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LANCIO D'AGENZIA TN-AA

PAT – ISPAT * CENSIMENTO: « LA POPOLAZIONE IN TRENTINO A 540.958 RESIDENTI, AUMENTATA DEL 3,1% RISPETTO AL 2011 »

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14.31 - venerdì 29 settembre 2023

Il Censimento permanente della popolazione in Trentino. Anno 2021. La popolazione legale in Trentino, definita sulla base del Censimento, al 31 dicembre 2021 ammonta a 540.958 residenti, in calo dello 0,2% rispetto alla popolazione residente del 2020 (-1.208 individui) e in aumento del 3,1% rispetto al 2011.

Il decremento rispetto al 2020 si deve alla dinamica naturale (-1.207 unità) e alla correzione censuaria, entrambe negative (-1.500 unità), non compensate interamente dal saldo migratorio positivo (+1.499 unità).

Il tasso di mortalità è diminuito passando dal 12,0 per mille del 2020 al 10,0 per mille del 2021, con picchi del 29,5 e del 24,5 per mille rispettivamente nei comuni di Pieve Tesino e Nomi, sedi di case di riposo.

Gli stranieri censiti sono 45.797 (-3.468 rispetto al 2020), e rappresentano 8,5 cittadini ogni 100 censiti. Provengono da 146 Paesi diversi, prevalentemente da Romania (22,3%), Albania (11,4%) e Marocco (7,9%).

Le donne sono il 50,8% della popolazione residente, superando gli uomini di 8.278 unità, prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.

L’età media si è innalzata rispetto al 2020 (da 45,0 a 45,3 anni). La Comunità Rotaliana – Königsberg è la più giovane (43,7 anni) mentre la Magnifica Comunità degli Altopiani cimbri è quella più anziana (48,4 anni).

Gli analfabeti e alfabeti senza titolo di studio rappresentano il 2,9% dei residenti; il 25,4% dei residenti ha conseguito il diploma di licenza media, il 42,2% ha il diploma di scuola secondaria o di qualifica professionale, quasi il 17% possiede un titolo accademico.

Crescono gli occupati rispetto al 2011 (11mila persone in più, +4,8%), soprattutto fra le donne (+8,1%), e aumentano anche le persone in cerca di occupazione (+11,8%).

Distribuzione della popolazione residente
Sulla base dei risultati del Censimento permanente della popolazione è stata determinata la popolazione legale riferita al 31 dicembre 20211. In Trentino ammonta a 540.958 residenti e rispetto al 2011 è aumentata del 3,1%, in controtendenza con il dato nazionale che vede una diminuzione dello 0,7% (Prospetto 1).

La popolazione legale trova riferimento in una serie di norme, con risvolti sul piano economico e amministrativo nonché elettorale dei comuni. A causa delle variazioni amministrative intervenute nel corso del decennio, il numero dei comuni si è ridotto da 217 a 166. Considerando le principali classi di ampiezza demografica rispetto al 2011, il comune di Mori ha superato i 10.000 abitanti e altri 7 comuni hanno fatto registrare un cambio di classe demografica, transitando in quella di ampiezza superiore, mentre uno soltanto (Ronzo-Chienis) è transitato in quella inferiore. Nonostante le molte fusioni, rimangono ancora 58 comuni con meno di 1.000 abitanti di cui 22 con meno di 500.

Rispetto al 2020 i dati censuari evidenziano un decremento di 1.208 persone residenti nella provincia, pari ad un calo percentuale dello 0,2 (Prospetto 1). Il 41,5% dei residenti vive nei 6 comuni con popolazione residente superiore a 10.000 abitanti, che ricoprono il 6,6% del territorio provinciale, e dove si registrano alti valori di densità di popolazione, in particolare a Rovereto con 780 abitanti per km2 contro gli 87,2 della media provinciale.

 

Tra il 2020 e il 2021, 89 comuni incrementano la propria popolazione, mentre per gli altri 77, tra i quali sono compresi i 3 maggiori, la popolazione diminuisce. In valore assoluto l’incremento maggiore si verifica a Levico Terme (+131 unità), mentre le perdite più consistenti si registrano a Trento (-1.032) e Rovereto (-188); in termini relativi i comuni di Andalo (-9,7%) e Canazei (-6,8%) registrano la perdita più consistente di popolazione, mentre Cavizzana (+6,0%) il maggior incremento.

Sotto il profilo della dimensione demografica la fascia 1.001-5.000, che presenta il maggior numero di comuni divisi esattamente a metà tra quelli che acquistano e quelli che perdono popolazione, mostra un calo complessivo di 377 unità. La maggioranza dei comuni piccoli (fascia sotto i 1.000 abitanti) mostra un aumento della popolazione (Prospetto 2).

Dinamica demografica e struttura della popolazione per genere ed età

La diminuzione della popolazione residente in Trentino è frutto di un saldo naturale negativo (-1.207 unità), al quale si somma un saldo censuario negativo2 (-1.500 unità), che le migrazioni dalle altre regioni italiane e dall’estero non riescono più a compensare (+1.499 saldo migratorio totale).

La dinamica naturale conferma il trend negativo in corso. La mortalità, sebbene lievemente ridotta rispetto al 2020, anno di insorgenza della pandemia da Covid-19, resta elevata: il tasso di mortalità passa dal 12 per mille del 2020 al 10 per mille del 2021, con picchi del 29,5 e del 24,5 per mille nei comuni di Pieve Tesino e Nomi, sedi di case di riposo.

Tra il 2020 e il 2021 il tasso di natalità fa registrare un aumento (da 7,4 per mille del 2020 al 7,7 del 2021), con un numero di nati maggiore rispetto al 2020 (+142). A livello di comunità di valle, il tasso più elevato si rileva nella Comunità Rotaliana-Königsberg (9,1 nati per mille), mentre il tasso più basso si rileva nella vicina Comunità della Paganella (5,5 per mille) (Prospetto 3).

I movimenti tra comuni sono ridotti anche nel secondo anno pandemico: il tasso migratorio interno è sceso dal 3,1 per mille del 2020 al 2,3 per mille del 2021.

I movimenti migratori internazionali sono in recupero: il tasso migratorio estero aumenta rispetto al 2020 (dal 2,0 al 2,7 per mille) (Prospetto 3).

La prevalenza della componente femminile nella struttura per genere si conferma anche nel 2021. Le donne rappresentano il 50,8% del totale e superano gli uomini di 8.278 unità (Prospetto 4). La prevalenza si evidenzia particolarmente nelle età più avanzate, a causa della maggiore longevità femminile (Figura 1).

 

La popolazione trentina presenta, nel 2021, una struttura leggermene più giovane rispetto alla media del Paese, come emerge dal profilo delle piramidi delle età sovrapposte (Figura 1).

L’età media, 45,3 anni, risulta in aumento rispetto al 2020 (45 anni), ed è più bassa rispetto ai 46,2 anni della media nazionale (Prospetto 5). Aumenta l’indice di vecchiaia3, che passa da 161,8 del 2020 a 166,9 del 2021 e risulta lievemente in aumento l’indice di dipendenza degli anziani: da 35,3 del 2020 a 36,1 del 2021.

L’età media più elevata si registra nella Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri, con un valore di 48,4 anni. La Comunità Rotaliana – Königsberg (43,7 anni), la Comunità Alta Valsugana e Bersntol (44,4 anni) e il Comun General de Fascia (44,7 anni) risultano le aree mediamente più giovani del Trentino. I comuni con età media più bassa sono Vignola-Falesina, Calliano e Besenello, che non superano i 42 anni, mentre quelli con età media più alta sono Cinte Tesino, Palù del Fersina e Castello Tesino con oltre 51,5 anni. I comuni di Vignola – Falesina e di Palù del Fersina, sebbene siano piuttosto vicini e con analoga popolazione (181 e 167 residenti rispettivamente), presentano indici di vecchiaia molto distanti: rispettivamente il più basso con 71,9 anziani oltre i 65 anni di età ogni 100 giovani tra 0 e 14 anni e il più alto con 555,6.

Popolazione straniera residente

La popolazione straniera in provincia di Trento al 2021 ammonta a 45.797 unità, lo 0,9% della popolazione straniera residente in Italia. Le tre comunità di valle più popolose comprendono il 57,2% degli stranieri: il 29,8% degli stranieri risiede nel Territorio Val d’Adige, il 17,2% in Vallagarina e il 10,2% nell’Alto Garda e Ledro. La percentuale sulla popolazione residente totale è esattamente in linea con il dato nazionale (8,5%), la comunità di valle con la maggior percentuale di stranieri è la Comunità Rotaliana – Königsberg in cui i cittadini stranieri sono l’11,4% dei residenti totali, mentre quella in cui vi sono meno stranieri risulta la Comunità di Primiero, dove i cittadini stranieri sono solamente il 3,4% dei residenti. I comuni con la maggior quota di stranieri rispetto al totale dei residenti sono Malé e Roverè della Luna rispettivamente 14,7% e 14,2%, mentre Fierozzo e Vignola-Falesina non ospitano alcun cittadino straniero (Prospetto 6).

 

La più giovane distribuzione per età della popolazione straniera rispetto a quella italiana si evidenzia nei bassi valori degli indici di dipendenza strutturale (31,7 contro 60,8 degli italiani) e di vecchiaia (31,1 contro 184,2 degli italiani). In Trentino, la percentuale di donne tra gli stranieri è più alta rispetto a quella tra i cittadini italiani, mentre il dato complessivo per l’Italia mostra una maggiore percentuale di donne tra gli italiani rispetto agli stranieri.

In Trentino oltre il 60,2% dei cittadini stranieri proviene dall’Europa, il 18,0% dall’Africa, il 15,6% dall’Asia, e il 6,1% dall’America. Sono residuali le presenze dall’Oceania e gli apolidi. I cittadini stranieri provengono da 146 Paesi del mondo, particolarmente da Romania (22,3%), Albania (11,4%), Marocco (7,9%) e Pakistan (7,0%) (Figura 2).

Livello di istruzione

Nel 2021 gli analfabeti e alfabeti senza titolo di studio rappresentano il 2,9% dei residenti (4,1% in Italia); il 12,9% possiede la licenza elementare, il 25,4% ha conseguito il diploma di licenza media, il 42,2% ha il diploma di scuola secondaria o di qualifica professionale e quasi il 16,8% possiede un titolo accademico.

Complessivamente l’incidenza del livello di istruzione più basso (da analfabeti a licenza media) è inferiore al valore nazionale e rappresenta il 41,1% della popolazione residente, mentre per i livelli di istruzione superiore le percentuali sono più alte rispetto a quelle nazionali (Prospetto 7).

 

La Figura 3 evidenzia il percorso evolutivo dell’istruzione delle donne: la componente femminile trentina prevale fra le persone con titolo universitario (55,6% dei laureati o con titolo superiore), in particolare per le donne di età compresa tra i 25 e i 49 anni, ma anche tra quelle prive di un titolo di studio (50,6%) e tra quelle in possesso della sola licenza elementare (57,1%), più numerosa nella classe d’età 65 anni e oltre.

La quota più significativa di stranieri, quasi 39 su 100, è in possesso della licenza superiore, il 29,7% ha la licenza media mentre il 6,7% degli stranieri non possiede alcun titolo di studio, contro il 2,5% degli italiani (Figura 4).

La condizione professionale

Al 31 dicembre 2021, le forze di lavoro sono 260.568, quasi 13mila in più rispetto al 2011 (+5,2%). L’incremento delle persone attive sul mercato del lavoro è dovuto sia alla crescita degli occupati (11mila persone in più, +4,8%); soprattutto fra le donne (+8,1%), sia alla crescita delle persone in cerca di occupazione (+11,8%), in particolare per la componente maschile (oltre 1.000 unità in più, pari a +21,2%).

La quota più importante delle non forze di lavoro è formata dai circa 114mila percettori di pensioni da lavoro o di redditi da capitale. Risultano 31.869 le persone dedite alla cura della casa, tra le quali sono più che raddoppiati gli uomini (+150,6%) a fronte di una diminuzione delle casalinghe (-12,3%) e risultano 38mila gli studenti e studentesse, aumentati rispettivamente del 12,2% e del 13,7% (Prospetto 8).

Gli indicatori relativi al mercato del lavoro per il Trentino presentano valori più alti rispetto a quelli nazionali. Nel 2021 il tasso di occupazione è del 52,8%, quasi 7 punti percentuali sopra il valore medio italiano, come risulta più elevata la percentuale di occupate donne (46,5% contro 37,9% dell’Italia) e degli occupati stranieri (56,8% contro il 53,5% dell’Italia). Risulta, invece, più basso rispetto alla media nazionale il tasso di disoccupazione maschile, mentre quello femminile è invariato, per la componente straniera. Nonostante una situazione piuttosto favorevole all’occupazione femminile, in Trentino permane uno squilibrio di genere, seppure con valori più contenuti rispetto alla media nazionale. Nel 2021, il gap di genere del tasso di attività è di circa 13 punti, così come la distanza tra il tasso di occupazione delle donne (46,5%) e quello degli uomini (59,4%). Il tasso di disoccupazione delle donne (6,3%) è di 1,6 punti più alto di quello degli uomini (4,7%). Il divario di genere si amplia ulteriormente se si considerano i tassi della sola componente straniera: più di 25 punti nel tasso di occupazione (uomini 70,4%, donne 44,9%), quasi 6 punti nel tasso di disoccupazione (uomini 11,4%, donne 17,3%) (Prospetto 9).

 

 

 

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