Scempio sull’Alpe di Pampeago Assistiamo impotenti allo scempio che si sta perpetrando sull’Alpe di Pampeago, dove è in costruzione il bacino artificiale di Tresca, che sarà utilizzato per l’innevamento artificiale delle piste da sci di quella zona. Un milione e seicento mila euro pagati con le tasche dei contribuenti trentini (su un costo totale di 10 milioni di Euro), sicuramente non tutti d’accordo su questo ecomostro alto 6 metri e che si estenderà per 15 mila metri quadrati, e che deturperà il paesaggio delle Buse di Tresca.
Un intervento che a detta dei committenti si è reso necessario a causa dei cambiamenti climatici e la conseguente mancanza di neve. Peccato che è e continuerà purtroppo ad essere sempre e solo l’intervento violento e sciagurato dell’uomo a minare il fragile equilibrio dell’ecosistema e a provocare i cambiamenti climatici a cui stiamo già assistendo. Tra l’altro è stata sollevata la preoccupazione che questo invaso sovrasta la piana di Pampeago e più a valle Stava.
Se i turisti sono aumentati del 10 per cento dopo che le Dolomiti sono state riconosciute patrimonio Unesco, ora con questi interventi distruttivi e impattanti assisteremo ad una fuga degli stessi. Vale veramente la pena deturpare un paesaggio e un territorio di incomparabile bellezza per preparare delle piste di neve artificiale in tempi brevi? Lo scenario che si prefigura per il futuro impone un ripensamento a 360° dell’offerta turistica invernale, sostenendo e sviluppando una nuova concezione di turismo in montagna, più coerente sia con i cambiamenti climatici in atto che con stili di vita più sostenibili.
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Cons. Lucia Coppola