(Fonte: Claudio Civettini) – Un centro di pedopornografia che parte dal trentino. Un grazie agli investigatori trentini per l’operazione “Black Shadow”. I sospettati trentini siano allontanàti subito dai minori.
Lasciano sgomenti le conclusioni dell’operazione black shadow che, coordinata dal centro nazionale, contrasta la pedopornografia on line, e diretta con la massima professionalità dal Pm Davide Ognibene della procura di Trento, è riuscita fortunatamente ad aprire un varco nella delinquenza omertosa di questo inquietante ambito, che pare proprio abbia interessato anche insospettabili soggetti trentini.
Ora, nell’attendere il proseguo concreto di questa indagine per la quale – qualora venisse confermata in sede di giudizio – ci si augurano pene pesantissime, visto che, per quanto riguarda il Trentino, tra i soggetti coinvolti pare vi sia un infermiere e forse altre persone comunque in contatto con il mondo dei minori, quello che si chiede, a prescindere dall’umana pietas che si può portare verso questi delinquenti seriali, è l’allontanamento tempestivo di costoro da ogni contatto che potesse sorgere per motivi professionali o di altro tipo nei confronti dei minori.
Una richiesta che parrebbe non suffragata dalle necessità dettate dalla legge, ma sicuramente – vista la gravità dei fatti, che addirittura porterebbero a dei dossier osceni con ripetuti riferimenti addirittura a Yara Gambirasio – parrebbe francamente un dovere per la tutela dei nostri bimbi i quali, purtroppo, rimangono ostaggi inconsapevoli di questa gente, abusando anche-ed è gravissimo dell’affido fiduciario dei genitori per le attività giornaliere dei loro piccoli.
Un reato odioso e da estirpare – quello della pedopornografia – che insieme a quello della violenza sulle donne non merita pietà o buonismo di alcun genere.
Cons. Claudio Civettini
Foto: archivio Polizia Stato