(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Uccisione di cuccioli di cinghiale a Castelfondo? Sono venuta a conoscenza di un fatto che, se confermato, sarebbe grave. Mi è stato riferito che a Castelfondo è stata posizionata dal Corpo forestale della Pat una trappola recinto di circa 5 metri per 5 contenente granoturco, per la cattura di cinghiali.
Sappiamo che nella nostra provincia i prelievi a carico del cinghiale sono effettuati per finalità di controllo, per contenere la specie dove la sua presenza è consolidata, evitarne l’insediamento nel restante territorio provinciale e perseguire l’eradicazione delle forme ibride in tutta la provincia. Ora, secondo quanto riferito, nella trappola sarebbero finiti quattro cuccioli di cinghiale ed i forestali del avrebbero sparato ai cuccioli.
Sappiamo che il contenimento della specie sia fondamentale quale azione di prevenzione e contrasto anche della diffusione della peste suina africana, malattia che colpisce i suidi selvatici e domestici. Non solo, il controllo della diffusione è importante per effettuare una quantificazione dei cinghiali e valutarne l’impatto sulle attività agricole e sul patrimonio ambientale.
Ma credo che uccidere dei cuccioli non faccia parte di nessun protocollo e ripeto, se il fatto fosse confermato, richiederebbe l’applicazione di pesanti sanzioni verso coloro che avrebbero commesso il fatto.
Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere:
se sia a conoscenza di quanto mi è stato riferito;
se intende aprire una inchiesta interna per verificare se quanto in premessa corrisponda a realtà;
quale sia il protocollo nel caso della cattura di cuccioli di cinghiale;
se, per l’episodio in premessa, è stata compilata una denuncia di abbattimento dei cuccioli e se è stata trasmessa a chi di competenza;
quali sanzioni verranno applicate se il fatto verrà appurato.
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Cons. Lucia Coppola
Consigliera provinciale/regionale- Gruppo Misto/Europa Verde