Desidero tornare, con la presente interrogazione, sulla vicenda dell’incidente occorso il 22 giugno scorso a due sfortunati cacciatori dopo un incontro con l’orso sul Monte Peller.
A seguito dell’ordinanza di abbattimento emanata dal Presidente della Provincia di Trento è seguita la decisione del Tribunale amministrativo regionale di Trento che ha sospeso l’ordinanza.
L’unità di ricerca genetica e conservazione della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige ha identificato l’orso ed ha scoperto che si tratta di un esemplare femmina di circa 14 anni. L’identificazione dell’animale è avvenuta grazie alle tracce di DNA presenti sulle due persone aggredite.
A seguito di una richiesta di accesso agli atti relativi all’incidente sul monte Peller è emerso che esistono due documenti relativi alle analisi del Dna eseguite da FEM – Fondazione Edmund Mach per identificare l’animale: il primo di data 3 luglio 2020 n. protocollo 0004273, poi sostituito dal documento protocollo n. 0004283 della medesima data.
Il primo documento riporta “il genotipo identificato dal DNA ottenuto è compatibile con quello dell’orso denominato JJ4”; nel secondo documento invece il termine “compatibile” è stato sostituito con “corrisponde”.
La differenza è sostanziale: nel primo caso indica una probabilità, nel secondo una certezza. E’ noto che tutta la popolazione ursina del Trentino discende da pochi esemplari fondatori e quindi l’esame del DNA difficilmente può fornire certezze assolute.
Alla luce dei fatti sopracitati e per fare la dovuta chiarezza sulle procedure adottate interrogo il presidente della Provincia di Trento e l’assessora competente per sapere:
la motivazione per la quale l’esame del DNA è stato affidato a FEM anziché ad ISPRA;
per quale ragione è stato corretto il documento e sostituito il termine “compatibile” con “corrisponde”;
chi ha deciso la modifica del referto, con quale motivazione e tramite quale documento scritto;
per quanto riguarda gli esami del DNA:
perché nel primo referto non è indicato il peso statistico della compatibilità, senza il quale l’indicazione è assai vaga;
perché sono stati utilizzati solo 10 marcatori STR;
quale metodologia è stata usata per ottenere i genotipi;
quanto è aderente il protocollo usato da FEM con quello precedentemente usato dall’ISPRA;
quali sono i dettagli metodologici (protocollo, numero di repliche, eventuali controlli positivi e negativi);
si chiede di conoscere i dati delle analisi DNA eseguiti a cura della FEM, ovvero gli elettroferogrammi, il genotipo ottenuto dell’orsa e l’analisi effettuata, il metodo di estrazione e amplificazione del DNA.
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Cons. Lucia Coppola
Foto: archivio Pat