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PATT * AUTONOMIA DIFFERENZIATA: « IL 7/3 PRESENTAZIONE PUBBLICA DEL DOCUMENTO “AUTONOMIE SPECIALI”, DA SOTTOPORRE AI CANDIDÀTI PRESIDENTI PAT (SALA REGIONE TN-AA /ORE 20.00) »

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17.15 - giovedì 9 febbraio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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DOCUMENTO DEL PATT SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA APERTO IL DIBATTITO CON UN INCONTRO PUBBLICO ASSIEME AGLI ESPERTI.

Il PATT sta affrontando con grande serietà il nuovo scenario prefigurato dallo schema di disegno di legge sulla cosiddetta autonomia differenziata, che, anche se riferito alle regioni a statuto ordinario, è destinato ad avere importanti riflessi anche sulle autonomie speciali.
Il tema, complesso e delicato, è stato affrontato sia sotto l’aspetto politico, sia dal punto di vista tecnico-legislativo con l’autorevole consulenza di esperti da Francesco Palermo, a Flavio Guella, a Matteo Migazzi e Mauro Marcantoni.

Sulla base delle analisi approfondite anche con l’Obmann della SVP Achammer, il documento elaborato dal PATT da sottoporre ai candidati presidenti della Provincia autonoma di Trento ed è stato fissato per il prossimo martedì 7 marzo alle ore 20 un incontro pubblico, con la presenza dei citati esperti, nella Sala di rappresentanza della Regione a Trento.

Scopo dell’incontro, non solo illustrare il contenuto e le fasi evolutive dello schema di legge dell’autonomia differenziata, ma soprattutto valutare la possibilità da un lato di monitorare il percorso per tutelare appieno le nostre prerogative autonomistiche e, dall’altro, di verificare dettagliatamente ogni opportunità utile a definire i confini delle nostre competenze e, possibilmente, ad ampliarle, oltre che ad individuare una modalità giuridica percorribile per inserire nel nostro Statuto il principio dell’intesa.
L’incontro, aperto a tutte le persone e ai soggetti interessati, costituirà l’occasione per approfondire il dibattito su un tema oggi all’attenzione dell’opinione pubblica locale e nazionale.

“Su un tema così importante e cruciale per il nostro futuro – ribadiscono il Segretario del PATT Simone Marchiori e il Presidente Franco Panizza – si deve evitare ogni forma di strumentalizzazione politica per ricercare una convergenza il più ampia possibile su una proposta condivisa anche a livello regionale, in grado di esprimersi all’esterno e in tutte le sedi istituzionali con una posizione univoca, convincente e autorevole.
Con questa iniziativa il PATT vuole suscitare la massima attenzione della comunità trentina e sudtirolese su una fase politica destinata, auspicabilmente, a far percepire l’autonomia come un’opportunità per l’intero Paese, partendo dalle Regioni maggiormente virtuose e responsabilizzate.

 

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In allegato: documento su AUTONOMIE SPECIALI E AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Un vero Partito Autonomista non può che salutare con soddisfazione il processo di autonomia differenziata, avviato a livello nazionale con l’approvazione dello schema di disegno di legge quadro proposto dal Ministro Calderoli e presentato dal Governo, i cui effetti si manifestano soprattutto a favore delle Regioni a statuto ordinario.
Per gli autonomisti del PATT, la possibilità di autogestirsi in casa propria, assumendo tutte le responsabilità anche a livello finanziario, rappresenta un assunto irrinunciabile. Per noi, e lo abbiamo sempre detto in ogni sede anche nazionale, l’Autonomia rappresenta un modello di sviluppo per l’intero Paese, in grado di rispondere ed affrontare efficacemente le sfide del presente e futuro. A chi continua a vedere un pericolo nelle autonomie un pericolo, rispondiamo che l’autonomia non può rappresentare il problema dell’Italia, ma viceversa può essere la soluzione dei problemi del Paese. Lo dimostra anche il fatto che, quando si è rinnegata la vocazione regionale alla base della nostra Costituzione e dell’assetto bicamerale e si è perseguita una politica centralista, le sorti dell’Italia non sono affatto migliorate, ma, viceversa, ci si è trovati di fronte ad un sempre maggiore divario fra Nord e Sud e ad un debito pubblico in continuo aumento.

Se vogliamo puntare in alto e al miglioramento dei nostri livelli di crescita, le inefficienze di alcune regioni non possono essere il pretesto per non affidare responsabilità e opportunità a quelle più virtuose.
È evidente che il processo che porterà all’autonomia differenziata non ha a che vedere con le ragioni storiche e con il percorso politico e istituzionale, anche a livello internazionale, delle autonomie speciali e, nel nostro caso, specialissime. L’aver messo in campo finalmente la sfida dell’autonomia differenziata può, però, contribuire a far comprendere meglio la nostra autonomia speciale e a non farci apparire erroneamente come dei privilegiati, bensì come degli esempi di successo che sono lì a dimostrare che quando i territori possono autogovernarsi, e lo fanno bene, possono mettere in campo politiche di sviluppo e di crescita che vanno a beneficio dell’intera popolazione.
La posta in campo è talmente alta che sarà necessario seguire da vicino e con spirito costruttivo l’evoluzione della riforma e tutte le fasi del suo percorso, monitorandolo ad ogni livello, sia politico che parlamentare, sia amministrativo che culturale, in totale intesa con la Provincia autonoma di Bolzano, affinché:

1. non si vada in alcun modo a confondere il percorso delle autonomie speciali con quello delle regioni ordinarie che si sviluppa con l’articolo 116 della Costituzione, ribadendo in ogni occasione utile la particolarità e la specificità della nostra Autonomia;

2. sia rispettato il carattere “dinamico”, e quindi di crescita evolutiva, della nostra Autonomia speciale, pretendendo che non siano unilateralmente messi in discussione i livelli standard di qualità e di efficienza fin qui raggiunti;

3. nel momento in cui si fissano, con decreti adottati d’intesa con la Conferenza Unificata, i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e i relativi costi standard, non devono essere interpretati come vincoli di spesa e non deve essere limitata la nostra competenza nel definirli e gestirli, perché la nostra condizione di territorio di montagna impone standard, misure e investimenti finanziari adeguati e specifici per la nostra realtà;

4. venga applicata la clausola di maggior favore, prevista dall’art. 10 della Legge Costituzionale n.3/2001 e ripresa nella proposta del Governo, secondo la quale sino all’adeguamento dei rispettivi statuti, alle Regioni e alle Province autonome di Trento e di Bolzano, si applicano le disposizioni previste per le Regioni a statuto ordinario nelle parti in cui prevedono forme di autonomia più ampie rispetto a quelle già attribuite, purché sia però ben distinto il procedimento normativo con cui vengono attribuite e i due percorsi non si sovrappongano e non possano essere confusi;

5. si ripristini la valenza originaria delle competenze in capo alla nostra Regione e alle due Province Autonome, erosa dopo la quietanza liberatoria del 1992 e soprattutto dopo la riforma costituzionale del 2001, a causa delle reiterate sentenze della Corte Costituzionale che hanno ridimensionato le nostre competenze, interpretando come esclusive dello Stato le cosiddette materie trasversali. Ciò, infatti, ha avuto implicazioni negative in molti settori cruciali, tra i quali i lavori pubblici (limitati dalla competenza trasversale della tutela della concorrenza), la tutela del paesaggio e l’ordinamento del personale pubblico (limitati dalla competenza trasversale in materia di diritto civile).

Da ultimo, il PATT chiede che, congiuntamente alla Provincia Autonoma di Bolzano, si metta in campo ogni tentativo utile affinché:
1. siano portate ad approvazione definitiva le norme di attuazione esaminate ed approvate dalla Commissione dei Dodici;

2. in parallelo all’iter della legge di attuazione dell’autonomia differenziata, vengano portate avanti, in accordo con il Governo nazionale, iniziative legislative finalizzate a:
– introdurre nello Statuto di autonomia della Regione Trentino Alto Adige/Südtirol il principio dell’intesa necessaria per la modifica delle norme statutarie;
– adeguare lo Statuto di Autonomia, come previsto dall’art.10 della Legge Costituzionale 3/2001, integrando le competenze legislative della Regione, di cui agli articoli 4 e 5 dello Statuto, e delle Province autonome, di cui agli articoli 8 e 9;
– definire in maniera precisa la ripartizione, nell’art.117 della Costituzione, delle competenze tra lo Stato e le Regioni e Province Autonome;
– si istituisca un tavolo di lavoro delle Giunte della Regione e delle Province autonome di Trento e di Bolzano con il Governo nazionale per promuovere e seguire direttamente le procedure di modifica delle norme statutarie.

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