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CIANCI – BONFANTI – VALER- ERLICHER – TESSADRI – LUSINI – CHIOMENTO * LETTERA APERTA AL “CONSIGLIO SUPERIORE LAVORI PUBBLICI”: « I NOSTRI RILIEVI SUL PROGETTO DI CIRCONVALLAZIONE FERROVIARIA AC/AV TRENTO » (TESTO INTEGRALE)

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09.07 - mercoledì 3 agosto 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Ai componenti del Comitato Speciale del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici.

 

Oggetto: approvazione definitiva del progetto di Circonvallazione ferroviaria AC/AV di Trento.

È sicuramente irrituale che cittadini e comitati contrari alla realizzazione di un’opera pubblica (in questo caso della Circonvallazione Ferroviaria AC/AV di Trento) si rivolgano al Comitato Speciale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici al fine di veder prese in considerazione le pesanti, importanti e significative criticità rappresentate nell’ iter di approvazione del progetto in parola. In verità è lo stesso iter del progetto che ci costringe a scegliere questa strada visto che i rischi, per un verso di disastro ambientale (su cui la Magistratura ha aperto un fascicolo di indagine) e per l’altro di significativo abbassamento della qualità della vita per gli abitanti di Trento, sono stati fino ad ora ignorati o minimizzati, credendo che bastassero miserevoli opere di mitigazione o promesse di intervenire sulle criticità in successive (?) fasi progettuali, a tacitare una critica che è oggi maggioritaria in città e denuncia i rischi di una mutazione urbana tale da disarticolare permanentemente ed in maniera negativa la vita degli abitanti di Trento.

In particolare vorremo far rilevare:

 

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In data 18 luglio 2022 l’ing. Romeo, responsabile del progetto per conto di RFI, ed in quanto soggetto proponente dell’opera, Presidente della Conferenza dei Servizi, invia al Comitato Speciale del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, la “Determinazione conclusiva della Conferenza dei Servizi”. Un documento a nostro avviso lacunoso e spesso, interessatamente, inesatto.
Detto documento, ad esempio, evita di dire che con delibera n. 272/2022 la Giunta della Provincia Autonoma di Trento ha espresso parere negativo circa il progetto di fattibilità tecnico economica (PFTE) redatto da RFI, evidenziandone le pesanti criticità ambientali (soprattutto riguardo al transito della nuova linea del Brennero attraverso le aree inquinate di Trento nord, che al 2003 sono state inserite nei siti di interesse nazionale SIN e che, da più di quaranta anni, necessitano di una bonifica integrale, resa difficile sia dalla non volontà di realizzarla da parte dei proprietari che dalla inesistenza, ad oggi, di tecniche di bonifica adatte ad intervenire su quelle aree che risultano inquinate sia da piombo tetraetile e mercurio che da idrocarburi policlici aromatici). Nella Determinazione della Conferenza dei Servizi di tale deliberazione neppure si da cenno e si cita invece una delibera posteriore, la 353 dell’11.3.2022, dimenticando di ricordare che, anche in questo caso, la stessa, in premessa, conferma il parere non positivo della Provincia di Trento sull’opera. Sempre nella Determinazione della Conferenza dei Servizi si da notizia del parere favorevole con prescrizioni della Sovrintendenza per i Beni Culturali, Ufficio Beni Archeologici della Provincia Autonoma di Trento, svilendolo ed occultandolo e decidendo infine, deliberatamente, di non ottemperarlo.

Svilendolo ed occultandolo perché quello citato non è soltanto il parere della Sovrintendenza ai beni culturali della Provincia di Trento, ma il parere del Ministero della Cultura, Sovrintendenza Speciale per il Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (di cui l’ing. Romeo dovrebbe conoscere la esistenza); decidendo di non ottemperarlo in quanto i punti 2 e 3 delle prescrizioni del Ministero della Cultura chiedono preliminarmente a RFI la redazione di uno studio che dimostri l’impossibilità di spostare l’accesso sud della galleria a due canne sotto la Marzola. Succede invece che RFI trasmette al Comitato Speciale il Piano di Fattibilità Tecnico Economico dell’opera originario (redatto nel dicembre 2021) e le integrazioni richieste dalla Commissione Tecnica PNRR PNIEC in data 9 marzo 2022, che non contengono questo studio, mentre dal punto di vita delle mitigazioni attorno a Villa Bortolazzi queste sono evidentemente false e risibili (la documentazione contiene alcuni rendering che sono evidentemente “improbabili” che mostrano come mitigazione da fare subito, attorno al compendio di Villa Bortolazzi, alberi che hanno tronchi di dimensione di almeno 7/8 anni).

La Determinazione della Conferenza dei Servizi redatta dall’ing. Romeo è inesatta, carente e palesemente non ottemperata anche relativamente alle deliberazioni del Consiglio Comunale di Trento. L’ Ing. Romeo infatti parla soltanto della “delibera del Consiglio Comunale n. 27 del 23 febbraio 2022, con la quale il Comune di Trento ha espresso parere favorevole con prescrizioni”, mentre le delibere in oggetto del Comune sono tre, la n. 24, la n. 26 e la n. 27 e tutte e tre dettano prescrizioni! In particolare nella delibera n. 24 – un ordine del giorno consiliare votato alla unanimità -, si prevede, preliminarmente all’ avvio dell’opera e per garantirne la realizzabilità, la effettuazione di un “cantiere pilota” che valuti le condizioni dell’inquinamento sulle aree del SIN di Trento Nord e sperimenti la affidabilità delle tecniche di bonifica, anche alla luce dei lavori di bonifica delle rogge demaniali che proprio in questo periodo sperimentano nuove metodologie.

Va fatto presente inoltre che non a caso nella Determinazione Finale viene citata soltanto la delibera 27/2022 del Comune di Trento. In essa infatti non compare la prescrizione del “cantiere pilota” per verificare preventivamente la fattibilità del Piano di Fattibilità Tecnico Economica, prescrizione che costringerebbe RFI a farsi carico del dimostrare la possibilità di transitare su quelle aree, la qualità della sua bonifica, la non interferenza con progetti di bonifica in corso. Infine alcune delle prescrizioni “strutturali” del Comune di Trento, così recita la delibera n. 27/2022, dovevano essere ottemperate “entro la determinazione conclusiva della Conferenza dei Servizi”. Si tratta della prescrizione circa l’allungamento verso nord della galleria artificiale che esce dall’ex scalo Filzi nonché della predisposizione di appositi “cameroni” al fine di consentire la prosecuzione verso nord della galleria a due canne permettendo che, in futuro, il traffico merci che non deve fare scalo a Trento possa proseguire in galleria fino a Salorno.

La Determinazione della Conferenza dei Servizi redatta dall’ ing. Romeo non ottempera a dette prescrizioni, pur avendo, nel dibattito pubblico, sostenuto che almeno su quelle relative al prolungamento verso nord ed ai “cameroni” RFI era d’accordo. Persino, il commissario straordinario per la realizzazione dell’opera ing. Paola Firmi aveva preso impegno scritto, in una lettera al Comune del giugno scorso, sull’inserimento di tale prescrizione entro la chiusura della CDS.

Per recepire dette prescrizioni prima della Determinazione conclusiva della Conferenza dei Servizi RFI avrebbe dovuto fornire al Comitato Speciale una variante del progetto originario ed anche, ovviamente, una riquantificazione dei costi dell’ opera, invece l’ing. Romeo conclude la Determinazione scrivendo: “ La presente determinazione conclusiva sarà trasmessa al Comitato Speciale del CSLLPP…, senza allegare il PFTE come ivi previsto, in quanto lo stesso NON HA SUBITO MODIFICAZIONI rispetto alla versione inviata al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ai sensi del comma 1 del sovracitato art.44, fatte salve le integrazioni documentali trasmesse da RFI alla Commissione Tecnica PNRR PNIEC che saranno inviate al Comitato Speciale”.
Come cittadini e Comitati contro la circonvallazione ferroviaria AC/AV abbiamo interpretato questa scelta come uno schiaffo alla città, che azzera mesi di confronto e di dibattito pubblico, chiarendo che il senso di quest’ultimo era quello di trovare consenso su di un’opera pesantemente distruttiva dell’ambiente cittadino, anziché quello di verificarne la necessità e nel caso di mitigarne gli impatti. Una scelta molto grave perché a lungo meditata (è dal 30 maggio 2022 che RFI ha in mano tutti i pareri dei partecipanti alla Conferenza dei Servizi) e di cui si capiscono solo parzialmente le motivazioni.

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È noto che l’opera in oggetto (la circonvallazione ferroviaria AC/AV di Trento) è inserita nell’Allegato IV del decreto Legge n.77/2022, ovvero le opere principali del PNRR finanziato dalla Unione Europea attraverso il Recovery fund. Le opere inserite nel PNRR per ricevere i finanziamenti europei (che nel caso della circonvallazione ferroviaria di Trento ammontano alla totalità della spesa preventivata) devono essere non solo finite ma fruibili entro il giugno del 2026. Nella documentazione inviatavi dall’ ing. Romeo, in particolare dentro la documentazione del PFTE, è inserito un crono-programma circa la realizzazione dell’opera palesemente manipolato al fine di dimostrare che il termine del giugno 2026 sarà rispettato. In verità basta leggere quel crono-programma per avvedersi che tutte le opere propedeutiche alla realizzazione della galleria a due canne sotto la Marzola, circa un anno fra lavori e progettazione, sono previste prima della effettuazione della gara di appalto, cosa evidentemente impossibile non fosse altro per i costi delle stesse, che superano ampiamente le soglie che rendono obbligatorio l’appalto europeo.
Senza operare nessuna discussione su molte altre tempistiche che nel crono-programma risultano quantomeno discutibili (si pensi soltanto al fatto che nel crono-programma si prevede di avere ben 4 TBM a disposizione in un anno dall’aggiudicazione dell’appalto, non tenendo in conto che la richiesta di tali macchinari è oggi, anche come conseguenza del Recovery Fund, molto alta in tutta Europa e le aziende realizzatrici si contano sulle dita di una mano con la conseguenza che i tempi di consegna si sono molto allungati) prendendo per buone le previsioni di RFI, l’opera sarebbe ultimata un anno dopo il termine perentorio stabilito dal regolamento dei fondi.

Con il Decreto Legge n. 77/2022 è stata costituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri una apposita cabina di Regia relativamente ai progetti del PNRR al fine di rispettare i tempi previsti per la realizzazione delle opere. E’ noto che il regolamento del Recovery fund prevede che le opere ultimate dopo il termine massimo previsto vedranno decurtato il loro finanziamento fino a giungere alla revoca dello stesso. È il senso del Recovery Plan (e fund) a prevedere la perentorietà dei tempi essendo questa una misura pensata per contrastare la pandemia da covid ed i suoi effetti sui PIL dei paesi europei, ovvero una misura che deve vedere subito i suoi effetti altrimenti, nel tempo, non ottiene il risultato sperato, ossia contrastare pesanti processi recessivi.
Per quanto riguarda la circonvallazione ferroviaria di Trento il mancato rispetto dei tempi previsti per le opere del PNRR non è un rischio: è una certezza provata documentalmente proprio dal crono-programma di RFI che finora si è fatto finta di non vedere, ma che sarà nostra cura segnalare alle competenti autorità europee. Pare evidente che vi chiediamo di procedere in tal senso segnalando la vicenda alla Cabina di Regia al fine che risulti chiaro il rischio a cui è chiamato lo Stato, in termini di credibilità, e la finanza pubblica nel caso del decurtamento o della cancellazione del finanziamento europeo all’opera in parola.

 

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Per la parte che compete al Comitato Speciale su altri due punti il PFTE della circonvallazione AC/AV risulta lacunoso ed inattendibile ed usato per bypassare i problemi, rinviandoli a non ben precisate “fasi successive della progettazione”, guarda caso tutte fuori dal controllo di pubbliche istituzioni e dei cittadini. Al proposito non risulta accettabile che per accelerare l’approvazione delle opere RFI lavori mediante lo strumento del PFTE e poi che questo privilegio significhi assenza di controllo sulle opere e sistematica delega delle criticità ai vincitori dell’appalto. Da questo punto di vista importantissimo è il ruolo del Comitato Speciale, che deve porre precisi limiti a questo modo di operare di RFI. I temi del PFTE che vogliamo sollevare sono quelli dell’acqua e dei costi, posto che quello dell’inquinamento delle aree di Trento Nord è già stato oggetto di un nostro esposto alla Magistratura, e di un integrazione allo stesso.

ACQUA. L’opera in oggetto viene realizzata nel pieno di una crisi climatica che sta profondamente modificando le caratteristiche del pianeta. L’estate 2022 si caratterizza come la più calda del secolo (e forse di sempre) e sono evidenti problemi legati alla siccità. In generale l’acqua è un bene prezioso essenziale per la biodiversità, va quindi risparmiata e usata con responsabilità. Nello studio sulla realizzazione della galleria a due canne sotto la collina est di Trento RFI, adottando un metodo di analisi probabilistico, parla di circa 222 sorgenti interessate dall’opera e dice che queste sono prevalentemente di piccolissima dimensione, con portate di pochi litri al secondo, comunque la loro perdita sarebbe trascurabile. Lo studio di RFI dimentica però due sorgenti fondamentali anche per l’acquedotto di Trento. Si tratta della sorgente sotto il fiume Fersina e della sorgente Cantanghel, che fra l’altro sono collocate nel luogo dove è più bassa la copertura rispetto al transito della galleria (47 metri)!

I comitati contro la circonvallazione hanno calcolato che l’opera produrrà una perdita di circa 3.000.000 (tre milioni) di metri cubi d’acqua potabile all’ anno, pari al fabbisogno di acqua annuo di circa 20.000 abitanti. Una perdita assolutamente non giustificata, che non è tollerabile in una contingenza ambientale come quella attuale (dove fra l’altro il Trentino è chiamata a dare acqua alle Regioni limitrofe) e nel quadro di una crisi climatica fuori controllo. Approvare una opera clima alterante oggi è assolutamente ingiustificato, e porta con sè rischi pesantissimi, anche per il paesaggio urbano. Basti, per tutti, ricordare che un opera simile, nel Mugello ha portato alla desertificazione di fasce importanti della montagna, situazione che può riproporsi a Trento in considerazione delle caratteristiche geologiche della collina.

COSTI.

Del rischio di veder ridotto o cancellato il finanziamento dell’opera a causa del non rispetto dei tempi previsti per le opere del PNRR abbiamo già detto. Esiste però un altro pericolo, quello legato alla sottostima dell’opera. Nella Determinazione finale della Conferenza dei Servizi l’ing. Romeo, per la prima volta, parla di un costo complessivo “delle opere” pari a 1.550.000.000 € (un miliardo e cinquecento cinquanta milioni di €). Detto preventivo si riferisce però a due opere (il lotto 3A ed il lotto 3B delle tratte di accesso al tunnel del Brennero) e precisamente alla Circonvallazione ferroviaria di Trento ed a quella di Rovereto. Il PNRR finanzia solo la prima mentre la seconda è dentro il piano di investimenti di RFI e per il febbraio 2023 è previsto l’inizio dell’iter di approvazione del PFTE. Allo stato attuale per la seconda non esiste alcuna copertura finanziaria.

Quello che non è accettabile è che si parli di un finanziamento unico, così da permettere l’escamotage di superare significativamente le cifre di preventivo della circonvallazione non dovendolo dichiarare, salvo poi trovarsi di fronte alla mancanza dei soldi per la circonvallazione di Rovereto e chiedere per questa nuovi finanziamenti. I costi della circonvallazione sono preventivati in 960 milioni di €, per 939 milioni esiste la copertura finanziaria europea, di cui al PNRR. Il preventivo però non fa i conti né con il significativo aumento dei costi dei materiali di costruzione, né con la lievitazione del costo delle 4 TBM (costo che oggi a preventivo è stimato in 10 milioni di euro cadauna -40.000.000 di €-, ma che è destinato a superare il doppio). Quello che poi fa parlare di sottostima della previsione di spesa è il confronto con altre opere analoghe, a cominciare dal tunnel del Brennero, dove fino ad ora la galleria a due canne è costata circa 160 milioni di € a chilometro, mente la stessa galleria dovrebbe costare circa la metà (80 milioni di euro a km) se realizzata a Trento. Una differenza troppo significativa per essere vera e che fa pensare ad un costo finale significativamente lievitato. Una situazione che potrebbe portare alla sospensione dei lavoro sine die, ovvero fino a che non si trovano altri finanziamenti per coprire i costi dell’opera. Eventualità questa che rischia di lasciare i eredità a Trento una galleria a due canne mozze.

È questo l’insieme di ragioni che ci induce a richiedere che il progetto di circonvallazione di Trento presentato da RFI sia mandato alla Cabina di Regia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per la sua cancellazione, dovuta non solo alle carenze progettuali ma all’inopportunità di un’opera del genere: inutile perché la capacità della attuale linea ferroviaria è di 27 milioni di tonnellate annue di traffico merci, più che sufficiente a centrare l’obbiettivo europeo di spostare entro il 2050 il 50% del traffico da gomma a rotaia (attualmente su rotaia sulla linea del Brennero circolano meno di 14 milioni di tonnellate annue, pari al 26% del traffico merci che transita dal Brennero); un progetto che finirebbe per trasformare per anni una città in vetta alla qualità della vita nazionale in un cantiere lungo 20 Km (da Roncafort a Besenello) peggiorando la qualità della vita cittadini e pregiudicando un suo sviluppo ecologicamente compatibile.
I fondi destinati all’ opera dovrebbero a nostro avviso essere trasferiti per bonificare totalmente le aree inquinate di Trento Nord e per rilanciare una politica di edilizia economico popolare che a Trento conta più di mille alloggi pubblici sfitti da ristrutturare, realizzando davvero quella riconversione ecologica alla base delle dichiarazioni del Recovery Plan europeo.

P.S. l’ing. Giuseppe Romeo firma “Determinazione conclusiva della Conferenza dei Servizi” qualificandosi come “Presidente della Conferenza di Sevizi”: un vero e proprio “lapsus freudiano”.
Il dizionario ci ricorda che il lapsus freudiano si ha quando “commettendo un errore involontario nel parlare o nello scrivere, una persona rivela le proprie reali intenzioni o idee”. Per una volta siamo d’accordo con lui, il progetto di RFI sevizia la città, la disarticola, la propone come cantiere permanente, militarizzata da Roncafort a Besenello … una eventualità da evitare a tutti i costi.

 

FIRMATO

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Marco Cianci

Elio Bonfanti

Antonella Valer

Lorenza Erlicher

Franco Tessadri

Gabriele Lusini

Roberto Chiomento

 

 

Trento, 1 agosto 2022

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