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CONSIGLIO AUTONOMIE LOCALI * SEDUTA 13 MARZO: « MODIFICAZIONI ASSEGNO UNICO PAT / MODIFICHE A LEGGE PROVINCIALE SU SCUOLE INFANZIA »

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18.17 - mercoledì 13 marzo 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Modificazioni dell’assegno unico provinciale. Parere favorevole.

Il Cal ha preso in esame oggi la proposta di deliberazione della Giunta provinciale concernente ‘Articolo 28 L.P. n. 20/2016. Ulteriori modificazioni della disciplina di attuazione dell’assegno unico provinciale. I lavori sono stati aperti dal Presidente del CAL, Paride Gianmoena, mentre il provvedimento è stato introdotto da Stefano Bisoffi, Presidente della Comunità della Vallagarina e assessore di riferimento per il CAL e illustrato dall’Assessore provinciale allo sviluppo economico, lavoro, università, ricerca, Achille Spinelli.
Con la delibera in oggetto, motivata dal perdurare della difficile congiuntura economica, si prevede di prorogare anche al primo semestre 2024 gli incrementi già disposti nel 2023 alle quote A e B1 dell’assegno, nella misura del 4%, ed alla quota B3, nella misura del 6%.
“Il provvedimento – ha affermato Spinelli – “fa seguito all’impegno assunto dalla Giunta di confermare l’indicizzazione dell’Assegno unico, già operata nel 2023, per continuare a sostenere le famiglie beneficiarie, nell’attuale contesto di aumentato costo della vita.” L’Assessore ha, inoltre, annunciato che la Giunta è al lavoro per una riforma dell’Assegno unico, potenziandone l’impatto in termini di favore per l’attivazione lavorativa femminile, e massimizzando la ricaduta dell’assegno stesso in termini di acquisizione di servizi, ad esempio attraverso la voucherizzazione di alcune quote.
Conclusa la trattazione, il Consiglio si è espresso favorevolmente.

 

Comun General de Fascia, rimodulate le assunzioni. Parere favorevole.

Il Cal ha esaminato, e votato favorevolmente, la proposta di deliberazione della Giunta provinciale concernente ‘Comun General de Fascia: modifica del punto 3 dell’allegato 1 della deliberazione della Giunta provinciale n. 1503 di data 10.09.2021’.
La delibera interviene sul tema delle assunzioni di personale, e prevede la possibilità per il Comun General de Fascia di bandire un concorso per un profilo tecnico di livello “D base”, anziché di livello “C evoluto” come era stato precedentemente previsto, senza ulteriori trasferimenti finanziari o di personale da parte della Provincia. Il tutto coerentemente con l’analisi puntuale di fabbisogno di personale effettuata dall’Ente. Si tratta di figure per le quali il Comun General de Fascia deve garantire la sostenibilità della spesa anche a regime. La delibera fa seguito alle note del Procurador del Comun General de Fascia, Giuseppe Detomas, che hanno delineato una situazione di sofferenza in merito alle funzioni attribuite in materia di urbanistica e tutela del paesaggio. Il Procurador ha evidenziato come la Provincia di Trento abbia sempre messo a disposizione, attraverso lo strumento del “comando” un funzionario con la qualifica “D Base”. Entrambi i funzionari che si sono succeduti nel tempo, hanno, però, terminato la propria collaborazione, e si rende quindi necessario reclutare una figura che possa assicurare la continuità delle funzioni suddette. Tale possibilità è estesa anche per l’assunzione di una seconda risorsa da destinare al Servizio Segreteria, che potrà quindi essere assunta, sempre con risorse interne del Comun general, fino al profilo di “D base”.

Nella discussione, è intervenuto il Sindaco di Luserna, Gianni Nicolussi Zaiga, per sottolineare che il tema della carenza di personale è comune anche ad altri enti locali trentini. L’autonomia provinciale, ad avviso di Nicolussi Zaiga, dovrebbe trovare le risorse per garantire l’autosufficienza delle autonomie comunali, finanziando le assunzioni necessarie. “La ricerca di modelli organizzativi che consentano agli Enti locali di operare efficacemente è al centro del dibattito che il CAL vuole intavolare con la Giunta provinciale,” – ha rilevato in merito il Presidente Gianmoena – “in un contesto in cui l’attrattività del pubblico impiego, e in particolare del presso i comuni decentrati, è molto bassa. Esistono diverse strade che si possono percorrere: esiste l’opportunità delle fusioni, che vanno incentivate nei territori che decidano spontaneamente di ricorrervi, o delle unioni di comuni, che però scontano una architettura istituzionale complessa. C’è poi il modello, entro cui si sta muovendo anche il Consorzio dei Comuni Trentini, della gestione centralizzata delle funzioni di back-office, che consente alle amministrazioni sul territorio di concentrarsi sulle funzioni di presidio per la cittadinanza, trasferendo ad un altro livello le maggiori incombenze burocratiche. Si tratta di una via originale, che valorizza attori peculiari già presenti nel sistema autonomistico trentino, fra cui le Comunità e appunto lo stesso Consorzio dei Comuni Trentini, e che crediamo meriti di essere sostenuta”.

 

Erogazione dei trasferimenti provinciali agli Enti Locali. Parere favorevole.

Parere favorevole del Cal alla proposta di deliberazione della Giunta provinciale concernente ‘Modificazioni alla deliberazione n. 1327 del 5 agosto 2016 e s.m. avente ad oggetto ‘Modalità di erogazione dei trasferimenti provinciali agli Enti Locali’.
La delibera conferma anche il 2024 la disciplina transitoria per il trasferimento delle risorse finanziarie da Cassa del Trentino ai Comuni e destinate alla parte corrente. Il volume complessivo è di 253 milioni di Euro di cui:
a) 248 milioni di Euro sono da destinare al pagamento del fabbisogno convenzionale di cassa (mensilità) 2024 ai Comuni/Unioni di Comuni, e alle Comunità in relazione ai servizi gestiti per conto dei Comuni;
b) 5 milioni di Euro rappresentano il Fondo di riserva a cui attingere per sopperire alle comprovate esigenze di liquidità evidenziate dai Comuni.
Il Presidente Gianmoena, nell’introdurre la deliberazione, ha manifestato l’orientamento favorevole della Giunta rispetto al provvedimento, ed ha colto l’occasione per rinnovare l’invito – già manifestato alla Provincia – a valutare lo sblocco delle erogazioni, spettanti ai comuni con riferimento a finanziamenti pregressi per opere ormai già realizzate da anni, a prescindere dalle giacenze di cassa nella disponibilità degli enti.

 

Disposizioni urbanistiche in materia di residenzialità lavorativa. Illustrata la nuova proposta della Giunta provinciale.

Il Consiglio delle autonomie locali ha preso in esame, per una prima illustrazione, la proposta di deliberazione della Giunta provinciale concernente ‘Approvazione del disegno di legge recante ‘Disposizioni urbanistiche in materia di residenzialità lavorativa. Modificazioni alla legge provinciale per il governo del territorio 2015”.

Il Presidente Gianmoena ha ricordato come il disegno di legge faccia seguito ad una prima ipotesi di testo sulla stessa materia, inizialmente destinata ad essere inclusa nella variazione di bilancio provinciale e che il CAL ha aveva chiesto di trattare in una diversa sede che consentisse maggiori approfondimenti. Il Consiglio ha apprezzato la disponibilità ad elaborare una nuova versione delle norme, con cui si intende dare risposta alla condivisibile esigenza di dare risposta al fabbisogno alloggiativo dei lavoratori, in particolar modo nelle aree turistiche, anche attraverso l’impiego del patrimonio alberghiero dismesso. La preoccupazione è quella di evitare tuttavia di aprire ad utilizzi elusivi di tale possibilità, ed il testo che viene oggi presentato fornisce già maggiori rassicurazioni in merito. Rimangono, tuttavia, alcuni aspetti che meritano un ulteriore approfondimento tecnico: a seguito della prima illustrazione del DDL di oggi, il CAL si esprimerà, infatti, nel corso della prossima settimana, in tempo utile per l’audizione presso la Commissione consiliare competente.
L’Assessore provinciale all’urbanistica, energia e trasporti, Mattia Gottardi, ha ricordato che l’intervento normativo corrisponde ad una diffusa richiesta da parte delle categorie economiche, e che la Conferenza dei Capigruppo presso il Consiglio provinciale ha, per questo, accettato la calendarizzazione d’urgenza di un disegno di legge ad hoc. Si interviene, peraltro, in un ambito su cui il Legislatore provinciale ha già effettuato un intervento circa cinque mesi fa, e che si vuole ora meglio delineare. Ciò premesso, condividendo la necessaria attenzione a che questo intervento non apra ad utilizzi distorti, è stato volentieri accolto l’invito del CAL ad un approfondimento.

Nella discussione, è intervenuto Giacomo Redolfi, Sindaco di Mezzana, evidenziando come il provvedimento che oggi viene presentato sia sensibilmente diverso rispetto ai testi visionati precedentemente. Grazie alle osservazioni formulate dai Sindaci, oggi vengono fornite maggiori garanzie rispetto al pericolo che si possa aprire ad un una distrazione dei volumi alberghieri dalla originaria funzione ricettiva, e che deve essere in ogni caso puntualmente valutato dal Comune nell’esercizio delle sue potestà pianificatorie. Un ulteriore approfondimento è comunque doveroso, stante la delicatezza del tema.
A seguire, Beppe Detomas, Procurador del Comun general de Fascia, ha rilevato la strategicità del tema di fornire un alloggio a chi accetta di lavorare nelle zone turistiche, non solo nel comparto ricettivo, ma anche nei servizi essenziali alla cittadinanza.

Franco Ianeselli, Sindaco di Trento, ha convenuto che l’uso temporaneo di un immobile per finalità diverse da quelle previste dalla pianificazione possa essere uno strumento valido, purché adeguatamente monitorato. Sulla specifica norma, ha invitato a chiarire meglio la portata della norma, accertandosi che tali strutture possano essere destinate esclusivamente alle esigenze di chi lavora fisicamente sul territorio di riferimento.
Ivo Bernard, Sindaco di Campitello di Fassa, ha espresso apprezzamento per la nuova formulazione della norma che, sia pure con qualche ulteriore specificazione, può rappresentare un buon equilibrio fra le diverse esigenze. Ha chiesto, tuttavia, chiarimenti, rispetto a quali possano essere le prospettive di riconversione della struttura, dopo i cinque anni di utilizzo transitorio dell’immobile ad uso foresteria.

Roberto Oss Emer, Sindaco di Pergine Valsugana, si è detto d’accordo con le riflessioni di Giacomo Redolfi, in merito all’opportunità di ulteriori approfondimenti, in quanto la norma incide su aspetti delicati per la pianificazione territoriale. Un chiarimento ha richiesto, inoltre, sulle modalità di gestione delle foresterie che si vengono a costituire. Anche Mirko Montibeller, Sindaco di Roncegno Terme, condividendo le considerazioni di Oss Emer, ha sollecitato a chiarire, nei limiti della competenza del Legislatore provinciale, le forme di gestione ammesse per le strutture in oggetto.
Alberto Perli, Sindaco di Andalo, ha evidenziato che il miglior modo per ammettere, in maniera equilibrata, il reimpiego di un immobile per una diversa finalità è consentire al Comune di poter valutare ogni situazione nella sua specificità. Bene, quindi, che la norma apra ad un utilizzo per foresteria definito nella sua temporaneità, rimandando poi alla variante urbanistica.

Ruggero Mucchi, Sindaco di Cles, ha posto il tema della possibilità di concedere, all’interno di tali strutture, la residenza a chi vi soggiorni, ed ha sollecitato un approfondimento anche rispetto all’applicazione dei tributi e delle tariffe comunali a tali nuove tipologie di strutture. Ha, inoltre, evidenziato come la possibilità di mutare, seppur temporaneamente, l’impiego della struttura alberghiera, ponga poi il Comune in una situazione di difficoltà nel non accogliere la richiesta di una variante urbanistica, che possa consolidare quanto ormai esistente.
Andrea Brugnara, Sindaco di Lavis, ha suggerito di qualificare normativamente la fattispecie, utilizzando una terminologia diversa dalla foresteria, in modo da evidenziarne i caratteri peculiari.

Michele Cereghini, Sindaco di Pinzolo e assessore competente del CAL, è intervenuto per riassumere gli esiti del dibattito, soffermandosi in particolare sugli interventi di manutenzione e rimodulazione dell’uso dei locali che sarebbero consentiti dal testo normativo in oggetto per l’uso temporaneo di foresteria, e sollecitando un ulteriore chiarimento. Per contro, potrebbero essere anche ampliati i margini di intervento previsti con la forma della variante semplificata al PRG, dove viene rispettato il principio della regia pianificatoria comunale e dove è possibile intervenire considerando puntualmente ogni fattispecie. Proseguendo, Cereghini ha richiamato l’attenzione su un diverso aspetto della proposta normativa, che riguarda la possibilità di collocare, in area agricola, strutture temporanee per l’accoglienza dei lavoratori del comparto. In merito, ha auspicato che tale possibilità sia inibita nelle aree agricole di pregio, e che venga riconsiderato il termine massimo di permanenza di tali strutture, posto che il termine attualmente stabilito in 180 giorni appare eccessivo rispetto alle esigenze stagionali.
In conclusione, il Presidente Gianmoena ha ringraziato per il confronto fra Consiglio, Assessore e Struttura provinciale, da cui sono emersi spunti interessanti. Prossimamente, ha ricordato, il Consiglio riassumerà e formalizzerà la propria posizione in vista dell’audizione, ulteriormente confrontandosi con la Provincia.

 

Il Disegno di legge.

Il Disegno di legge disciplina, in primo luogo, l’utilizzo di strutture alloggiative stagionali, da collocare in area agricola per un periodo massimo di 180 giorni, per assicurare l’accoglienza dei lavoratori utilizzati per far fronte ad esigenze temporanee di manodopera nel settore agricolo. Per altro verso, va ad integrare la disciplina normativa relativa all’utilizzo degli alberghi dismessi per ospitare i lavoratori. La norma prevede paletti precisi e, cioè, che in primis l’attività dell’albergo dovrà essere sospesa «ai sensi dell’articolo 11» della legge provinciale 9 del 2000, da almeno un anno. L’utilizzo, inoltre, non dovrà superare il limite temporale di cinque anni. E, soprattutto l’apertura della struttura non corrisponderà a un cambio di destinazione d’uso. Nel periodo di utilizzo temporaneo per foresteria potranno essere svolte unicamente attività di manutenzione ordinaria e opere di manutenzione straordinaria a carattere non strutturale. Non sarà permessa la realizzazione di nuove costruzioni. Alternativamente, il Comune avrà facoltà di intervenire con una variante al PRG semplificata sullo specifico edificio, per consentire una modifica più importante della struttura ed un utilizzo stabile della stessa per le finalità indicate, ma anche in questo caso la destinazione d’uso dovrà rimanere legata all’ospitalità dei lavoratori. Per quanto riguarda gli oneri di urbanizzazione, per l’uso temporaneo a foresteria, non vengono previsti, mentre nel caso di una variante al PRG vengono ridotti a un terzo.

 

Modifiche alla Legge provinciale sulle scuole dell’infanzia. Orientamenti per l’audizione sul DDL del Consigliere Degasperi.

 

In vista dell’audizione concessa dalla competente Commissione permanente del Consiglio provinciale il Cal ha preso in esame il Disegno di legge n. 4 ‘Modificazioni dell’articolo 5 della legge provinciale sulle scuole dell’infanzia 1977’ (proponente consigliere Degasperi).
Il DDL prevede modificazioni dell’articolo 5 della legge provinciale sulle scuole dell’infanzia 1977. Nel dettaglio prevede le sezioni delle scuole dell’infanzia accolgano, a regime e non più in via temporanea per garantire il distanziamento sociale, un massimo di 24 bambini. In caso di presenza di bambini con bisogni educativi sociali, propone di stabilire, altresì, che il numero massimo di componenti la sezione sia ridotto di 2 unità per ogni bambino con BES presente. Ulteriormente, rispetto alla definizione del calendario di apertura della scuola dell’infanzia, oggi definito dai comitati di gestione delle diverse scuole, propone di conformarne normativamente l’articolazione a quello della scuola primaria, come deliberato annualmente dalla Giunta provinciale in maniera omogenea per tutto il territorio provinciale.

Dalla discussione, è emerso l’orientamento favorevole del Consiglio rispetto alle propostemrelative alla rimodulazione del numero massimo di componenti delle sezioni. In merito, si è rilevato che già il DDL di variazione del bilancio provinciale, in corso di esame da parte del Consiglio provinciale, prevede la riduzione del numero massimo di bambini in ciascuna sezione a 24 bambini. Sembra positivo prevedere, tuttavia, ulteriormente, una riduzione di tale soglia qualora vi sia la presenza, nella sezione, di bambini con bisogni educativi speciali, per assicurare una loro migliore assistenza educativa. Per contro, si è palesato un orientamento contrario rispetto alle proposte di conformazione del calendario di apertura delle scuole dell’infanzia a quello delle scuole primarie. Ciò, infatti, verrebbe a ridurre il periodo di frequenza dagli 11 mesi sperimentati a partire dal 2020, e pure rispetto ai 10 mesi di apertura storicamente previsti, andando verso un’apertura per soli nove mesi, posto che la scuola primaria è aperta dalla prima decade di settembre alla prima decade di giugno. La conformazione al calendario della scuola primaria precluderebbe, inoltre, la possibilità per i Consigli di gestione di delineare calendari di apertura speciali o turistici, come avviene oggi soprattutto nei territori turistici per conciliare l’articolazione della frequenza con le esigenze delle famiglie impiegate nel comparto ricettivo.
Vittorio Stonfer, Sindaco di Giovo, pur apprezzando l’attenzione riservata dal DDL al tema del dimensionamento delle sezioni in presenza di bambini con esigenze educative speciali, ha rilevato come la formulazione della norma andrebbe probabilmente riconsiderata, tenuto conto che non sempre gli interessati, nell’ambito della scuola dell’infanzia, vedono la propria condizione già certificata in tal senso.

Stefano Barozzi, Sindaco di Mori, pur condividendo nel complesso l’orientamento emerso dal dibattito, ha sollecitato una riflessione più articolata sull’estensione della frequenza al mese di luglio, essendo necessaria una valutazione puntuale sui numeri dell’effettiva frequenza. Per consentire una migliore qualità del servizio, sarebbe, inoltre, a suo avviso da valutare una più decisa riduzione del numero massimo di bambini in ciascuna sezione, pur essendo necessario trovare un equilibrio dal punto di vista dei costi.
Gianni Nicolussi Zaiga, Sindaco di Luserna, ha espresso la propria contrarietà ad una riduzione del periodo di frequenza rispetto agli 11 mesi recentemente introdotti, in quanto occorre sostenere le famiglie nella conciliazione delle esigenze lavorative con la cura dei figli. Dello stesso avviso, Ruggero Mucchi, Sindaco di Cles, il quale ha osservato come la previsione, pur contenuta nel DDL, di destinare eventuali risparmi di spesa a politiche di conciliazione, andrebbe portata ad effettivo regime, individuando proposte capillari ed adeguate, che siano disponibili per tutte le famiglie contestualmente alla riduzione del calendario di frequenza della scuola dell’infanzia.

 

Comitato per la Programmazione sociale e Tavolo di confronto del Sistema Bibliotecario Trentino. Designati i rappresentanti del CAL.

In chiusura di seduta il Cal ha designato Stefano Bisoffi, Presidente della Comunità della Vallagarina e assessore del CAL competente in materia di welfare, quale suo rappresentante nel Comitato per la Programmazione sociale per la XVII Legislatura.
Nel Tavolo di confronto del sistema Bibliotecario Trentino sono stati inoltre designati Walter Battisti (amministratore del Comune di Besenello), Silvia Betta (Arco), Morgan Betti (Pergine Valsugana), Elisabetta Bozzarelli (Trento), e Giulia Robol (Rovereto).

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