News immediate,
non mediate!
Categoria news:
OPINIONEWS TN-AA

SINISTRA ITALIANA * CIRCONVALLAZIONE – REPLICA AL SINDACO IANESELLI: « NON È STATA DATA ALCUNA RISPOSTA ALLE NOSTRE RICHIESTE, AD OGGI I DUBBI SONO MOLTI »

Scritto da
09.33 - giovedì 15 settembre 2022

La risposta del sindaco di Trento, Franco Ianeselli, alla lettera di Lorenza Erlicher, richiede, a nostro parere, un intervento che metta in luce fatti e documenti utili al dibattito e all’assunzione di decisioni ben ponderata.

Il sindaco esordisce assicurando che il documento del Comitato Speciale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici del dicembre 2021 che evidenzia i rischi di frana della Marzola non era mai pervenuto al Comune e lo definisce “di sola interlocuzione”..

Poiché non era la prima volta che un documento non perveniva, poiché si tratta di un documento del quale tutti quelli che si sono interessati alla questione del bypass cittadino sono potuti entrate in possesso, ci chiediamo perché l’assessore Facchin, che per il suo passato gode di contatti privilegiati con RFI, non si è preoccupato di seguire a fondo tutto l’iter di una questione così complessa e contestata, chiedendo che i documenti, tutti, gli fossero consegnati in tempo reale. Era questo l’unico modo per avere una valutazione aggiornata e costante di quanto si stava maturando.

Immediatamente dopo Il sindaco ci rassicura sul fatto che gli approfondimenti progettuali hanno portato ad un successivo documento (ORDINANZA N. 3 sul Progetto di Fattibilità Tecnica ed Economica del “Lotto 3A: Circonvallazione di Trento”) firmato dalla commissaria Firmi in data 08/09/2022, di cui anche noi teniamo copia in archivio.

Sembra legittimo chiedersi se quello che non è stato inserito nel piano precedente, sarebbe stato inserito nel successivo, se cittadine/i e partiti (almeno Sinistra Italiana) non fossero stati vigili e lo avessero richiesto a gran voce.

Il nostro sindaco non può dimenticare che all’inizio del dibattito pubblico sul progetto di fattibilità tecnico economica della circonvallazione ferroviaria, il suo assessore e i suoi tecnici, Franzoia e Stelzer, presentavano il progetto di RFI come il massimo della perfezione progettuale.

 

Abbiamo dunque consultato i nostri archivi e annotato una serie di date e richieste:

 

era il 6 luglio 2021 quando scrivevamo che eravamo, come molti altri, in attesa che si facesse chiarezza sui lati oscuri e le criticità, che si aprisse un vero confronto, che si fornissero risposte complete e pertinenti e si presentasse un progetto di fattibilità, che si precisassero con chiarezza gli intenti, la linea operativa e il cronoprogramma cui attenersi;

il 7 gennaio 2022 denunciavamo il fatto che su un’opera così complessa e discussa il dibattito fosse partito tardi, che, negli incontri, i temi specifici della parte di città in cui si dibatteva fossero inseriti spesso di striscio, in mezzo ad approfondite relazioni su questioni tecniche, condotte con un linguaggio estremamente specialistico, nella confusione di una connessione internet disastrosa. Lo spazio lasciato ai partecipanti era stato di volta in volta ridotto, mentre si allungavano le relazioni, quasi a coprire la mancanza di volontà di rispondere in modo approfondito a domande specifiche e profonde.

Chiedevamo quindi che l’amministrazione valutasse la possibilità di chiedere a RFI di elaborare soluzioni alternative più attente ai problemi idro-geologici e ambientali rispetto ad un progetto suscettibile di danni, ritardi e aumenti dei costi tali da rendere persino dubbio il finanziamento;
il 25 gennaio 2022 apprendevamo che l’Amministrazione comunale, raccogliendo, per sua stessa ammissione, le sollecitazioni di cittadine/i, associazioni e Circoscrizioni, aveva elaborato alcune proposte per superare le criticità emerse durante il Dibattito pubblico e che, già condivise e discusse con RFI, queste osservazioni sarebbero state portate nella Conferenza dei servizi;”

ma, il 25 maggio 2022 scoprivamo che l’assessore Ezio Facchin non aveva inviato al Ministero della Transizione Ecologica (MITE) e alla Commissione Valutazione Impatto Ambientale (VIA) la lunga serie di prescrizioni che il consiglio comunale aveva approvato il 23 febbraio e che dovevano essere vincolanti ai fini dell’approvazione del grande progetto infrastrutturale. Si era limitato a chiedere sinteticamente il prolungamento della parte interrata della linea merci verso nord, l’istituzione dell’Osservatorio per l’ambiente e la sicurezza del lavoro, la limitazione degli impatti sulle aree agricole previste come aree di cantiere. Non una parola sui “cameroni” sotto la collina dove, un domani, far proseguire i treni merci verso nord, senza scaricare traffico a Trento nord.

Non una parola sulla questione, fondamentale per la salute dei cittadini, delle aree inquinate di Trento nord e sulla specifica indicazione del consiglio di subordinare l’avvio dei lavori all’attivazione di un cantiere pilota sulle aree oggetto delle opere della linea ferroviaria per una valutazione attenta della fattibilità dell’intervento. Chiedevamo allora al Consiglio Comunale che formulasse un parere negativo sul progetto di fattibilità tecnico economica, perché RFI non aveva recepito le prescrizioni del Comune; che si chiedesse conto all’assessore Facchin della scelta di inviare una sintesi esigua, al limite del ridicolo, di quello che era il documento votato dal Consiglio Comunale; che l’amministrazione si rendesse conto della propria responsabilità nei confronti della salute della popolazione, nel caso di scavo e deposito di materiale nei siti ex-Sloi ed ex-Carbochimica senza una preventiva bonifica totale dell’area;

l’11 agosto 2022 segnalavamo che, malgrado la specifica indicazione del consiglio di «subordinare l’avvio dei lavori relativi alle opere anticipate all’attivazione di un cantiere pilota sulle aree oggetto delle opere della linea ferroviaria di Trento Nord ed alla conseguente valutazione positiva della fattibilità dell’intervento», si stava predisponendo solo un cantiere campione simulato, in una zona esterna al perimetro delle aree di cantiere negli insediamenti ex Carbochimica ed ex Sloi, su terreni già monitorati e ad una profondità non paragonabile a quella prevedibile durante i lavori e non idonea ad intercettare gli inquinanti ormai sedimentati ad una profondità notevole. Chiedevamo con fermezza che il consiglio comunale si facesse carico di questo ennesimo problema e impegnasse la giunta a chiedere a RFI il rispetto delle indicazioni che il consiglio stesso aveva votato;

il 25 agosto 2022 affrontavamo nuovamente la questione della deformazione gravitativa profonda di versante della Marzola, movimenti molto lenti su vaste aree, per i quali non esistono ad ora interventi di stabilizzazione efficaci, che in alcuni settori presentano pericolosità massima, secondo la stessa classificazione della Provincia. Sottolineavamo anche la scarsa considerazione data al sottosuolo della Valle dell’Adige, con una eterogeneità nel tipo di sedimento di detriti tale da complicare l’assetto idrogeologico del sottosuolo, con riguardo alle falde acquifere. Malgrado le segnalazioni nostre e dei cittadini e le richieste specifiche del comitato speciale, nessun focus approfondito era ed è stato fatto sulla questione. Ci stupivamo di tale superficialità e chiedevamo ancora una volta che l’amministrazione pretendesse chiarezza e precisione tecnica da parte di RFI, prima di procedere ad un’opera che poteva essere devastante per la nostra città;

l’ 8 settembre 2022 sottolineavamo ancora una volta i problemi, ci lamentavamo della leggerezza con cui l’amministrazione aveva accolto tutte le osservazioni puntigliosamente documentate, per fidarsi ciecamente di RFI, senza accorgersi evidentemente che certi documenti ministeriali importanti venivano dimenticati nei cassetti. Chiedevamo quindi alla nostra amministrazione di fare una pausa di riflessione, rimettere al centro il bene della città e le esigenze della popolazione tutta, non avviare alcun esproprio, rivalutare le osservazioni di associazioni di cittadini e partiti, rianalizzare ogni documento prodotto, pretendere la massima chiarezza da RFI e valutare finalmente l’idea di un progetto alternativo, meno impattante e più sostenibile;

infine il 13 settembre condividevamo due foto scattate in quei giorni da residenti in via Vittime delle Foibe, che dimostravano come RFI, dopo il rifiuto da parte dei proprietari dei terreni maggiormente inquinati, quelli racchiusi nel recinto ex-Sloi, dopo aver dichiarato che avrebbe fatto il cantiere pilota su terreni di proprietà di Ferrovie dello stato, stava invece predisponendo il cantiere pilota su terreni di proprietà di privati, solo contigui al SIN, terreni dove numerosi controlli effettuati per conto della società proprietaria avevano dimostrato che l’inquinamento era stato dilavato al punto da essere praticamente inesistente. Chiedevamo che utilità e affidabilità potesse avere quello specifico cantiere pilota.

A tutte le nostre richieste non è stata data alcuna risposta e, a tutt’oggi, i dubbi che ci attanagliano sono ancora molti e consistenti, tali da porci seri interrogativi se non sulla buona fede almeno sulla competenza e coerenza di chi sta conducendo questa difficile partita.

*

Renata Attolini

Segretaria Provinciale di Sinistra Italiana

Categoria news:
OPINIONEWS TN-AA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.