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CGIL CISL UIL – TRENTINO * SMART WORKING: « NON SIA IL MODO DI SCARICARE IL RISCHIO DI IMPRESA SUI LAVORATORI »

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11.29 - venerdì 25 giugno 2021

Lavoro. Lo smart working non sia il modo di scaricare il rischio di impresa sui lavoratori. Per i sindacati bene focalizzarsi sui risultati e sulla produttività ma il tema dell’orario non può essere bypassato. Serve la partecipazione dei lavoratori alle scelte aziendali. Per la ripresa le politiche attive del lavoro e i sostegni al reddito sono ugualmente essenziali

Cgil Cisl Uil intervengono sulla questione smart working, sottolineando che la nuova modalità di lavoro deve rappresentare un’innovazione organizzativa che migliora la qualità di vita e lavoro, non un modo diverso per scaricare sui lavoratori e le lavoratrici il rischio d’impresa e ridurre i costi dell’azienda. “Giusto cominciare a ragionare su come focalizzarsi sui risultati come sostiene Palazzo Stella. Ma il tema dell’orario di lavoro, però, resta centrale se non vogliamo che questa modalità si trasformi solo in un’occasione per sovraccaricare i propri dipendenti alleggerendo i bilanci. Se realmente si crede in queste forme di innovazione organizzativa allora si apra anche a meccanismi di coinvolgimento e partecipazione dei lavoratori nelle scelte organizzative. Anche in questo caso il Trentino, a differenza di Germania e Francia, non ha mai avuto il coraggio di scommettere in questa direzione. A cominciare da Confindustria”, ribadiscono i segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti.

Per quanto riguarda le politiche del lavoro per i sindacati “le misure di sostegno al reddito per i lavoratori e le lavoratrici disoccupate sono fondamentali per favorire le transizioni e la ricollocazione. Pensare che sia quello il limite che impedisce di trovare manodopera in Trentino è del tutto fuori dalla realtà. Senza politiche passive si rischia solo un ulteriore irrigidimento del mercato del lavoro. E stupisce che Confindustria non ne sia consapevole. Al contrario vanno rese più efficaci le politiche attive. A noi non risulta che in Danimarca, Svezia o Germania abbiano ridotto gli strumenti di sostegno al reddito, semmai hanno potenziato i servizi per l’impiego e la formazione continua”. Rispondono così i segretari generali di Cgil Cisl Uil alle affermazioni del direttore di Palazzo Stella, Roberto Busato. “I sostegni al reddito sono fondamentali per accompagnare i disoccupati nel passaggio da settori in crisi a quelli in crescita – ribadiscono Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. E’ chiaro che vanno abbinate a misure efficaci di condizionalità come avviene nei Paesi europei più avanzati. Su questo il Trentino è carente e lo sarà fino a quando non verrà rafforzata Agenzia del Lavoro. Stupisce che Confindustria non ne prenda atto, smentendo di fatto quanto affermato nel documento del Coordinamento imprenditori all’ultima manovra di bilancio”.

Il nodo è che in una fase di ripartenza dell’economia, con settori e aziende che ricominceranno a funzionare bene e altre che invece arriveranno a fine corsa, c’è il rischio che senza adeguati strumenti che garantiscano la certezza del reddito nelle fasi di transizione cresca la pressione per mantenere produzioni senza mercato. “Abbiamo sempre difeso la logica della protezione dei lavoratori e delle lavoratrici nel mercato del lavoro e quindi la necessità di rafforzare i vincoli e gli obblighi per chi viene accompagnato nelle fasi di passaggio da un’occupazione all’altra. E’ chiaro che per fare tutto questo servono adeguate risorse per le politiche attive e servizi per l’impiego sul territorio. È questo che manca oggi”.
In ogni caso – concludono le tre sigle sindacali – ci si aspetterebbe che temi di tale portata fossero discussi all’interno del Cda di Agenzia del Lavoro o in Commissione per l’Impiego per fare un’analisi compiuta e sicuramente più utile.

 

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