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LEGA SALVINI TRENTINO * ASSEMBRAMENTO: GIULIANI: « RIAPRIAMO LE CASETTE DOVE VIENE VENDUTO IL BRULÈ, TROVIAMO DEI LUOGHI MAGGIORMENTE PREDISPOSTI PER IL DISTANZIAMENTO SOCIALE »

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16.51 - giovedì 19 novembre 2020

“Cerchiamo di tenere aperte le casette dove viene venduto il brulè e troviamo dei luoghi maggiormente predisposti per il distanziamento sociale”, è questo quanto richiesto dalla Lega Salvini Trentino in Comune a Trento con una mozione che vede come prima firmataria la Capogruppo Bruna Giuliani.

La recente ordinanza del sindaco, che a causa di un ipotizzato assembramento, ha imposto la chiusura immediata dei chioschi di brulè e castagne, solleva il tema di come siano state decise le postazioni dei chioschi in città, in relazione agli spazi aperti disponibili.

Bruna Giuliani a riguardo spiega: “In questo periodo, il contesto di emergenza sanitaria in cui il Comune si trova ad operare richiede una precisa e particolare valutazione dei luoghi di collocazione dei chioschi, garantendo che attorno ad essi vi sia sufficiente spazio per il distanziamento dei clienti, evitando situazioni di rischio e possibile contagio. È infatti il Comune che deve decidere in merito all’adeguata collocazione di queste attività stagionali, garantendo spazi sufficienti per la sicurezza.

Non si può immaginare che gli esercenti si inventino eccezionali misure di prevenzione, se il loro posizionamento in spazi limitati non lo consente. Inoltre, va considerato che i fatti relativi ad una situazione di “assembramento” si sono verificati nella serata di sabato, mentre durante la settimana ed anche di domenica – con i negozi chiusi – la probabilità di assembramenti è ben minore.

Sarebbe quindi molto più utile, per la città e per gli esercenti stessi, considerare intervalli di tempo ragionati con orari di apertura più ristretti, prima di ordinare un’improvvisa chiusura. Le mosse dell’amministrazione comunale dovrebbero poi essere valutate secondo parametri ben definiti: l’andamento dei contagi, la capacità degli esercizi di smaltire i prodotti già acquisiti e a magazzino e la loro possibile ricollocazione in altri ambiti del centro città, che consentano maggiore distanziamento tra le persone. Con un po’ di buon senso e soprattutto collaborazione, sedendosi al Tavolo con le categorie e con la Provincia, si sarebbe potuta trovare una soluzione intermedia senza arrecare ancora una volta danno economico e turistico alla città di Trento”.

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