(Fonte: Openpolis) – Con il voto di ieri sulla manovra correttiva, l’esecutivo ha posto per l’undicesima volta la fiducia da quando è al potere. Dal giorno dell’insediamento sono 2 al mese. Strumento utilizzato per approvare circa il 50% delle leggi, è record.
In questi giorni il parlamento, principalmente occupato con la discussione sulla legge elettorale, deve anche convertire in legge il decreto n.50 del 2017, la cosiddetta manovra correttiva. Oggi il voto finale a Montecitorio, mentre nella giornata di ieri il governo ha posto e ottenuto la fiducia sul provvedimento. 315 favorevoli, 142 contrarti e 5 astenuti, e ora il testo passerà al senato.
In allegato la tabella grafica contenuta nel comunicato stampa:
Diventano così 11 le occasioni in cui l’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni ha utilizzato il voto di fiducia per velocizzare il dibattito e serrare i ranghi della maggioranza. Precedentemente era già successivo 7 volte al senato, e 3 alla camera. Nei 171 giorni di governo lo strumento è stato utilizzato circa 2 volte al mese, seguendo in pieno il dato già fissato dal governo di Matteo Renzi.
Il vero numero che emerge è quello che mette in relazione i voti di fiducia con le leggi approvate. Dal 12 dicembre 2016 (giorno in cui c’è stato il passaggio di consegne tra Renzi e Gentiloni) sono state approvate e pubblicate in gazzetta ufficiale 23 leggi.
In media il 47,83% di esse ha richiesto un voto di fiducia, percentuale più alta fra gli ultimi 5 esecutivi. Il precedente record era del governo Monti (45,13%), seguito dall’esecutivo Letta (27,78%), quello Renzi (26,78%) e infine quello Berlusconi (16,42%).
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