La condivisione del presidente Fugatti della decisione di alcuni comuni di ammainare la bandiera dell’Unione Europea ci impone di intervenire nel dibattito.
Come trentini, infatti, non possiamo dimenticare che tra i padri fondatori dell’Europa c’è il “nostro” trentino Alcide Degasperi. A lui dobbiamo l’autonomia del Trentino; a lui la vittoria del 18 aprile 1948 che impedì all’Italia di finire sotto il tallone comunista sovietico; a lui, Adenauer e Schuman, la fondazione di un’ Europa unita dopo le lacerazioni della guerra.
Oggi a noi, che ci richiamiamo anche ai suoi ideali, preme far notare che i tre padri fondatori dell’Europa oggi si sentirebbero traditi. Nei loro sogni, i paesi europei avrebbero dovuto riconoscersi affratellati e solidali, non concentrati in modo arcigno ognuno sui propri interessi nazionali. Non prevedevano, nei loro progetti, un super stato opaco e lontano dai cittadini, né immaginavano un primato della finanza a discapito della politica.
Tutti e tre i padri parlavano tedesco, ma tutti e tre temevano il nazionalismo germanico. Adenauer perché aveva conosciuto il nazionalsocialismo, dal quale era stato perseguitato; Degasperi perché, pur da amico dell’Austria imperiale quale era, aveva osteggiato prima il pangermanesimo pre I guerra mondiale, poi il fascismo ed il nazismo ed infine Schuman, perché consapevole che l’Europa avrebbe dovuto servire anche a contenere le pretese egemoniche della Germania che la sua Francia aveva sperimentato in due guerre mondiali.
Oggi proprio la Germania di Merkel, unitamente all’Olanda e ad alcuni stati satelliti, mira da tempo ad un’ egemonia sull’Europa, sino al punto di ignorare persino il pianto e le lacrime che si levano a causa della nuova pestilenza che stiamo vivendo. Non è questione di essere pro o contro l’Europa a prescindere, ma di non poter più accettare questa Europa, così come è oggi.
O il coronavirus servirà a riformarla profondamente, restituendola alle sue origini, o distruggerà definitivamente un’entità che ha perso ogni idealità ed ogni funzione. Riformarsi radicalmente o morire: questo deve fare oggi l’Europa, stretta dalle gravi contingenze. Chi continua a negarlo fa la stessa figura di chi sino a poco fa negava la pandemia ed invitava a considerarla una semplice influenza.
Chi crede di poter uccidere il paziente senza conseguenze, si illude. L’Europa è gravemente malata: o si decide di curarla davvero o franera’ del tutto. E allora diverremo davvero una colonia. Dei cinesi o degli americani o di altri…lo decideranno loro.
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SI PUO’ FARE!
La Portavoce
Silvia Zanetti