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QUESTURA DI TRENTO * MALTRATTAMENTI IN FAMIGLIA: « PICCHIA LA MOGLIE, ALLONTANATO DA CASA IL MARITO 47ENNE DI NAZIONALITÀ COSSOVARA »

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13.03 - venerdì 25 giugno 2021

Nella giornata di ieri, la Squadra Mobile della Questura di Trento ha dato esecuzione ad una misura cautelare del divieto di avvicinamento ad una donna di 45 anni, da parte del marito quarantasettenne di nazionalità cossovara.

La donna, anch’essa di nazionalità cossovara, alla fine del mese di maggio si è rivolta agli investigatori della Squadra Mobile, specializzati nei reati cosiddetti “codice rosso”, all’esito dell’ennesime percosse patite dal marito. Ha raccontato che il 31 maggio di quest’anno, nel corso di una lite è stata colpita più volte dal marito che le ha causato una serie di ematomi nella parte superiore del corpo, guaribili in cinque giorni secondo i sanitari dell’ospedale “Santa Chiara”.

Nel corso dell’audizione, la vittima non si è, limitata a riferire circa le percosse subite alla fine del mese di maggio. Ma una delineato un’escalation di soprusi, violenze, fisiche e verbali nonché minacce, subite a partire dal 1991, ovvero da quando, quindicenne, ha sposato il marito in Kosovo, secondo il volere delle rispettive famiglie.

All’indomani del matrimonio, l’uomo ha inflitto una serie di terribili vessazioni alla coniuge, all’epoca minorenne, facendola entrare in una spirale di violenza inaudita, fatta di continui litigi, insulti, mediante epiteti tesi a denigrarla fisicamente e psicologicamente. In più d’una occasione la donna è stata stretta in una morsa del marito, che l’ha cinta dal mento, così forte da immobilizzarla, lasciandola senza forze in balia dell’uomo.
Le violenze sono continuate anche quando i due si sono trasferiti in Italia e sono continuate per otto anni a partire dal 2013. A cavallo tra il 2013 ed il 2014, la donna ha raccontato agli investigatori della Squadra Mobile di essere stata picchiata così forte dal coniuge al punto tale da non riuscire più a muoversi, riuscendo a fatica ad impegnare le scale per rientrare nel suo appartamento.

Un altro episodio in cui la violenza del marito è stata di inusitata violenza è avvenuto nel 2019. L’uomo ha colpito in volto la moglie con sberle e pugni , percuotendola fino a provocarle numerosi lividi sulle braccia.
Gli agenti della Squadra Mobile hanno verificato dai referti del pronto soccorso dell’ospedale “Santa Chiara”, che la donna avesse fatto più volte ingresso presso il nosocomio di Trento.

Nel 2016, all’esito della vista specialistica, gli è stato diagnosticato uno stato di forte ansia con sintomi di “astenia e dolore toracico oppressivo”. L’anno successivo, nel 2017, i sintomi si sono presentati nuovamente: “dolore toracico atipico e stato ansioso”. Per terminare nel 2019: “dolore toracico aspecifico”.
La donna ha raccontato di non aver mai voluto denunciare l’uomo per la paura delle ritorsioni per se ed i figli. Ma di essersi determinata allorché le minacce dell’uomo sono diventate sempre più frequenti e si sono indirizzate anche contro i due figli della coppia.

Il provvedimento del Giudice per le Indagini Preliminari di Trento, richiesto dalla Procura di Trento, ed seguito dalla Squadra Mobile, ha previsto che l’uomo debba rimanere ad una distanza minima di 500 dalla donna nonché dai luoghi abitualmente frequentati da quest’ultima, siano essi l’abitazione oppure il posto di lavoro.

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