Che cosa ci facevano 100 sedie prese dall’aula magna di qualche scuola al comizio di Carlo Calenda? E’ la domanda che alcuni si sono posti a seguito di quanto accaduto venerdì pomeriggio a Rovereto, appunto, dove – presso il parco Ferrari – si è tenuto un comizio elettorale in vista delle elezioni comunali che si terranno il 20 e 21 settembre 2020. Fin qui tutto normale, certo.
Peccato, come si diceva, che per accogliere i partecipanti all’evento – come già ci accennava – siano state impiegata un centinaio di sedie che si presume prese da qualche istituto scolastico locale, il Centro Formazione Professionale G. Veronesi o Liceo STEAM. Di qui un dubbio: chi ha autorizzato questa disponibilità di sedie? Sulla base di qualche formale richiesta? Le sedie sono state sanificate prima e dopo il citato comizio presso il parco Ferrari? E se sì, a spese di chi esattamente?
Com’è evidente, si tratta di quesiti assolutamente da chiarire e che nulla, beninteso, hanno di polemico nei confronti di alcuno. Anche se una possibile spiegazione dell’accaduto sembra esserci dal momento che la dirigente scolastica del Centro Formazione Professionale G. Veronesi – L.S. – pare militare proprio in Azione, il movimento di Calenda, protagonista del comizio in parola. Il che è più che legittimo, intendiamoci.
Restano però da capire – se davvero si sono impiegate delle sedie di un istituto scolastico destinatario di fondi pubblici o comunque accreditato presso la PAT – le dinamiche dell’accaduto al parco Ferrari. Non per ostilità verso nessuno, bensì come doveroso omaggio al principio di trasparenza che deve essere sempre salvaguardato per rispetto nei confronti dei cittadini.
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Tutto ciò premesso, s’interroga l’Assessore competente per sapere:
1) A quale istituto scolastico appartenevano le sedie impiegate per il comizio di Carlo Calenda tenuto al parco Ferrari di Rovereto in data venerdì 4 settembre (al Centro Formazione Professionale G. Veronesi o Liceo STEAM?)
2) Sulla base di quale richiesta formale – e di quale formale assenso – è stato concesso l’utilizzo di queste sedie, nel caso siano state prelevate da un istituto accreditato con la PAT e destinatario di fondi provinciali;
3) In caso di assenza documentazione di richiesta e assenso circa l’utilizzo di queste sedie mancasse, su chi ricade la responsabilità dell’accaduto;
4) Chi abbia provveduto alla sanificazione di queste sedie prima e dopo il citato comizio – sulla base di quale accordo – e chi abbia sostenuto le spese di trasporto e quindi di sanificazione;
5) In caso le sedie siano state prelevate da un istituto accreditato presso la PAT e destinatario di fondi provinciali in assenza di accordi e o formali permessi, se non ritenga tutto ciò estremamente grave e, in caso affermativo, come intende attivarsi affinché simili episodi non abbiano in futuro a ripetersi;
6) Se corrisponda al vero che circa un mese addietro un insieme di banchi e sedie in dotazione al Centro Formazione Professionale G. Veronesi – una parte di proprietà provinciale ed un’altra di una società partecipata provinciale – sia stato inviato nel sud Italia, precisamente a Napoli, e in caso affermativo sulla base di quali accordi sia stata effettuata questa operazione.
A tale interrogazione si richiede risposta scritta.
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Cons. Mara Dalzocchio