News immediate,
non mediate!

Intervista a Cesare Hoffer, Coordinatore provinciale Nursing up – Trento

Categoria news:
*** PREMIUM *** · OPINIONEWS

MANICA (PD) * FORESTALE PAT: « È UN CORPO DI POLIZIA? 248 UNITÀ (2 GENERALI – 14 TENENTI COLONNELLO – 10 MAGGIORI – 7 CAPITANI – 16 SOTTOTENENTI – 190 SOTTUFFICIALI), TRIONFO DI ALTI GRADI RISPETTO AD ESIGUITÀ TRUPPA »

Scritto da
07.35 - venerdì 19 aprile 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
///

 

 

Egregio Signor Claudio Soini – Presidente del Consiglio provinciale.

Interrogazione a risposta scritta n. 279

Oggetto: CORPO FORESTALE O CORPO DI POLIZIA?

Come noto, il Corpo Forestale della Provincia autonoma di Trento – che in materia di foreste ed in base alle disposizioni contenute nello Statuto d’autonomia ha competenza primaria come stabilito dal D.P.R. 31 agosto 1972 n. 670, art. 8, lett. 21 – è stato istituito con la L.P. n. 7/1997 – art. 67 – ed è diventato operativo nell’anno 2000 con l’emanazione del regolamento previsto dalla medesima norma (D.P.P. 17 aprile 2000 n. 5-23 Leg.). Tale regolamento è poi stato sostituito da un successivo e nuovo regolamento (D.P.P. 21 luglio 2008 n. 27-134 Leg.) e successive modifiche.

Il regolamento in vigore, come del resto il precedente, definisce il Corpo Forestale come un Corpo tecnico con funzioni di polizia e deputato alla tutela dell’ambiente naturale, alla salvaguardia del territorio forestale e montano e dei corsi d’acqua. Altresì, al Corpo Forestale viene attribuita la funzione di concorrere alle attività di protezione civile e dei servizi antincendi, secondo quanto stabilito dalle disposizioni provinciali in materia e con particolare riferimento al territorio forestale e montano e ai corsi d’acqua, nonché per le attività di presidio degli stessi e di difesa delle popolazioni (art. 2, comma1, lett.c del predetto regolamento).

Va infine ricordato che il personale del Corpo Forestale può concorrere alle attività di pubblica sicurezza e ordine pubblico, su specifica richiesta dell’Autorità competente (art. 2, comma 1 lett. d del medesimo regolamento).

Sulla base di tali fondamenti giuridici appare del tutto evidente che:

1) il Corpo Forestale della Provincia autonoma di Trento è un “Corpo civile” e non può essere assimilato ad un “Corpo militare”;

2) le sue funzioni, nell’ambito della protezione civile e per le attività in materia di pronto soccorso e in caso di calamità pubbliche, sono meramente integrative rispetto alle attività principali delineate dalle norme regolamentari in vigore;

3) le funzioni di pubblica sicurezza sono svolte dal Corpo Forestale alle dirette dipendenze dell’Autorità competente – nel nostro caso il sig. Commissario del Governo per la provincia autonoma di Trento – che, in baso allo Statuto d’autonomia, può riconoscere,con proprio decreto, la qualifica di “agente di pubblica sicurezza” al personale della carriera direttiva e di concetto del ruolo organico delle Foreste ed a quello del ruolo organico speciale dei sottufficiali e guardie forestale delle province autonome di Trento e Bolzano. In pratica quindi, tale funzione viene svolta unicamente in occasione della sorveglianza ai seggi in occasione delle elezioni politiche o per particolari ed eccezionali avvenimenti sportivi come il “Giro d’Italia”.

Il Corpo Forestale della Provincia autonoma di Trento prende forma, a suo tempo, perseguendo l’obiettivo dell’organizzazione di un’area omogenea di vigilanza ed assorbendo in essa le molteplici figure operanti sul territorio: guardie forestali, guardie ittico-venatorie, guardie idrauliche, guardie-parco e custodi forestali, al fine di oltrepassare, in modo graduale, situazioni di disfunzione e di sovrapposizione di ruoli e compiti nello svolgimento delle attività di vigilanza e nel superamento delle rigidità nell’utilizzo delle risorse umane. Tale obiettivo, tuttavia, venne ben presto abbandonato, mentre si è puntato a perseguire un disegno mirato a fare del Corpo Forestale provinciale un vero e proprio Corpo di Polizia provinciale, seppur in totale assenza di potestà della Provincia autonoma in questo senso.

Con il regolamento dell’anno 2008, il Corpo Forestale provinciale cambia denominazione, per diventare “Corpo Forestale del Trentino” (C.F.T.), con una organizzazione di tipo gerarchico-militare che si allinea, dapprima a quella del Corpo Forestale dello Stato (C.F.S.), divenuto ancora nel 1981 il quinto Corpo di polizia dello Stato e poi all’Arma dei Carabinieri, dentro la quale si scioglie il Corpo Forestale dello Stato, con la riforma dell’anno 2017. Nell’anno 2021 poi, risulta che il Corpo Forestale del Trentino viene incorporato nel contesto del Dipartimento per la Protezione civile della Provincia autonoma di Trento e per tutto il personale si prevede l’adozione di una uniforme con i relativi gradi e denominazioni già esistenti per l’Arma dei Carabinieri. Se fin dal primo Statuto d’autonomia, il personale delle qualifiche forestali dei sottufficiali e guardie ha sempre svolto il suo servizio vestendo una apposito divisa, è solo con l’anno 2008 che anche alle qualifiche superiori, ovvero a quelle dei funzionari, direttori d’ufficio e dirigenti, vengono fornite idonee divise, peraltro non previste nell’originario regolamento dell’anno 2000.

Alla luce di tali premesse, il personale del Corpo Forestale Trentino ammonta, alla data del 1 dicembre 2023, a 248 unità, delle quali 190 fra sottufficiali e guardie e 53 ufficiali, fra i quali si registrano, in particolare, 1 generale di divisione con funzioni di capo del C.F.T.; 1 generale di brigata con funzioni di vice-capo del C.F.T. (carica a tutt’oggi vacante); 14 tenenti colonnello; 10 maggiori; 7 capitani e 16 sottotenenti. Si tratta di un trionfo di alti gradi che, anche rispetto all’esiguità della truppa, ricorda latitudini diverse dal sobrio Trentino di antica radice asburgica. Una simile sarabanda gerarchica appare ovviamente ben poco funzionale, rispetto ai compiti di istituto assegnati al C.F.T. e che sono, principalmente, di ordine tecnico; di indirizzo e supporto alla gestione dei patrimoni forestali facenti capo ai diversi proprietari di boschi pubblici e privati; di sostegno ai soggetti della filiera foresta-legno trentina; di indirizzo e supporto alla gestione dell’ambiente naturale e della fauna selvatica e di intervento nella sistemazione dei corsi d’acqua.

Anche la più recente ripartizione delle materie fra i vari Assessorati, con accorpamenti poco comprensibili e pericolose frammentazioni di competenze priva di qualsiasi logica, nonché l’individuazione di strutture complesse come i Dipartimenti, rischiano di compromettere irrimediabilmente l’unità funzionale del C.F.T.. Infatti, l’incorporazione delle materie e delle strutture nelle quali opera il Corpo Forestale, dentro le competenze del Dipartimento della Protezione civile, non appare affatto rispettosa del dettato legislativo, che prevede l’istituzione di strutture dirigenziali complesse, come appunto i Dipartimenti, per macroaree individuate secondo criteri di chiara omogeneità (art. 21 bis della L.P. n. 7/1997).

Le materie e le attività di competenza del Corpo Forestale sono, com’è del tutto evidente, più omogenee alle strutture che si occupano di agricoltura e/o ambiente, come sempre è stato in passato, anziché a quelle strutture che si occupano invece di protezione civile, di calamità pubbliche e di pronto soccorso in senso stretto, a meno che a livello di Giunta provinciale non si intenda privilegiare, proprio come scelta politica, i temi dell’emergenza (vedi: la questione dei grandi carnivori, oppure l’approntamento di strutture idonee ad eventi particolari come i mega-concerti), piuttosto che i difficili e complessi nodi legati della gestione “post- Vaia” e “post-bostrico” del nostro patrimonio forestale, oppure la grande esperienza di prevenzione dei dissesti idrogeologici maturata dai ”Bacini Montani” e che nulla ha a che vedere con la logica dell’emergenza, propria invece del meccanismo della protezione civile.

Va inoltre sottolineato come l’allora – ed attuale – capo/generale di divisione del C.F.T. carica mantenuta anche dopo la nomina a Segretario generale della Provincia a seguito di una intervenuta ed apposita modifica ad hoc del regolamento, in una intervista, apparsa su di un quotidiano on-line locale, giustificava l’allineamento del C.F.T. all’ Arma de Carabinieri, con la necessità di adeguarsi a quanto avvenuto nel resto del Paese dopo la soppressione del Corpo Forestale dello Stato e l’assorbimento dello stesso appunto nell’Arma “Benemerita”, per avere una maggiore definizione dei gradi e una più chiara relazione con i Carabinieri, nell’ambito dei rispettivi servizi sul territorio. Affermazione alla quale faceva contraddittoriamente seguito il riconoscimento che la nostra specialità provinciale permette di mantenere un “certo grado di autonomia”.

Parole che suscitano qualche perplessità non solo perché i funzionari forestali hanno sempre prestato – e tutt’ora prestano – il loro servizio vestendo in borghese senza che ciò abbia mai provocato disguidi e/o incongruenze con il personale dell’Arma dei Carabinieri, ma anche perché in analoga situazione come quella della Provincia autonoma di Bolzano, i funzionari di quel Corpo Forestale non hanno mai indossato alcuna divisa senza che ciò abbia minimamente compromesso la collaborazione d’ufficio con i Carabinieri e quant’altri agiscono nel settore forestale. Insomma, tutto il gran frastuono di gradi, divise ed insegne del grado sembra ridursi più a questioni estetiche che non a reali esigenze di funzionalità e forse potrebbe essere giunto il tempo per una revisione e semplificazione di tutta questa sovrastruttura di tipo paramilitare.

Tutto ciò premesso si interroga la Giunta provinciale per sapere:

– se, tenuto conto delle prevalenti funzioni tecniche ed amministrative affidate al C.F.T. e della sua natura giuridica di Corpo tecnico con limitate funzioni di polizia, si ritiene opportuna e funzionale l’adozione per il medesimo del modello gerarchico dell’Arma dei Carabinieri, posto che la stessa appare del tutto priva di qualsiasi supporto normativo; – se la scelta operata sottende invece alla costituzione di un “Corpo di Polizia della Provincia autonoma di Trento”, anche se lo Statuto e le norme nazionali non prevedono alcuna fattispecie in proposito;

– se, per tutte le considerazioni espresse in premessa, non si ritenga più utile ripristinare quanto previsto dall’originario regolamento del C.F.T. dell’anno 2000, in materia di gradi e divise del Corpo stesso; – a quanto ammonta, a tutt’oggi, la spesa sostenuta per la fornitura di uniformi alle qualifiche forestali superiori, da quella di sottotenente a quella di generale di divisione; – se si considera conforme a quanto previsto dall’art. 21 della L.P. n. 7/1997 l’assegnazione delle materie forestali e del Corpo forestale al Dipartimento della Protezione civile; – se si ritiene opportuno e della massima rilevanza affidare al C.F.T. l’elaborazione e la predisposizione di un piano generale di gestione selvicolturale “post-Vaia” e di un piano di assestamento “post-bostrico”, al fine di ripristinare gli strumenti di pianificazione delle proprietà forestali maggiormente colpite, tenuto conto delle fondamentali funzioni svolte dai boschi nel contrasto ai cambiamenti climatici, per la stabilità dei versanti montuosi, per ripristinare il paesaggio e la biodiversità ambientale e per assicurare il necessario fabbisogno di legname alla filiera foresta-legno trentina.

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

 

*

Alessio Manica (Gruppo consiliari Pd del Trentino)

 

 

Loader Loading...
EAD Logo Taking too long?

Reload Reload document
| Open Open in new tab

Scarica PDF [48.82 KB]

Categoria news:
*** PREMIUM *** · OPINIONEWS
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.