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PATT * RIFORMA CREDITO COOPERATIVO: DETASSIS « DA RURALE A “CDT” FINO A “BANCA PER IL TRENTINO ALTO ADIGE”, DOVE STA ANDANDO LA CASSA RURALE DELLA NOSTRA CITTÀ? »

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19.16 - sabato 11 febbraio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
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DA RURALE A CASSA DI TRENTO FINO A BANCA PER IL TRENTINO ALTO ADIGE: DOVE STA ANDANDO LA CASSA RURALE DELLA NOSTRA CITTÀ?

La riforma del Credito Cooperativo ha imposto anche alle nostre Casse Rurali una scelta di campo obbligata diventata concreta alcuni anni fa con la nascita del gruppo bancario Cassa Centrale Banca – Credito Cooperativo Italiano. Anche la nostra vecchia Cassa Rurale di Villazzano diventata nel tempo con le numerose fusioni Cassa di Trento, ha attraversato mutazioni e cambiamenti che l’hanno portata a diventare più grande, ad espandersi sempre più nel territorio comunale e sovracomunale. Con il percorso avviato verso l’ennesima fusione con la Cassa Rurale Novella ed Alta Anaunia, non si parla più di una Cassa Rurale che deve essere credito cooperativo della comunità ma addirittura di una Banca per il Trentino Alto Adige.

In tutti questi anni ogni fusione è stata accompagnata da grandi proclami: “Rimarrà sempre la Cassa Rurale della nostra comunità al servizio dei soci e dell’associazionismo”. Se aggiungiamo poi che l’emergenza COVID ha eliminato la possibilità che i soci possano esprimere il loro punto di vista di persona, relegando il confronto con la base al Rappresentante Designato, tante scelte, anche quelle discutibili, non hanno trovato uno spazio pubblico adeguato per il confronto con i soci.
Come Sezione del Partito Autonomista Trentino Tirolese della città di Trento, ci rammarica prendere atto che la nostra Cassa Rurale non c’è più, o meglio si punta a fare un’altra cosa. Ma il nostro disagio non finisce qui e raccogliamo anche le opinioni di molti soci e clienti:

costi dei conti correnti e delle spese lievitati in modo esponenziale,
numerose filiali della città chiuse per ridurre personale e costi dei servizi,
orari di apertura ridotti progressivamente,
incentivazione ad usare mezzi digitali piuttosto che l’accesso alle filiali,
dipendenti e responsabili delle filiali che continuano a cambiare lasciando soci e clienti senza punti di riferimento,
una burocrazia lievitata in modo importante;
il Socio che ormai conta poco o nulla.

Non serve essere economisti per rendersi conto che ci si prefigge come obiettivo quello di massimizzare ricavi e utili per apportare al gruppo di riferimento sempre più solidità patrimoniale, per cui siamo finiti nelle solite logiche di mercato dove il profitto viene messo davanti a tutto e tutti.
Se compito della politica è anche quello di provare a rispondere ai problemi dei cittadini, il Direttivo della Sezione PATT di Trento si pone delle domande:
dove sta andando la nostra Cassa Rurale?
Dove sono i valori fondanti che hanno fatto la storia della Cooperazione Trentina?
Possiamo accettare che la Cassa della città diventi una grande banca alla pari di quelle che troviamo sul mercato ogni giorno?
Cosa lasceremo ai nostri figli e ai nostri nipoti? Una grande banca d’affari sempre più lontana dalla sua Trento che l’ha fatta nascere e crescere in tutti questi anni?
Siamo consapevoli che un’impresa privata decida in piena autonoma le proprie strategie aziendali ma anche convinti che questa impresa sia una Banca di Credito Cooperativo, cioè una cooperativa la cui proprietà fa riferimento alle migliaia di soci che la compongono; come Direttivo della Sezione PATT di Trento, esprimiamo la nostra preoccupazione per le scelte intraprese, auspicando che le stesse possano essere riviste, non in chiave di maggior profitto ma nel pieno rispetto di soci e clienti che hanno reso questa Cassa Rurale, grande e importante.

 

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Il direttivo della Sezione PATT di Trento

Presidente Giordana Detassis

 

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