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MUSE – TRENTO * GENDER EQUALITY PLAN: « APPROVATO DAL CDA NEI GIORNI SCORSI, DA OGGI CONSULTABILE SUL SITO WEB DEL MUSEO »

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14.30 - venerdì 20 ottobre 2023

Il Muse ha il suo Piano per l’uguaglianza di genere – Gender Equality Plan (GEP).  Museo delle Scienze di Trento si dota di un importante strumento programmatico: il Piano per l’uguaglianza di genere – Gender Equality Plan (GEP). È il primo museo trentino, e tra i primi in Italia, ad adottarlo. Il GEP, promosso dalla Commissione Europea e priorità del goal 5 dell’Agenda 2030 dell’ONU, sancisce l’impegno dell’istituzione nel garantire pari opportunità di genere, prevenire le discriminazioni al suo interno, valorizzare le persone e i loro talenti. Per elaborare il proprio GEP, il MUSE ha istituito un gruppo di lavoro permanente sulla parità di genere coordinato dalla ricercatrice MUSE Lucia Martinelli. Formazioni specifiche, attenzione a un linguaggio sempre più gender sensitive e analisi delle differenze di stipendio dovute ai carichi di cura sono alcune delle prossime azioni.

È stato approvato i giorni scorsi dal Cda e da oggi è consultabile sul sito web del museo (qui il link). Il nuovo GEP (Piano per l’uguaglianza di genere – Gender Equality Plan) adottato dal MUSE per il periodo 2022-2024 ufficializza l’impegno del museo nel sostenere la parità di genere, la diversità e l’inclusione nell’organizzazione del lavoro, nelle risorse umane e nei contenuti della ricerca. Il MUSE, istituzione a trazione femminile (il 59% del personale è di genere femminile, con un equilibrio a livello di vertice – 3 uomini e 3 donne alla direzione), è il primo museo della Provincia autonoma di Trento a dotarsi di questo strumento strategico e tra i primi in Italia.

Per realizzare il documento, il museo ha istituito al suo interno un gruppo di lavoro ad hoc, il “Gruppo di Lavoro permanente per la predisposizione del Piano di uguaglianza di genere”, composto dal personale di vari uffici del MUSE e coordinato da Lucia Martinelli, ricercatrice senior del MUSE e presidente dell’European Platform of Women Scientists (EPWS), e da Elide Rizzi alla segreteria tecnica.
Il gruppo di lavoro ha analizzato prima di tutto lo stato dell’arte in merito alle pari opportunità e all’equità tra i generi all’interno del MUSE per definire il documento “Bilancio di genere 2021”, che – aggiornato annualmente – rappresenta la base di partenza per elaborare azioni positive per promuovere e migliorare l’uguaglianza di genere, prevenire discriminazioni e implementare strategie innovative per correggerle, definire nuovi obiettivi e monitorarne il raggiungimento attraverso adeguati indicatori.

Come spiega Lucia Martinelli, “il GEP che abbiamo elaborato vuole essere strumento di crescita e miglioramento del lavoro all’interno dell’ente con benefici anche per la sua utenza, poiché un clima lavorativo migliorato comporta beneficio anche per il suo pubblico. Per realizzare il documento abbiamo studiato esperienze consolidate di altre istituzioni leader negli studi di genere (tra cui anche l’Università degli studi di Trento, primo ateneo nazionale ad essersi dotato di GEP, e il Consiglio Nazionale delle Ricerche), nonché i vari documenti rilasciati dalla Unione Europea”.

All’interno del museo, il GEP:
– prevede lo sviluppo di una cultura rispettosa delle differenze volta a eliminare pregiudizi di genere consci e inconsci;
– identifica azioni necessarie per rimuovere gli ostacoli strutturali che impediscono leadership di genere bilanciate e sviluppi di carriera equi e trasparenti;
– sostiene la conciliazione tra vita professionale e vita privata per promuovere un sano equilibrio individuale e sociale;
– integra la visione di dimensione di genere nella ricerca e nella divulgazione per una cultura scientifica più corretta e sostenibile;
– attua misure contro la discriminazione basata sul genere, comprese le molestie sessuali.

“Questo nuovo tassello – aggiunge Martinelli – ci permette di ampliare un percorso avviato dal museo già da tempo. Tante le azioni già intraprese, come quelle introdotte attraverso la certificazione Family Audit che hanno permesso l’adozione di numerose misure di conciliazione vita privata-lavoro anche in funzione della parità di genere. Ma c’è ancora da fare: nei prossimi mesi lavoreremo ancora di più sulla formazione, con incontri tematici sia per il personale interno che per visitatrici e visitatori, su una comunicazione sia scritta che visuale sempre più gender sensitive, già adottata nel nuovo sito web, e sulle esigenze di conciliazione tra lavoro e carichi di cura, spesso causa di divari a livello salariale tra uomini e donne. Altri punti importanti riguardano l’attenzione a dare visibilità a entrambi i generi negli eventi, conferenze e workshop che il museo organizza; l’inserimento delle differenze di genere nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) e nell’analisi sul livello di salute e sicurezza e l’incentivo di procedure di selezione del personale che garantiscano pari opportunità. Anche maternità e paternità saranno aspetti importanti da considerare, predisponendo piani informativi e sostenendo programmi specifici di formazione per il reinserimento a seguito di congedi parentali”.

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