Al Ministro dell’Interno Lamorgese – Al Ministro della Difesa Guerini.
Premesso che nella giornata dell’11 maggio, a Ciampino, la cooperante Silvia Romano è stata accolta dal Presidente del Consiglio Conte e dal Ministro degli Esteri Di Maio, dopo una lunga trattativa dai contorni ancora indefiniti;
considerato che, nel corso dell’interrogatorio, la cooperante avrebbe sottolineato al pm di essere sempre stata trattata bene e di non aver subito violenze fisiche o psicologiche;
considerato che, anche in relazione alla tanto dibattuta questione della conversione religiosa, non ci sarebbe stata alcuna forzatura e la volontà di convertirsi alla fede islamica non sarebbe stata frutto di una coercizione dei suoi carcerieri;
considerato che il Presidente Giuseppe Conte, in alcune dichiarazioni rilasciate all’aeroporto di Ciampino, ha confermato che le trattative sono entrate nel vivo qualche mese fa, intorno a marzo-aprile;
considerato che, per quanto riguarda i dettagli dell’operazione che ha condotto alla liberazione di Silvia Romano, tra l’8 e il 9 maggio è probabile che sia stato pagato un riscatto, ma non si sa nulla del suo ammontare;
valutando che la collaborante non si è dissociata dal gruppo terroristico di cui ha esaltato la correttezza, è lecito credere che la collaborante Silvia Romano abbia mantenuto collegamenti con il gruppo terroristico che l’ha rapita e di cui ha ostentatamente esibito gli abiti tradizionali, confermando la sua nuova fede islamica.
Tutto ciò premesso, con ogni considerazione e rispetto per il rapimento e la violenza patita, la trasformazione culturale e la ribadita appartenenza al gruppo dei terroristi che l’hanno rapita impongono alcune verifiche sulle relazioni intercorse e ancora vigenti con gli stessi nemici dell’Occidente che potrebbero, anche attraverso di lei, compiere altri rapimenti o attentati;
valutato che è necessario chiarire la disponibilità della collaborante a difendere la propria nazione, se non religione, o, viceversa, a proporsi come punto di riferimento dei terroristi;
si chiede ai Ministri responsabili e all’Autorità giudiziaria di verificare e controllare in ogni modo i movimenti, le corrispondenze telefoniche e telematiche di Silvia Romano, con intercettazioni e ogni altro utile strumento per proteggere e garantire i cittadini e lo Stato.
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On. Vittorio Sgarbi