(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Dellai, Pacher, Andreatta, Ianeselli. I 30 anni nei quali la bonifica dei terreni (privati) che stanno tra Campotrentino e via Brennero è “rimbalzata” tra una consiliatura e l’altra nel mentre che tra quasi aree fieristiche e progetti di archistar, variante al Prg dopo variante al Prg, la voce di “Questotrentino” si affievoliva e chi chiedeva attenzione alle scelte veniva catalogato come NoTav. Mentre la speculazione ha la pazienza del gatto con il topo, in una città dove chi quei sindaci li ha votati e quelle scelte ha ratificato con il voto a chi le sosteneva, ora bersaglia quella Rfi, che ha dovuto piegarsi alle richieste della Giunta provinciale di Trento del 2003 e del Comune di Trento.
Comune che dal 2017 è “mosca cocchiera” di tutta l’operazione. O si trattò di “dissonanza cognitiva” o più banalmente l’imminenza delle regionali 2023 e le brutte figure degli assessori Facchin e Baggia e del Compagno Notaio che ne garantisce l’agibilità, semplicemente spingono alcuni ex “aficionados” a riposizionarsi in vista della scadenza comunale del 2025 e del prevedibile insuccesso del sindaco uscente.
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Roberto Dal Rì
Commissario straordinario dell’Udc per il Trentino Alto Adige/Suedtirol
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