(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Lucia Maestri interroga per capire cosa vuol fare la Provincia autonoma di Trento con il Centro S. Chiara e alla sua precaria situazione.
Dopo la scadenza del mandato del C.d.A. del Centro Servizi culturali S, Chiara, si affacciano varie ipotesi e fra esse anche quella del commissariamento dell’ente, con implicita ammissione del fallimento della “governance” che ha fin qui retto le sorti dell’ente.
A questo proposito e davanti alle più recenti decisioni del C.d.A. che ha approvato un piano di rientro dalle posizioni debitorie che prevede anche tagli pesanti alla programmazione attuale del Centro, la Consigliera del PD del Trentino Lucia Maestri ha depositato oggi una interrogazione per capire se hanno fondamento le notizie di un possibile commissariamento dell’ente; se il piano di rientro è stato condiviso con la Provincia di Trento e se la stessa condivide i tagli alla programmazione in corso, nonché come si intende affrontare il problema nel rapporto con gli abbonati che hanno comperato un pacchetto e ora potrebbero trovarlo molto impoverito; quali orientamenti per individuare i prossimi componenti dell’organo di governo del Centro ed infine quali intenzioni ha la Provincia per sostenere il suo ente funzionale ed appianare la situazione debitoria in essere.
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INTERROGAZIONE
Interrogazione a risposta scritta – Oggetto: Centro Servizi Culturali Santa Chiara: un gorgo senza fine.
Lo scorso 31 ottobre è formalmente scaduto il mandato del Consiglio d’Amministrazione del Centro Servizi culturali “S. Chiara”, organo peraltro già “mutilato” dalle dimissioni del Presidente dello stesso oltre un anno fa e quindi costretto a procedere con un organo giuridicamente imperfetto.
A fronte di una situazione ormai emergenziale e che necessiterebbe, proprio per la sua particolarità soprattutto sul versante della gestione finanziaria dell’ente, di un organo di governo nel pieno della sua efficienza, va registrato anzitutto come la Provincia sia ancora ben lontana da un’idea omogenea di strutturazione e composizione del prossimo C.d.A.,mentre il Comune di Trento ha già indicato la sua rappresentanza nell’autorevole e professionale figura del dott. Marco Bernardi, già direttore del teatro Stabile di Bolzano e consulente ministeriale.
Ma non basta.
Spunta infatti oggi la notizia dell’ipotesi di nomina di un “commissario”, ovvero di un tecnico chiamato a rimettere in sesto il bilancio dell’ente, gravato da una esposizione debitoria pesante e che sta pregiudicando tutte le attività del Centro “S. Chiara”. Sembra si tratti non solo di una opzione tecnica appunto, ma anche di un modo “elegante” per prendere tempo e per trovare una “quadra” fra le antitetiche posizioni del Presidente della Provincia e della sua Vice Presidente. Nel frattempo si naviga a vista ed il C.d.A. ,nella sua ultima seduta, ha approvato il piano di rientro elaborato dal direttore dell’ente, che prevede la copertura del disavanzo attingendo al fondo di riserva del Centro, ma anche incidendo sulla programmazione ordinaria, con un “congelamento” delle attività istituzionali dell’ente, almeno per il prossimo bimestre. Nulla di nuovo, perché si tratta del medesimo piano che
aveva spinto i lavoratori a minacciare una astensione dal lavoro, per poi accettare la mediazione provinciale in attesa di sviluppi positivi che, a quanto pare, sono ben lontani dal realizzarsi.
Si ripropone pertanto la situazione di tempo fa, con i rischi che ciò comporta soprattutto per i livelli occupazionali, ma anche per la proposta culturale del Centro e per il rapporto con il pubblico,che peraltro ha pagato abbonamenti di varia natura, “comperando” così un pacchetto di proposte di spettacolo che oggi potrebbe venire disatteso a causa appunto dei tagli di bilancio necessari a fronteggiare l’esposizione debitoria.
Posto che non si comprende come il Centro vorrà rimborsare gli abbonati del danno causato da una eventuale sospensione degli spettacoli in cartellone. Quello che più interessa capire, in questa sede, è l’atteggiamento politico della Giunta provinciale che, indirizzandosi verso la nomina di un “commissario” per l’ente, di fatto sconfessa e boccia l’agire del C.d.A. dalla stessa nominato su base fiduciaria, ivi compresa l’ultima scelta di approvazione del piano di rientro elaborato da una direzione del Centro che non è scevra di responsabilità, quanto meno nella scelta delle proposte per il cartellone estivo della “Trentino Music Arena” dimostratesi palesemente insufficienti a coprire almeno i costi e quindi causa del dissesto finanziario dell’ente.
Come sempre siamo di fronte ad una situazione paradossale.
Da un lato la Provincia non sembra aver dialogato con i suoi rappresentanti in seno al C.d.A. del Centro “S. Chiara”, perché altrimenti avrebbe dovuto assumere ben prima alcune posizioni anche rispetto al formarsi della situazione debitoria; dall’altro il C.d.A ha proseguito imperterrito nel mandato, senza mai metterne in discussione gli obiettivi relativamente alla gestione della “Trentino Music Arena” per ritrovarsi poi con un bilancio in grave deficit. In questo reciproco silenzio, tutto finalizzato “a non disturbare il manovratore”, finiscono nel tritacarne mediatico e non solo i dipendenti, la qualità e la credibilità stessa dell’ente, esposto ai capricci della politica ed all’incompetenza dei suoi amministratori che forse avrebbero dovuto opporsi al dettato provinciale, anziché assecondarlo pedissequamente, quando si palesavano nei fatti – al punto da essere perfino stigmatizzate sulla stampa – sia la difficoltà di gestione, come le perdite di bilancio.
E adesso, di fronte all’esplodere del problema, la Giunta provinciale non sa fare altro che aggrapparsi alla nomina di un “commissario” tecnico, chiamato a ripianare i bilanci, ovviamente con l’intervento indispensabile della Provincia, anziché affrontare la situazione con l’attuale C.d.A. o nominando subito un nuovo organo di governo dell’ente. Il commissariamento è sempre e comunque una sconfitta ed una dimostrazione di incapacità degli amministratori e vagheggiarne l’ipotesi significa riconoscere implicitamente il fallimento di una gestione, sempre apparsa all’insegna dell’improvvisazione e del compiacimento del potere e dei suoi desideri.
Tutto ciò premesso si interroga la Giunta provinciale per sapere
– se le notizie riportate dalla stampa locale trovano un fondamento negli orientamenti attuali della Giunta provinciale in materia di “governance” del Centro Servizi culturali “S. Chiara”;
– se il piano di rientro elaborato dalla direzione dell’ente è stato visionato e discusso con la Provincia e se la stesso lo condivide, al pari del C.d.A che lo ha approvato, di fatto accettando tagli pesanti alla programmazione delle attività in corso;
– se e come si ritiene di affrontare il problema del “congelamento” di alcune proposte di spettacolo nel prossimo bimestre, così come individuato dal piano di rientro elaborato dalla direzione, posto che gli abbonati hanno comperato un pacchetto che potrebbe risultare oggi ben diverso da quello della proposta di acquisto iniziale;
– quali orientamenti sono fino ad ora emersi in sede di Giunta provinciale per definire i requisiti tecnici e le idoneità afferenti il profilo dei prossimi rappresentanti della Provincia in seno al C.d.A. del Centro “S. Chiara”;
– con quali tempistiche si intende procedere sia per l’eventuale nomina di un “commissario”, sia per un rinnovo diretto del C.d.A. dell’ente;
– quali sono le intenzioni della Provincia per sostenere il Centro “S. Chiara” e per appianare eventualmente la situazione debitoria in essere.
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Lucia Maestri