(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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RISPOSTE AI COMITATI DEI CITTADINI DEI CAPIGRUPPO DELLA MAGGIORANZA DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TRENTO DOPO INCONTRO DELLO SCORSO 30 SETTEMBRE 2024.
Con la presente facciamo seguito all’incontro tenutosi alcune settimane fa su stimolo dei comitati cittadini e tentiamo di offrire le nostre risposte ai quesiti da loro sollevati. Tale nostro contributo si inserisce nel necessario confronto pubblico sul tema del bypass ferroviario, augurandoci che quelle qui contenute siano informazioni utili alla conoscenza e alla comprensione di cittadini e cittadine, obiettivo che riteniamo centrale nel nostro intervento amministrativo. Ci saranno certamente nelle prossime settimana ulteriori momenti per approfondire tali questioni. Rimaniamo a disposizione.
1. ANALISI ACQUE DI FALDA. I Siti di Interesse Nazionale (SIN) sono estese porzioni del territorio nazionale, di particolare pregio ambientale e intese nelle diverse matrici ambientali (compresi eventuali corpi idrici superficiali e relativi sedimenti), individuati per legge, ai fini della bonifica, in base a caratteristiche (di contaminazione e non solo) che comportano un elevato rischio sanitario ed ecologico in ragione della densità della popolazione o dell’estensione del sito stesso, nonché un rilevante impatto socio-economico e un rischio per i beni di interesse storico-culturale. All’individuazione dei SIN, avvenuta a partire dal 1998 mediante norme di varia natura (leggi in materia ambientale, leggi di bilancio, decreti ministeriali), provvede con proprio decreto il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (ora Ministero della Transizione Ecologica, MiTE) d’intesa con le Regioni interessate, secondo i principi e i criteri direttivi definiti all’art. 252 (Siti di interesse nazionale), comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale); alla perimetrazione di dettaglio di ciascun SIN provvede lo stesso il Ministro con decreto dedicato, sentiti i Comuni, le Province, le Regioni e gli altri enti locali, assicurando la partecipazione dei responsabili nonché dei proprietari delle aree da bonificare, se diversi dai soggetti responsabili. Ai sensi del comma 4 dell’art. 252, la procedura di bonifica di cui all’art. 242 è nel caso dei SIN attribuita alla competenza del MiTE, che si avvale per l’istruttoria tecnica del Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nonché di altri soggetti qualificati pubblici o privati. Il sito di interesse nazionale “SIN” di Trento Nord è stato perimetrato con Decreto Ministeriale dell’8 luglio 2002 a seguito del riscontro delle matrici inquinate suolo e falda.
Al fine di contenere la fuoriuscita dal SIN ex Sloi di inquinanti in falda l’amministrazione comunale ha recentemente emesso un’ordinanza che richiede ai proprietari la realizzazione delle misure di prevenzione previste dal Titolo V Parte IV del D.Lgs 152/2006. Diversamente il SIN ex Carbochimica è già provvisto di una barriera idraulica appositamente dimensionata al fine di impedire la fuoriuscita di inquinanti in falda dal sito. La barriera è attiva dal 2 agosto 2001, con lo scopo di captare le acque inquinate, depurarle tramite un sistema di filtri a carboni attivi, e restituirle a valle del processo depurativo nel Rio Lavisotto. Attualmente la barrire idraulica è gestita dai proprietari del SIN. Il sistema di filtri ha determinato un significativo abbattimento della contaminazione rispetto alla situazione precedente in alcuni piezometri, come mostrano i dati raccolti. L’APPA verifica la regolare funzionalità dell’impianto della barriera mediante sopralluoghi e campionamenti. Le acque di falda dell’area di Trento Nord, sono costantemente monitorate da APPA a partire dall’anno 1994 con campionamenti specifici in punti di prelievo fissati. I risultati del monitoraggio sono stati utilizzati anche nell’ambito della stesura del Piano Generale di Utilizzazione delle Acque Pubbliche (PGUAP) con la “Carta della Criticità Idrica sotterranea”, approvata con deliberazione della Giunta Provinciale n. 2563 del 10.10.2008. Con questo strumento sono state, infatti, individuate una “area critica di alterazione qualitativa della falda” e una “area di attenzione per potenziale alterazione qualitativa della falda” che circondano il SIN di Trento nord.
All’interno di queste aree sono stabiliti specifici vincoli di utilizzo della falda, in modo da garantire la necessaria tutela igienico-sanitaria. I contaminanti in falda che si trovano all’esterno del sito verosimilmente potrebbero derivare da diverse fonti primarie costituite da scorie di lavorazione della Carbochimica stessa introdotte nel territorio durante il periodo di attività della ditta. I due siti SIN sono stati recentemente sottoposti a numerose indagini da parte di APPA a seguito del sequestro delle aree, sia delle acque che del soil gas al fine di aggiornare la documentazione analitica con nuovi dati rilevati direttamente all’interno dei siti. La variazione dei valori riscontrati nel corso degli anni nel monitoraggio dell’acqua dell’area di Trento Nord è un fenomeno frequente poiché la qualità dell’acqua è collegabile anche a fattori del tutto estranei all’inquinamento quali le oscillazioni della falda dovute a periodi di piovosità più o meno intensa.
2. BONIFICA DELLE ROGGE. A seguito dell’evidenza emersa durante la bonifica delle rogge della presenza di morchie catramose nell’area di immissione della roggia primaria di Campotrentino nel Lavisotto, il Comune ha dato incarico di eseguire un’indagine ambientale al fine di meglio delimitare l’area interessata della presenza di morchie in prossimità della fossa primaria di Campotrentino a cielo aperto. Per quanto riguarda la modalità di disinquinamento della fossa primaria di Campotrentino il tavolo tecnico istituito a seguito dell’ordinanza sindacale n. 7/2023 di data 12 luglio 2023 sta effettuando approfondimenti in tal senso. L’ordinanza sindacale n. 7/2023 avente ad oggetto “Fossa primaria di Campotrentino, fuoriuscita di morchie catramose. Disposizioni in merito alla rimozione, allo smaltimento dei rifiuti ed al ripristino delle aree coinvolte”, ha ordinato la costituzione di una struttura tecnica con incarico di predisporre un documento progettuale e programmatorio, composto da analisi, valutazioni ambientali, studi ed elementi tecnici in grado di definire un progetto di ripristino delle aree interessate.
La struttura tecnica è formata dai referenti tecnici del Comune di Trento (arch. P. Ricchi, ing. B. Delaiti) e dell’Agenzia provinciale per le Opere pubbliche (ing. M. Groff, ing. W. Merz) e si avvale del supporto tecnico e giuridico dell’APPA. Al fine di delimitare l’eventuale presenza di contaminanti si precisa che il PRG individua in un’apposita cartografia l’”Area di controllo influenzata dagli impianti industriali già esistenti a Nord della città di Trento”, riguardo a cui l’art. 84 ter comma 2 delle norme tecniche di attuazione prevede che “All’interno di quest’area gli interventi edilizi che comportano operazioni di scavo, fatta salva la disciplina in materia di terre e rocce da scavo, sono subordinati a indagine analitica anche degli inquinanti tipici del sito di bonifica di interesse nazionale “Trento Nord”.
Nel caso di interferenze con la falda dette analisi sono estese anche a quest’ultima. Gli esiti analitici di suolo e falda corredano la valutazione certificante la qualità dei suoli e delle acque.” Detta area risulta sovrapponibile con l’”Area critica per alterazione qualitativa della falda” individuata nella Carta della criticità idrica sotterranea. In quest’area l’utilizzo della falda è fortemente limitato proprio ai fini della tutela dei cittadini. In generale nel caso di necessità di pompare acqua di falda ai fini ingegneristici, l’iter prevede l’analisi dell’acqua ai fini della sua restituzione in corsi d’acqua superficiali limitrofi o della sua reimmissione in falda. Se l’acqua risulta inquinata è necessario prima della sua restituzione sottoporla a un procedimento di abbattimento degli inquinanti al fine di renderla qualitativamente accettabile ai fini di legge. Nel caso non sia possibile ottenere l’abbattimento, l’acqua viene allontanata in botti e trattata come rifiuto liquido nei siti appositi.
La previsione normativa contenuta nell’art. 84ter nasce da un principio di precauzione in relazione al possibile abbandono di materiali inquinati provenienti dalle attività del SIN, infatti, per ogni intervento, all’interno di detto perimetro è prevista la ricerca di inquinanti tipici del SIN di Trento Nord nel suolo e, se interessate, nelle acque. Dal punto di vista della fattibilità risulta inattuabile una caratterizzazione a tappeto dell’area sopra menzionata. Si affronta invece caso per caso analizzando i terreni e le acque (se interessate dall’opera) e avviando di conseguenza l’iter di disinquinamento puntuale se necessario, come successo per il campo Coni, e le vicine scuole Piccolo Principe, Orsetto Pandi e Schmid. Per quanto riguarda le condizioni qualitative della falda di Trento nord, APPA monitora costantemente una rete di piezometri i cui esiti analitici sono pubblicati sul sito istituzionale di APPA. Per quanto riguarda il Piano di Utilizzo Terre della Circonvallazione Ferroviaria presentato al MASE da parte di RFI, si precisa che sulla base degli esiti della consistente campagna di indagini eseguita tra novembre e dicembre 2023 sono stati individuati “due spessori di conformità per le TRS: Spessore 1: 0 – 5m da p.c. con concentrazioni superiori alle CSC di colonna A, ma inferiori alle CSC di colonna B; Spessore 2: 5 – 15 m da p.c. con concentrazioni conformi alle CSC di colonna A.
Si sottolinea che in conformità alle normative vigenti, i materiali di risulta provenienti dalle aree in cui sono stati rivenuti superamenti di Col.B nell’area dell’Ex Scalo Filzi saranno gestiti in qualità di rifiuti. Si precisa che in merito ai suddetti superamenti, l’inquadramento amministrativo ai sensi del titolo V parte IV del D.lgs 152/2006 è stato condiviso e concordato con APPA Trento a seguito di specifiche interlocuzioni.” Pertanto nel PUT presentato al Ministero non vi è alcuna evidenza che i primi 5 m di terreno dello scalo Filzi sono inquinati e verranno portati in discarica. Contrariamente viene evidenziato come nei primi 5 m di terreno ci siano superamenti oltre colonna A ma comunque inferiori alla colonna B e pertanto dovranno essere conferiti in siti di destino la cui destinazione d’uso finale sia compatibile con la colonna B. Solo nel caso in cui le analisi in corso d’opera evidenziassero anche superamenti di colonna B, allora i materiali di risulta verranno gestiti come rifiuto. Si sottolinea inoltre che ai sensi del D. Lgs 152/2006 e in linea con la destinazione urbanistica del PRG, è previsto per il riempimento di cave il vincolo di utilizzo di terre appartenenti alla colonna A.
3. VIA LAVISOTTO. Il progetto di bonifica delle rogge demaniali di Trento Nord è stato elaborato in una prima versione nel corso dei primi anni del 2000, il progetto definitivo è stato approvato dal Ministero nell’anno 2005, e prevedeva la bonifica sia della parte a cielo aperto dei corsi d’acqua, sia della parte tombinata, che scorre sotto la città di Trento. Nel 2014, per velocizzare le operazioni di bonifica, l’intero progetto è stato suddiviso in due lotti da eseguire con distinte gare d’appalto, giustificati dal fatto che le tecnologie da impiegarsi sono significativamente diverse tra loro: il primo lotto, ora in esecuzione, riguarda infatti l’intervento di rimozione del materiale depositato sul fondo del rio Lavisotto ed è caratterizzato dal fatto che la tratta è a cielo aperto. Il secondo lotto riguarda invece la parte tombinata che si inabissa sotto il sedime cittadino e che sarà oggetto di altra aggiudicazione.
La formale consegna dei lavori del primo lotto è avvenuta il 9 novembre 2020. Nel corso dell’ottobre del 2021, a seguito della constatazione di una correlazione tra le improvvise variazioni della quota della falda e gli eventi meteorologici più intensi, si avviò un iter autorizzativo presso il Ministero della Transizione Ecologica per individuare una diversa modalità di esecuzione degli scavi altrimenti pregiudicati dalla presenza di acqua nello scavo, ferma restando la conferma di tutti gli altri parametri di riferimento dell’intervento di bonifica. La procedura si è conclusa, con esito positivo, con l’emissione del Decreto Ministeriale 37 del 26 maggio 2022 con il quale è stata approvata la perizia di variante ai lavori di bonifica delle rogge demaniali. I lavori di bonifica hanno avuto luogo a partire dalla fine del mese di agosto 2022.
Il progetto di bonifica prevede preventivamente l’infissione di palancole laterali per il contenimento delle sezioni di scavo, successivamente il deflusso dell’acqua all’interno dell’alveo del rio Lavisotto, interessato dalla rimozione del materiale inquinato, viene intercettato e deviato a valle del settore di intervento. I lavori prevedono lo scavo per la rimozione degli strati inquinanti nel sedime dell’alveo per uno spessore di circa 1,5 m, operazione che viene eseguita in ambiente confinato. L’aria interna alla struttura viene prelevata e trattata all’interno di n. 2 unità di filtrazione. Successivamente allo scavo del materiale inquinato viene realizzato un “tappo di fondo”, mediante iniezione “jet grouting” di una miscela di leganti bi-componenti, privi di cemento , finalizzato al contenimento della risalita della falda.
L’isolamento del fondo dello scavo consente inoltre una rapida individuazione della profondità massima raggiunta dalla bonifica e permette di evitare che l’oscillazione della falda possa determinare il trascinamento dell’inquinamento verso gli strati soprastanti di materiale sostituto. Il tappo di fondo scavo è collocato mediamente per uno strato compreso tra – 1,50 e -2,50 m. La quota inferiore del tappo isolante è posizionata a circa -3 m. Il progetto di bonifica delle rogge demaniali quindi è stato valutato sotto l’aspetto tecnico, ambientale e sanitario ed approvato dal Ministero. L’Agenzia per le Opere Pubbliche dalla Provincia intrattiene costanti rapporti col Ministero ed i suoi organi tecnici al fine di valutare e monitorare eventuali problematiche ambientali e sanitaria dovessero emergere.
Nel corso dei lavori, vengono eseguite delle campagne di monitoraggi ambientali, sia per quanto riguarda l’aria entro i confini del cantiere, sia per le acque di falda. APPA ha installato inoltre all’interno del giardino delle scuole Schmid un rilevatore in continuo della qualità dell’aria al fine di verificare il rispetto dei limiti anche durante i lavori di bonifica del Lavisotto. Per quanto riguarda l’eventuale installazione di una lavagna luminosa riportante i dati in tempo reale si provvederà a inoltrare tale richiesta al gestore della centralina. L’amministrazione comunale, assieme ad alcuni membri dell’Ordine dei medici, si è resa disponibile ad organizzare un convegno che affronti gli aspetti sanitari collegati alla presenza degli inquinanti delle aree SIN ed è in attesa di riscontri.
4. I LAVORI DELLA CIRCONVALLAZIONE. Premesso che il progetto esecutivo della Circonvallazione ferroviaria è stato suddiviso in opere di parte A (opere di imbocco nord e sud) e opere di parte B (galleria naturale, tratta di risalita a nord, raddoppio dei binari in superficie a nord e sud), ad Agosto 2024 l’Appaltare ha consegnato a Italferr il progetto esecutivo delle opere di parte B, ad oggi in corso di approvazione. Dalle informazioni acquisite nel corso dei constanti incontri nell’ambito del Tavolo Enti, RFI ha ribadito che il tracciato della circonvallazione ferroviaria e la realizzazione della opere di parte B della stessa nella parte nord sono compatibili con i futuri interventi di bonifica delle aree SIN, che potranno avvenire secondo le normative vigenti.
5. DISINQUINAMENTO SIN. Le procedure di analisi e di bonifica che saranno individuate, potranno consentire una attenta valutazione delle destinazioni future di queste aree, tenendo conto che le strategie messe in atto in passato – che auspicavano la bonifica, indicando tramite lo strumento urbanistico destinazioni ed indici edilizi che potessero compensare l’impegno di gestione ambientale delle aree – necessitano di una revisione che potrà essere condivisa tra le parti, pubbliche e private. E’ stato recentemente approvato dalla Giunta provinciale con DGP n. 1666 del 18 ottobre 2024 il protocollo di intesa finalizzato alla costituzione di un Tavolo Tecnico Permanente per il coordinamento delle procedure di bonifica del SIN Trento Nord al quale partecipano, ciascuno in ragione della specifica competenza istituzionale, il Commissariato di Governo di Trento, la Procura della Repubblica di Trento, il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, la Provincia autonoma di Trento, attraverso la propria Direzione generale e l’APPA, il Comune di Trento e ISPRA con lo scopo principale di monitorare le procedure di bonifica del SIN Trento Nord. L’istituzione del Tavolo Tecnico Permanente costituisce un modello per migliorare le performance dell’azione amministrativa e, in particolare, nel caso di specie, per agevolare il confronto e la sinergia tra le Amministrazioni competenti con l’obiettivo comune di accelerare le procedure di bonifica del SIN Trento Nord.
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Andrea Robol
Andreas Fernandez
Giovanna Flor
Francesca Fiori
Alberto Pattini
Michele Brugnara
Renato Tomasi
Federico Zappini
