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VICEPRESIDENTE TONINA RISPONDE A DEGASPERI (ONDA) * PFAS IN TRENTINO: « ARCO – RIO SALONE, I MONITORAGGI NON HANNO EVIDENZIATO LA PRESENZA DI INQUINANTI »

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07.51 - venerdì 5 maggio 2023

Interrogazione n. 4368. Inquinanti Pfas in Trentino: prioritario trovare le fonti di contaminazione. In questi giorni si è acceso il dibattito sulla presenza degli inquinanti Pfas in Trentino. A riportarlo è il quotidiano francese Le Monde che ha realizzato un’inchiesta sulla presenza di queste sostanze tossiche in Europa.

I Pfas sono una famiglia di prodotti chimici che vengono impiegati per le pentole antiaderenti, per le pellicole e le schiume anti incendio, oppure nell’industria tessile per l’impermeabilizzazione dei tessuti tecnico-sportivi e nella concia delle pelli per ammorbidirle e impermeabilizzarle.
Queste sostanze sono altamente cancerogene e costituiscono un inquinante “perfetto” in quanto inodori, incolori, insapori e indistruttibili. Non si riescono a percepire se non con un’apposita analisi chimica.
Il problema in Italia era già sorto in passato in alcune province venete dove era stata compromessa una falda acquifera grande come il Lago di Garda.
In Trentino si sapeva solo di due siti inquinati: Condino e l’area ex Gallox di Rovereto. Ora però l’allarme riguarda un’area più vasta.
La soglia europea è di 30 ng per le acque potabili e di 0,65 ng quale soglia di qualità per il resto dell’acqua. Ad Arco la quantità rilevata è scioccante: 451,6 ng/litro di Pfas.

Appa, in un primo momento, avrebbe riferito di non aver avuto notizia delle contaminazioni segnalate dai giornalisti scientifici di Le Monde, ma tali affermazioni stupiscono i giornalisti stessi che dichiarano di aver ricevuto dal Trentino i dati ufficiali. Uno dei documenti inviati da Appa, tramite pec, sarebbe del 17 gennaio 2023 (così dichiara un giornalista di Le Monde intervistato dal quotidiano locale il T).
In un secondo momento emergono le affermazioni del sindaco di Arco e del dirigente di APPA riportate sulla stampa locale, che fanno riferimento alla possibilità che la contaminazione derivi dalla discarica della Maza e che risalga al 2015, il problema dovrebbe essere quindi ampiamente superato, secondo loro, considerato che la discarica è stata oggetto di bonifica.

Va innanzitutto rilevato però che a suo tempo gli ambientalisti avevano chiesto un campionamento e un’analisi nella zona del lotto 1 della discarica della Maza per accertare la presenza di sostanze inquinanti e Pfas non ne erano stati rilevati e che, inoltre, il giornale Le Monde fa riferimento a contaminazione accertata nel 2018.
Sorge spontaneo chiedersi quindi da dove derivano queste sostanze inquinanti e altamente pericolose per la salute pubblica, se la fonte di contaminazione non è la discarica.

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere
1. quali sono le industrie della zona interessata dalla presenza di Pfas che possono costituire la fonte di questo inquinamento;
2. quali provvedimenti intende prendere e con quali tempistiche, una volta rilevate le fonti di contaminazione, per tutelare la salute pubblica;
3. se APPA era a conoscenza della presenza di inquinanti in Trentino prima della pubblicazione dell’inchiesta del giornale Le Monde.
A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

*

Cons. prov. Filippo Degasperi

 

 

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RISPOSTA AD INTERROGAZIONE

Interrogazione n. 4368 – risposta

Punto 1
I PFAS vengono utilizzati in svariati ambiti industriali e possono essere riscontrati nell’ambiente in seguito a sversamenti accidentali nell’ambito di attività industriali che ne fanno uso oppure per diffusione da altre fonti occasionali (es. schiume antincendio).
Dai monitoraggi eseguiti dal 2018 ad oggi, in tutto il territorio provinciale, sono state individuate le seguenti aree da attenzionare.
Nel caso della zona industriale di Rovereto, in seguito ad un monitoraggio mirato, è stata individuata come sorgente significativa l’area ex Gallox.
Nel caso della zona di Condino e Storo, si ipotizza che la sorgente sia imputabile ad una ex fonderia, sulla quale sono in corso specifici accertamenti.
In entrambi i casi sono state tempestivamente avvisate le Strutture ed Enti competenti in materia sanitaria (Comune e Azienda provinciale per i servizi sanitari) per i controlli e le valutazioni in ordine ad eventuali problematiche connesse agli aspetti igienico-sanitari.
Sono previsti, per quanto rigurda il Comune di Arco, monitoraggi nelle acque sotterranee a valle della discarica Maza, per verificare l’eventuale presenza di PFAS. Nel caso specifico va precisato che per quanto riguarda le acque superficiali i monitoraggi non hanno evidenziato la presenza di PFAS nel rio Salone (dati sono consultabili tramite il WebGIS dedicato sul sito dell’APPA).

 

Punto 2
Dal punto di vista ambientale dovrà essere attivato l’iter di bonifica previsto dalla parte IV Titolo V del D.Lgs. 152/06, valutando l’eventuale necessità dell’attivazione di misure di messa in sicurezza d’emergenza.
Ai fini della tutela della salute pubblica si fa riferimento all’Azienda sanitaria, che farà le valutazioni di competenza in funzione delle concentrazioni rilevate e degli utilizzi della risorsa idrica interessata, con il supporto dell’Agenzia per le risorse idriche ed energetiche e dell’amministrazione comunale competente.

 

Punto 3
Le notizie apparse sulla stampa attingono originariamente all’attività di monitoraggio di qualità ambientale delle acque superficiali e sotterranee sul territorio provinciale, portata avanti come compito istituzionale da APPA dal 2018, pertanto la situazione è ben nota e l’argomento presidiato. Le due realtà che necessitano di maggior attenzione sono relative alle acque sotterranee nelle zone di Storo e di Rovereto, oggetto di indagine e studio rispettivamente dal 2018 e dal 2020 (vedasi punto 1 e 2). Riassumendo l’attività, nel 2018 è stato eseguito un monitoraggio supplementare specifico per i PFAS su indicazione del Ministero, nel 2019 è partito un monitoraggio preliminare programmato su un considerevole numero di punti di campionamento, dopo che il Settore laboratorio di APPA ha messo a punto la metodica analitica necessaria. Nell’attuale sessennio 2020-2025 è in vigore il programma di monitoraggio ordinario, comprendente i PFAS. Nei 5 anni indicati (2018-2020) sono stati prelevati campioni in 117 punti, i dati sono consultabili tramite il WebGIS dedicato sul sito dell’APPA.

Uno dei giornalisti che hanno collaborato alla mappa di Le Monde ha richiesto ad APPA i dati sui PFAS via PEC (prot. 0870885 del 19/12/2022), segnalando di avere già consultato i dati del 2018 forniti dalla pubblicazione di ISPRA “Indirizzi per la progettazione delle reti di monitoraggio delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nei corpi idrici superficiali e sotterranei” (Rapporto ISPRA 305/2019, consultabile in Internet). Tale pubblicazione per quanto riguarda il territorio provinciale si basa su dati ottenuti dal laboratorio di ARPA Veneto, che ha eseguito le analisi PFAS sui campioni prelevati da APPA, ma la trasmissione dati è risultata affetta da un errore materiale relativamente al campionamento del 2018 sul rio Salone. La richiesta del giornalista del 2022 riguardava quindi espressamente campagne di monitoraggio condotte successivamente al 2018, ovvero nel quadriennio 2019-2022, i cui dati sono quindi stati forniti da APPA in data 17/01/2023 (comunicazione prot. n. 0039099). Recentemente (05/04/2023) ISPRA ha pubblicato sulla pagina Internet del Rapporto 305/2019 un errata corrige riguardante il dato del rio Salone relativo al 2018.

Distinti saluti.

 

*
Mario Tonina

 

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