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RAI 5 * ” DO PASI PER VERONA “: « LA CITTÀ DELL’AMORE, CONOSCIUTA SOPRATTUTTO PER IL BALCONE DI GIULIETTA (7/1 – 22.10) »

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09.59 - sabato 6 gennaio 2024

La città dell’amore, Verona, è conosciuta soprattutto per il balcone di Giulietta, dal quale lei si affacciava al chiaro di luna per giurare amore eterno a Romeo e che ancora oggi attira turisti da ogni parte del mondo, pronti a fare file chilometriche pur di transitare nel luogo simbolo della tragedia shakespeariana. Un luogo e una città al centro del documentario di Gemma Giorgini “Do Pasi per Verona”, in onda domenica 7 gennaio alle 22.10 su Rai 5. C’è la Verona dei romani, degli Scaligeri, dei veneziani e degli austriaci. E da più di vent’anni è Patrimonio Unesco per i suoi 11 km di cinta muraria, stratificata dalle diverse dominazioni. C’è la Verona di Dante, quella di Salgari e ovviamente quella di Giulietta e Romeo.

Quella del centro storico, con l’Arena e quella di Veronetta, al di là dell’Adige. Ma c’è anche la Verona del teatro e quella delle maschere, fuori e dentro il Carnevale. Quello veronese è in assoluto uno dei più antichi. Lo organizza ogni anno il Comitato Bacanal del Gnoco e culmina nella sfilata dell’ultimo venerdì prima della Quaresima, con lunghi cortei e l’elezione del Papà del Gnoco, la figura più importante della parata: un uomo anziano, rubicondo e con una lunga barba bianca. Una maschera nata nel quartiere di San Zeno, dove nell’imponente basilica benedettina sono conservate le spoglie del patrono della città, africano della Mauritania. Da qui il rapporto insolito con la cultura africana, incarnata dai missionari comboniani fondatori nel 1883 della rivista Nigrizia, dedicata al continente africano e agli africani di tutto il mondo. Non a caso, oltre ad un Museo Africano, permanente, tutti gli anni si tiene un Festival del Cinema Africano.

C’è poi la Verona dei matti, che sanno e dicono di esserlo. La Verona tradizionale, chiusa, e quella del melting pot, aperta. Quella delle mappe e dei giochi da strada. La signorile e la popolare. Perché dietro questa parvenza di città così ‘perfetta’ e incredibilmente bella, Verona nasconde moltissime contraddizioni, come se volesse celare la sua vera anima dietro le tante maschere a sua disposizione. In primis, il famoso balcone che in realtà è un falso storico, costruito soltanto nel 1935, secoli dopo l’ambientazione della tragedia shakespeariana.

Ma c’è anche la “rive gauche” dell’Adige: Veronetta. Chiamata in senso dispregiativo dai francesi ‘Veronette’, il quartiere, degradato e malfamato fino a pochi anni fa, ha subito un velocissimo processo di gentrificazione, grazie anche all’Università di Santa Marta che rappresenta un polo di aggregazione per moltissimi studenti. Abitato da intellettuali, ma anche da giovani e comunità provenienti da tutte le parti del mondo, Veronetta si presenta come un quartiere vitale, dinamico, con il suo bellissimo Teatro Comploy e i suoi bar e ristoranti non solo “mordi e fuggi”.

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