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CPO – FEDRIZZI * AGGRESSIONE AGITU IDEO GIUDETA: ” L’INTERVENTO DELLE ISTITUZIONI SAPPIA ARGINARE E SCONFIGGERE QUESTO EPISODIO DI BARBARA VIOLENZA “

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17.04 - martedì 28 agosto 2018

La Cpo si unisce al coro di condanne per la vile aggressione contro Agitu Ideo Giudeta e auspica che l’intervento delle istituzioni e la collaborazione di una comunità civile com’è quella mochena sappiano al più presto arginare e sconfiggere questo episodio di barbara violenza.

La Cpo ha il compito di sostenere le donne a concorrere con la propria potenzialità allo sviluppo della nostra società: Agitu Ideo Giudeta ha saputo cogliere la sfida ed è riuscita a far nascere un’azienda che è un modello virtuoso di imprenditoria femminile.

C’è un tocco femminile nel suo allevamento, nella sua volontà di salvare la razza della capra mochena che rischiava l’estinzione quando la Valle si dedicò ad altre coltivazioni, nella cura che dedica alle capre rivolta anche alla loro felicità, l’Azienda si chiama La capra felice, nell’attenzione che dedica al territorio di cui accetta persino le sfide più pericolose per i suoi animali (non invoca l’uccisione dell’orso Agitu, ma dichiara di saperlo allontanare con i petardi).

C’è un tocco femminile anche nella sua capacità di estendere la produzione casearia a quella di cosmetici, il tutto nel rispetto di una produzione biologica e sostenibile. C’è infine un magnifico sorriso femminile sul volto di Agitu ogni giovedì al mercato di Trento dove vende i suoi prodotti.

La Cpo ha il compito di intervenire in vari ambiti per far sì che tutte le persone possano godere di uguali diritti e opportunità, in particolare favorisce l’inserimento delle straniere e delle giovani donne nella nostra comunità: Agitu è diventata trentina dopo avere dovuto lasciare la sua terra, l’Etiopia (ex colonia italiana che l’esercito fascista conquistò senza dichiararvi guerra e con l’uso di gas).

Agitu a Trento si è laureata in sociologia ma non ha dimenticato le sue origini, quelle di una popolazione dedita alla pastorizia e di una nonna materna che le aveva insegnato a fare formaggi, così decide di recuperare a pascolo un terreno in abbandono e far crescere un’azienda che in breve tempo contribuisce alle numerose storie di successo della Valle dei Mocheni.

Di fronte all’aggressione e alle minacce che da giugno si sono ripetute e hanno costretto Agitu a sporgere denuncia, la Cpo auspica che il lavoro della magistratura giunga al più presto alla sua protezione in difesa di quella giustizia sociale che garantisce la prosperità di tutta la collettività. La Cpo non può astenersi da una presa di posizione in difesa di Agitu e della sua Azienda, nella consapevolezza che il silenzio può essere complice di azioni che mettono a rischio la giustizia sociale di tutta la nostra comunità.

Consapevole che ogni persona si porta addosso la propria storia, la Cpo non esita a classificare come razzista e sessista questo atto di violenza. Certo, hanno ragione gli scienziati a dire che la razza non esiste. Ma il razzismo ha inventato le razze e finché dilaga il razzismo dobbiamo confrontarci anche con la finzione che lo sorregge. E dunque dobbiamo parlare anche di razze, pur fra virgolette, per capire e sconfiggere l’odio così connotato.

Agitu è stata minacciata anche perché la sua pelle è nera, anche perché l’aggressore ritiene che “i negri” debbano tornare a casa loro. Agitu è una giovane donna e il suo aggressore non tollera che una donna non sia sottomessa, sia indipendente e abbia successo.

La sua fortuna disturba l’ordine, così come disturbano i “no” che più e più donne vanno ripetendo ai loro partner i quali arrivano persino ad ucciderle per la loro incapacità di accettare l’indipendenza femminile. Per questo sottolineare che il successo dell’Azienda di Agitu è femminile ci aiuta a capire anche il tipo di odio che lei sta subendo. Anche di questo dobbiamo parlare, seppure tra virgolette, perché solo in un mondo ideale, in quello che ancora non c’è, essere uomo o donna, essere nera o bianca non conta.

La Cpo ha anche il compito di intraprendere azioni culturali e dunque di dire che di razzismo e sessismo e di cosa li scatena dobbiamo parlare, nello sforzo di capire fino in fondo cosa ancora ammala la nostra società civile, cosa rende ancora incompiuta a nostra ricerca di giustizia sociale.

 

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Simonetta Fedrizzi

Presidente Commissione provinciale Pari Opportunità

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