In un anfiteatro naturale che ha risposto a ogni suono con una leggera eco, i musicisti fassani e il grande jazzista sardo si sono cimentati in un repertorio che ha saputo muoversi tra brani ormai storici, memorie risalenti alla Grande Guerra, escursioni nelle atmosfere mitteleuropee e persino in reinterpretazioni contemporanee di melodie senza tempo.
Solo nell’ultimo secolo le Dolomiti hanno visto contadini, boscaioli, cacciatori, persino eserciti passare ai loro piedi e sulle cime. Loro sono rimaste le stesse. Testimoni silenziosi della storia.
Eppure tutt’attorno il mondo e gli uomini hanno continuato a vivere e a creare e sperimentare anche a queste altezze.
Lo ha dimostrato oggi lo straordinario evento proposto da I Suoni delle Dolomiti, il festival trentino di musica in quota, che ha visto l’insolito e magico incontro tra una banda tradizionale alpina, la Musega de Poza diretta da Giancarlo Dorich, e un grande jazzista internazionale come Paolo Fresu.