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CONSIGLIO PAT * FRASSILONGO – VERTICE MINORANZE LINGUISTICHE: « PER SALVARE LA LINGUA MOCHENA NECESSARIO AGIRE SUL FRONTE EDUCATIVO ED ECONOMICO »

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11.40 - venerdì 18 novembre 2022

Ieri il vertice a Frassilongo promosso dall’Autorità minoranze. I Mocheni chiedono più lingua a scuola e più lavoro in valle.

Per salvare la lingua mochena, ridotta quantitativamente ai minimi termini, occorre agire subito sul fronte educativo e sul fronte economico. Il punto della situazione è stato aggiornato ieri pomeriggio in un vertice a Frassilongo, promosso dall’Autorità per le minoranze linguistiche e aperto da un minuto di silenzio, dedicato al compianto Diego Moltrer a otto anni esatti dalla scomparsa.

L’organismo presso il Consiglio provinciale, presieduto da Katia Vasselai e composto poi da Chiara Pallaoro e Matteo Nicolussi Castellan, ha completato dunque il suo giro d’orizzonte, dopo essere stato a Luserna tra i cimbri e a Sen Jan tra i ladini.

Ieri c’erano anche le autorità politiche. Il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder ha elogiato il lavoro dell’authority, che sta davvero entrando nel cuore dei problemi e delle cose da fare. L’assessore regionale per le minoranze, Manfred Vallazza, si è detto favorevole a riconoscere un’indennità per chi sul lavoro sa parlare il mocheno. E ha assicurato a Vasselai che sta portando avanti in sede regionale la proposta dell’Autorità di istituire una giornata annuale dedicata alle lingue minoritarie. Presente anche il vicepresidente del Consiglio regionale e consigliere ladino Luca Guglielmi, che ha incoraggiato i mocheni a lottare per la loro piena tutela nel quadro autonomistico.

Il vertice – coordinato da Chiara Pallaoro, che nella terna dell’Autorità rappresenta proprio i mocheni – ha toccato davvero i nervi scoperti del tema. Il vicesindaco di Frassilongo/Garait Bruno Groff è stato il più esplicito: a tredici anni dalla legge regionale che lo prevede – ha detto – non abbiamo ancora garantito il diritto di insegnare il mocheno a scuola, con la situazione peggiore alle scuole medie. La Commissione toponomastica c’è da dieci anni, ma gli esiti sono ancora nulli. La prospettiva di portare una ditta artigiana in valle, creando occupazione e buoni motivi per vivere qui, è stata approfondita con l’assessore Vallazza tre anni fa, ma non si è ancora concretizzata.

A Groff ha risposto Pallaoro, spiegando che il mese prossimo l’Autorità incontrerà l’assessore provinciale all’istruzione Mirko Bisesti, proprio per aggredire la questione del mocheno a scuola. Vallazza ha spiegato che il periodo pandemico ha di fatto sospeso l’interessamento di ditte sudtirolesi per il territorio mocheno. Kaswalder ha detto che il problema scolastico si può risolvere e che il tema economico si deve affrontare con i patti territoriali, come accaduto con successo in Vigolana, preoccupandosi però anche di garantirsi che ci sia poi manodopera per le eventuali attività da far partire in loco.

Il presidente dell’Istituto culturale mocheno, Luca Moltrer, ha fornito un dato a dir poco preoccupante: saranno ormai 6 o 7 i bambini che a casa parlano quotidianamente e realmente il mocheno. Occorre potenziare l’uso della lingua fin dalla scuola materna, almeno al livello positivamente raggiunto dai cimbri a Luserna.

Più rassicurante il sindaco di Palù del Fersina, Franco Moar, che ha riposto grandi aspettative nell’ottima decisione del governo provinciale di calare nel suo municipio, in ottica di valle, uno dei progetti generosamente finanziati dal Pnrr. C’è una chance concreta – ha detto – di sviluppare le potenzialità del turismo locale e di creare opportunità di lavoro in un territorio diventato di fatto il dormitorio rispetto ai centri come Pergine e Trento.

Il nuovo presidente della Comunità Alta Valsugana e Bersntol, ossia il sindaco di Sant’Orsola Andrea Fontanari, ha promesso di battersi per la piena attuazione della legge sulle minoranze del 2008. E ha ricordato che anche il suo territorio comunale potrà at-tingere al Pnrr per un progetto di rilancio dell’asilo nido.

All’incontro di ieri è stato invitato anche l’Ispat, per illustrare gli esiti del censimento generale 2021, chiamato a contare i parlanti le lingue minoritarie e a censirli Comune per Comune. Vincenzo Bertozzi ha spiegato che c’è stato un calo di adesioni al censimento nell’area mochena (-16%) ma dovuto in buona parte ad aspetti tecnici e allo scollega-mento dell’indagine dal censimento generale della popolazione. Nei tre Comuni di Frassilongo, Fierozzo e Palù si registrano 72 mocheni ogni 100 residenti. Il 16 dicembre inizierà ora la fase 2, con un’indagine sociolinguistica a campione, che fornirà una radiografia del fenomeno linguistico non estraibile dai semplici dati del censimento generale.

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