(Fonte: Manuela Bottamedi) – La rivolta dei presunti profughi al Desert pone degli interrogativi e delle riflessioni a cui il governo provinciale deve, senza ulteriori timidezze e indugi, rispondere.
1) Primo interrogativo: cosa può fare la Provincia di Trento in materia di immigrati rispetto alle decisioni del governo nazionale? Fin dove può spingersi? Fino a che punto la Provincia può discostarsi dalle imposizioni nazionali? Quali prerogative autonomistiche abbiamo in materia? Ogni opinione e proposta sulla gestione attuale degli immigrati non può prescindere dalla risposta su questo punto specifico.
2) Ma l’altro interrogativo è: l’attuale governo a guida centrosinistra ritiene ancora sostenibile questo modello di accoglienza che non può e non potrà mai trasformarsi in integrazione ? La ghettizzazione di giovani immigrati, a spasso tutto il giorno e privati della possibilità di lavorare e rendersi socialmente utili, non potrà mai approdare ad alcuna forma di integrazione. Ogni società che si rispetti si fonda sul diritto/dovere al lavoro. Così recita anche la nostra Costituzione all’articolo 1. Quali prospettive di assorbimento e di futuro possono avere questi giovani immigrati all’interno del nostro tessuto economico e sociale? Il vero rispetto per un uomo e per una donna implica la possibilità di fornire loro un futuro.
3) Ultimo interrogativo: in che modo alternativo e con quali nuove forme e strumenti di gestione il governo provinciale a guida Pd Patt Upt pensa di declinare l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati, visto il fallimento dell’attuale sistema?
Questo modello è giunto al capolinea, al collasso, e l’ennesima rivolta odierna ne è la prova. È evidente che vanno trovate nuove soluzioni, concordate e condivise con la comunità. Oggi stesso depositerò un’interrogazione che contiene queste tre interpellanze al Presidente Rossi e all’Assessore Zeni.
Cons. prov. Manuela Bottamedi
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