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MAGISTRATURA DEMOCRATICA – ROMA * MIGRAZIONI: « ALLARME PER PROPOSTA MODIFICA DECRETO, NON SI AZZERINO PROTEZIONE SPECIALE E CONVERTIBILITÀ PERMESSI OTTENUTI »

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14.31 - domenica 16 aprile 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Il Consiglio nazionale di Magistratura democratica convocato a Roma il 15 e il 16 aprile 2023, presso la sede della Fondazione Basso (Via Delle Dogane Vecchie), ha approvato un documento all’unanimità: «I giuristi hanno il dovere di mettere in campo ogni iniziativa a tutela delle norme costituzionali e convenzionali che lo stesso Presidente della Repubblica chiama ad attuare.

Magistratura democratica non intende rimanere in silenzio e aderisce alla manifestazione “Invertire la rotta” del 18 aprile 2022. Dopo avere espresso il radicale dissenso sul c.d. “decreto Cutro”, un provvedimento che colpisce la vita e le relazioni affettive e sociali di persone ormai integrate nel nostro Paese senza ridurre in alcun modo al tragedia delle morti in mare, Magistratura democratica guarda con allarme alla proposta di modifica del decreto che mira ad azzerare del tutto la protezione speciale, a cancellare la convertibilità dei permessi ottenuti in relazione alla tutela della vita privata e familiare o al fine di rimanere nel nostro Paese per cure mediche, nonché a limitare il divieto di espellere persone affette da gravi patologie al solo caso (difficile o impossibile da accertare in maniera tempestiva) in cui le patologie non siano “adeguatamente curabili nel paese di origine.

Sono norme in contrasto con l’art. 10 della Costituzione, con l’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e con l’art. 18 della Carta di Nizza e tali da consegnare il nostro Paese in una situazione quasi unica di illegalità internazionale. Una norma che genererà contenzioso sia davanti alla Corte costituzionale sia nelle aule dei tribunali, con i giudici certamente chiamati a dare applicazione diretta a quelle norme costituzionali e convenzionali che trovano il loro fondamento di legittimità nell’espansione del diritto alla vita e alla dignità di tutte le persone.

Sentiamo il dovere di ricordare un monito del Presidente della Repubblica: “Avverto l’obbligo di sottolineare che, in materia, come affermato nella Relazione di accompagnamento al decreto, restano fermi gli obblighi costituzionali e internazionali dello Stato, pur se non espressamente richiamati nel testo normativo, e, in particolare, quanto direttamente disposto dall’art. 10 della Costituzione e quanto discende dagli impegni internazionali dell’Italia”.

La situazione di incertezza che si potrebbe produrre aumenterà il numero dei morti e degli irregolari. I più poveri e vulnerabili, anziché essere sostenuti e integrati, verranno definitivamente trasformati nei fantasmi delle nostre paure e in bersaglio dei processi espulsivi e di criminalizzazione.

Questi tentativi di dar vita a una legislazione in contrasto con i diritti e le leggi internazionali dei più deboli vengono posti in essere – sotto lo schermo di uno stato di emergenza dai contenuti poco chiari – proprio nel momento in cui l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, Volker Turk, ricorda al nostro Paese che “qualsiasi nuova politica nell’ambito dello stato di emergenza deve essere conforme agli obblighi dell’Italia in materia di diritti umani” ed esorta il governo “ad abbandonare la nuova e severa legge adottata all’inizio dell’anno che limita le operazioni civili di ricerca e soccorso e ad astenersi dal criminalizzare coloro che sono coinvolti nel fornire assistenza salva-vita».

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