Inps: Ghiselli (Cgil), Boeri continua a interpretare altri ruoli anziché rendere conto attività Istituto. “Il presidente dell’Inps Tito Boeri anche quest’anno, nella sua relazione annuale, anziché rendere conto dell’attività dell’Istituto e delle rilevanti difficoltà che lo stesso sta attraversando, in particolare per la crescente difficoltà di erogare adeguati servizi ai cittadini, ha preferito interpretare altri ruoli, fino a definire un nuovo sistema contrattuale, basato sull’idea di superare i contratti collettivi nazionali di lavoro, riproponendo le arcaiche ‘gabbie salariali’ e sostenendo l’esigenza di un salario minimo di legge anche nei settori già coperti dalla contrattazione collettiva.
Altrettanto inopportuno, oltre che sbagliato, è stato il richiamo critico rispetto alla reintroduzione delle causali nei contrati a termine”. E’ quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Roberto Ghiselli.
“Sulla tenuta del sistema previdenziale e sull’impatto economico di eventuali riforme, il presidente dell’Inps – prosegue il dirigente sindacale – cita dati e stime che solo lui conosce, alcuni palesemente inattendibili, come quelle relative quota 100.
Come si fanno a prevedere maggiori costi per 18-20 miliardi all’anno quando le stime di minori spese dell’insieme delle misure previste con la legge Fornero erano di 80 dal 2012 al 20121? Perché Boeri non chiarisce mai come arriva a determinare le sue stime e non consente a tutti di accedere alle banche dati dell’Inps?”
“Per quanto riguarda i giovani, – aggiunge il segretario della Cgil – non si possono evidenziare i rischi sociali per un’intera generazione e contrapporsi a qualunque modifica alle attuali regole del mercato del lavoro e del sistema previdenziale che, se rimangono tali, condannano le nuove generazioni ad un presente di precarietà sul lavoro e ad un futuro di anziani poveri”.
“Meritano invece attenzione – conclude Ghiselli -, per gli effetti diretti che hanno sul mercato del lavoro e quindi sulle entrate contributive, le considerazioni del presidente sulle dinamiche demografiche, in particolare sui rischi connessi alla denatalità e ai flussi migratori in entrata e in uscita”.