La risposta alle giuste, seppur talvolta maldestre dimostrazioni di #ioapro e delle altre categorie indotte alla fame da un anno di chiusure, è il coraggio della decisione che la politica deve assumersi.
Anche se contraria alle opinioni di una parte della scienza, alla quale ha abdicato da un anno. La situazione è drammatica per intere categorie italiane il che significa che ci sono genitori che non riescono a sfamare i figli e non sono parole, ma la realtà angosciante di migliaia di italiani che hanno il diritto costituzionale di scendere in piazza.
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”, indica il primo articolo della nostra Costituzione e il governo ha il dovere di garantire le libertà costituzionali e il lavoro anche in presenza di una pandemia che ormai non è più un’emergenza.
Il Covid è infatti curabile, si sta procedendo a vaccinazioni ad oltranza, ma il Ministro della salute non spiega perché non si usano per esempio le terapie monoclonali, come mai scarseggiano i vaccini o perché non esiste ancora un piano pandemico aggiornato dal 2006 nonostante gli oltre centomila morti che fanno dell’Italia la ground zero d’Europa.
#io apro ha ragione, la rabbia è montante e comprensibile, ma sbaglia obiettivo.
Non è davanti a Montecitorio che devono protestare, il parlamento è stato esautorato da Speranza e co., come e quanto gli italiani.
Il Presidente Draghi ha ereditato un disastro, ma ora può rendere onore al cognome che porta.
Decida di riaprire ora, subito, con i protocolli di protezione sanitaria,#noncepiùtempo.
Tiri fuori l’orgoglio, faccia il comandante in capo, l’Italia è in terapia intensiva e non ce la fa più.
Impedire una manifestazione spontanea allorquando pacifica, è un altro errore liberticida intollerabile quanto il succedersi di imposizioni illogiche e ambigue, alle quali Draghi è chiamato a mettere fine.
*
Michaela Biancofiore
Parlamentare FI e membro del coordinamento di presidenza