(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”: inizia così l’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani che il 28 maggio del 1961 ha ispirato l’avvocato inglese Peter Benenson a pubblicare dalle colonne del quotidiano “The London Observer”, un articolo intitolato: “I prigionieri dimenticati”, con lo scopo di mobilitare l’opinione pubblica verso coloro che in qualsiasi parte del mondo erano stati imprigionati per le proprie idee o per la propria religione.
In quel preciso momento partiva la prima campagna di Amnesty International, dal titolo “Appello per l’amnistia”.
In Italia, Amnesty International nasce ufficialmente nel 1975 ed è una comunità organizzata di oltre 90 mila persone tra soci, donatori, attivisti, persone di staff e collaboratori che promuovono i valori sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani.
Cinquanta anni di attività raccontati dallo speciale “Blob” dal titolo “Human Lights – 50 anni di Amnesty International Italia”, di Fabio Masi con la collaborazione di Elena Vecchia e Michela Tirelli, in onda domenica 20 aprile alle 20.00 su Rai 3, dopo la proiezione in anteprima al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.
Negli ultimi anni si sono viste alcune delle più grandi mobilitazioni da decenni a questa parte come Black Lives Matter, MeToo, i movimenti contro i cambiamenti climatici che hanno ispirato milioni di persone a scendere in strada per chiedere giustizia per le persone discriminate su base etnica e per l’uguaglianza, i mezzi di sostentamento, la giustizia climatica, la fine della violenza e della discriminazione di genere.
Questo patrimonio di protesta e rivendicazioni dal basso ha interessato anche l’Italia dove la storia di Amnesty International s’interseca con le richieste di diritti che hanno coinvolto più generazioni.
È questo il filo narrativo che tiene unito il racconto, un filo che si lega alle interviste e alle testimonianze realizzate per l’occasione a Patrick Zaki, studente italo egiziano imprigionato in Egitto e poi liberato, a Mysoon Majidi regista e attrice curda iraniana fuggita dal proprio paese per il suo impegno sociale a favore dei diritti delle donne.
Con i contributi d’eccezione di Valeria Solarino ed Elio Germano, attivisti per le campagne di Amnesty International Italia e con le testimonianze dei volontari e i collaboratori che lavorano in Amnesty International come Riccardo Noury, iscritto ad Amnesty nel 1980 e da quasi 20 anni portavoce di Amnesty Italia.
Una grande varietà di repertori dagli archivi delle Teche Rai e con i materiali originali dai circuiti internazionali, molto spesso veri e propri squarci iperreali-stici dalle zone di conflitto di ieri e di oggi.
Un importante contributo proviene dall’archivio storico di Amnesty International, conservato presso l’Aamod, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, documenti ricchi di testimonianze dirette e di contenuti spesso inediti.
