“Bene la decisione del Governo di aver introdotto, nella conversione del decreto fiscale approvato oggi in Senato, anche la norma che esenta le imprese agricole che ricevono fondi Pac nell’ordine dei 5mila euro annui dalla presentazione del certificato antimafia.”
Così in una nota il segretario della commissione Agricoltura e segretario politico del Patt, sen. Franco Panizza.
“È un obbligo – spiega Panizza – che preoccupa moltissimo le organizzazioni agricole perché riguarda un numero elevato di aziende provocando un forte ritardo nei pagamenti. Per la sola provincia di Trento, si tratta di migliaia e migliaia di aziende che andrebbero a intasare gli uffici giudiziari competenti per il rilascio del certificato.”
In questi anni abbiamo lavorato per andare incontro a una maggiore semplificazione burocratica che, soprattutto per le piccole e piccolissime imprese, costituisce molte volte un ostacolo per il lavoro e per la crescita. La norma introdotta dal Governo guarda a questa realtà ma risolve solo in parte il problema. Io credo ci sia lo spazio, prima della sua applicazione, di aumentare l’importo dei cinquemila euro perché esclude ancora una platea di soggetti, soprattutto quelli che operano in montagna e in condizioni disagiate, che fanno molta fatica a seguire tutte le incombenze burocratiche.
Il codice antimafia è uno dei provvedimenti più significativi di questa legislatura. Le azioni di contrasto e di prevenzione non devono mai venire meno. Tuttavia è importante aver corretto questa norma che, come ha riconosciuto il Governo, rischiava di compromettere l’accesso ai finanziamenti da parte di realtà su cui, comunque, l’autorità giudiziaria e le forze di polizia sono sempre nelle condizioni di poter effettuare tutti i controlli e gli accertamenti che si reputano necessari.”