sensori.

Oggi alcune aree di quest’ambito (es. Parco Miralago), sono poco o per nulla frequentate anche a causa dell’insicurezza determinata dalla scarsa illuminazione, altre aree possono essere considerate, a ragione, fonti di inquinamento luminoso (proiettori alogeni del campo sportivo Benacense).

PUNTO 3

Le indicazioni di valorizzazione e tutela che informano lo studio paesaggistico e quindi anche la Variante 13bis del PRG di Riva del Garda tengono conto dell’esito degli incontri fatti con i responsabili della Soprintendenza ai Beni Culturali di Trento.
In sede di sopralluogo le valutazioni espresse dai responsabili dei servizi provinciali indicano la necessità di tutelare e valorizzare gli elementi architettonici di pregio che testimoniano il passato storico culturale di Riva del Garda: il forte S.Nicolò, la facciata dell’ex “Sanatorium di Hartungen” con la residenza, l’adiacente capplla progettata dall’arch. Giorgio Wenter Marini, Villino Campi, la Spiaggia degli Olivi e la tribuna dell’arch. Giancarlo Maroni.

Con ciò si ritiene che il senso di identità venga svelato ed enfatizzato su basi oggettive incontrovertibili e autorevoli.

PUNTO 4

Lo studio commissionato all’arch. Joäo Nunes ha interpretato l’intera “Fascia Lago”, compresa gran parte dell’area ex Cattoi, come “Parco Botanico” considerando questa destinazione la più appropriata e coerente per garantire autenticità e qualità ai luoghi, con i quali i cittadini e ospiti possono rapportarsi e identificarsi

PUNTO 5

Dal punto di vista tecnico l ‘impianto di Riva S.Nicolò rispetta sempre i limiti allo scarico (e fa anche meglio) perchè tutto il surplus di liquami afferenti, oltre a quelli trattabili, sono rilanciati con apposito pompaggio al depuratore di Riva Arena.
L’impianto di Riva S. Nicolò negli anni è stato dotato di un sistema di trattamento terziario molto articolato, composto da denitrificazione biologica a cicli alternati di ossigenazione, defosfatazione chimica, filtrazione finale dell’effluente e debatterizzazione mediante lampade U.V. (unico impianto in Trentino ad avere tale sistema di debatterizzazione), quindi dal punto di vista funzionale il depuratore di S.Nicolò è performante e da esso non è possibile alcuno scolmo di liquami non trattati nel lago.

Detto questo, l’ubicazione del depuratore risulta ormai molto infelice, venendosi a trovare circondato da abitazioni, alberghi e ristoranti; non ultimo si stà parlando da tempo della possibilità di realizzare una nuova ferrovia di collegamento Rovereto-Riva che avrebbe un ideale capolinea sull’attuale sedime del depuratore di S.Nicolò, per la possibilità di interconnessione con la rete dei battelli.

La chiusura dell’impianto di S. Nicolò per diversi motivi sembra pertanto auspicabile.

L’attuale piano di Risanamento delle Acque prevede n. 2 tipi di intervento, alternativi fra loro, per i depuratori dell’Alto Garda:

1 – realizzazione di un unico grande depuratore (almeno 100.000 Ab.eq.) dentro il monte Brione e chiusura dei depuratori di Arco (Linfano), Riva Arena, Riva S.Nicolò;
2 – chiusura dei depuratori di Arco (Linfano), Riva Arena, Riva S.Nicolò e pompaggio dei liquami in un nuovo depuratore da localizzarsi in Vallagarina; tale depuratore dovrebbe accogliere anche i liquami dell’attuale depuratore di Rovereto, che sarebbe a sua volta dismesso; il piano non dice dove ubicare questo nuovo grande impianto (almeno 200.000 Ab.eq.); naturalmente quest’opera, oltre alla realizzazione del depuratore, richiede anche la costruzione di un idoneo pompaggio nella zona dell’Alto Garda e relativo collettore fognario per arrivare in Vallagarina.

In questi ultimi anni si è anche ipotizzato di realizzare un collettore verso Limone e da lì verso il costruendo nuovo impianto di depurazione in sponda Bresciana, con dismissione dei 3 impianti dell’Alto Garda su elencati; tuttavia al momento questa ipotesi non è suffragata da alcun accordo con la provincia di Brescia, accordo che andrebbe eventualmente costruito politicamente.

ADEP sta comunque lavorando per l’adeguamento dei depuratori di Arco e di Riva Arena, la cui rete di collettori è parzialmente interconnessa, con la prospettiva comunque di poter chiudere Riva S. Nicolò e dirottare tutto il liquame ad esso afferente verso il depuratore di Riva Arena; tale ipotesi potrebbe concretizzarsi entro la fine del 2025 con il completamento di una serie di lavori già programmati.

PUNTO 6

APPA Trento, oltre a partecipare al programma di monitoraggio unificato del lago di Garda, secondo l’Accordo stipulato con ARPA Lombardia e ARPA Veneto, ufficializzato il 23/12/2015, continua a monitorare la porzione trentina del Lago, con cadenza circa bimensile. Il punto di monitoraggio è posto in prossimità del confine tra le tre province (Trento, Verona, Brescia), dove il Lago ha una profondità di 280 metri circa. I parametri indagati sono:

•chimico-fisici sulla colonna d’acqua: temperatura, ossigeno disciolto, conducibilità elettrica, pH, potenziale di ossidoriduzione;
•biologici: contenuto di clorofilla, analisi della popolazione di fitoplancton e zooplancton nello strato più superficiale (0-20 metri);

•chimici su campioni d’acqua raccolti a profondità discrete, fino alla massima profondità: contenuto di azoto e fosforo, principali nutrienti che sostengono la crescita delle alghe, metalli e sostanze inquinanti (composti aromatici, fitofarmaci), secondo le tabelle ministeriali Tab. 1A e 1B del D. Lgs. 172/2015.

Con cadenza sessennale vengono monitorate anche le piante acquatiche e le diatomee (alghe) che colonizzano le rive e i macroinvertebrati che vivono sui/nei fondali. I dati finora raccolti sono serviti per la classificazione dello stato ecologico e chimico del Lago, come previsto dal D. Lgs. 152/2006, in applicazione della Direttiva 2000/60/CE (Direttiva Quadro sulle Acque).

Per il sessennio 2014-2019, l’intero corpo idrico nord-occidentale, compresa la porzione trentina, è stato classificato in BUONO stato chimico e BUONO stato ecologico, dimostrando il raggiungimento degli obiettivi della Direttiva stessa.

Parte dei risultati del monitoraggio della zona trentina del Lago vengono pubblicati sul sito dell’Agenzia al link

Distinti saluti.

Mario Tonina

 

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