Cgil Cisl Uil: la nuova ordinanza taglia fuori i sindacati e non riconosce il lavoro fatto fino ad oggi. Inaccettabile. Covid 19. Il presidente Fugatti snobba i protocolli locali su salute e sicurezza.
Con una nuova ordinanza concepita allo scopo di riordinare le linee guida su salute e sicurezza definite fino a questo momento dal Tavolo provinciale Covid, dalla Conferenza delle Regioni e dai vari DPCM del Governo, il presidente Fugatti si prepara a fare piazza pulita di diverse misure. Lo denunciano i segretari di Cgil Cisl Uil che in questi mesi hanno lavorato al tavolo provinciale partecipando alla definizione dei diversi protocolli. “Quanto si sta definendo in questo ore in Piazza Dante è gravissimo – attaccano Manuela Faggioni, Milena Sega e Alan Tancredi -. Se l’ordinanza non rispetterà quanto discusso al tavolo Covid e nel confronto con i rappresentanti sindacali del settore noi non le riconosceremo come valide”.
In sostanza il nuovo testo alla firma del presidente della Provincia, per molti dei settori economici, bypassa le indicazioni condivise a livello provinciale nei sotto tavoli a cui hanno preso parte i rappresentanti sindacali di categoria e quelli delle imprese, e fa riferimento ad altri testi (nazionale o conferenza delle regioni), cancellando di fatto buona parte del lavoro svolto fino a questo punto. Una scelta, peraltro, che per alcuni settori ottiene il risultato paradossale di introdurre misure più stringenti di quelle condivise ai tavoli trentini.
Le organizzazioni sindacali – confederazioni e categorie di settore – sono state coinvolte nell’enorme lavoro di definizione di tutte le linee guida a livello trentino: ora, conclusa l’emergenza, vorrebbero escludere il sindacato.
Il dubbio è che con questa mossa la Giunta voglia tagliare fuori le organizzazioni sindacali. “Per noi è inaccettabile che l’Esecutivo non riconosca il nostro ruolo nella definizione delle misure per contenere il rischio contagio e garantire le più opportune misure di sicurezza. La Giunta deve riconoscere il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori se vuole davvero mettere in pratica azioni di prevenzione efficaci e concretamente attuabili”, concludono Faggioni, Sega e Tancredi.