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SETTIMANALE “OGGI“ * IN EDICOLA IL 6 GENNAIO: « AL BANO / BRUNO BARBIERI / IL FRATELLO DI CALISSANO / L’EX PRESIDENTE E AD DI COSTA CROCIERE »

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16.08 - mercoledì 5 gennaio 2022

AL BANO A «OGGI»: «HO IL COVID MA STO DA DIO»
«Mi sento bene, se non sapessi di essere positivo non ci crederei. Avendo fatto tre dosi di vaccino posso dire che il virus non lo vedo e non lo sento», dice Al Bano in un’ampia intervista al settimanale OGGI in edicola da domani. E racconta: «Avrei dovuto essere al fianco di Federica Panicucci, per l’evento di Canale 5 a Capodanno, e ho fatto il tampone. L’anno scorso ne avrò fatto centinaia e sono sempre risultato negativo: quando mi hanno detto che ero positivo non riuscivo a credere alle mie orecchie». Il cantante ha poi scoperto l’origine del contagio: «Erano 20 anni che non passavo il Natale con Cristel e l’ho raggiunta in Croazia dove c’era anche Romina junior. Ci tenevano molto. Da quando ho perso Ylenia onestamente non sento più il Natale come lo sentivo anni fa. Faccio in modo che sia Natale ogni giorno. Ho fatto il nonno per qualche giorno ed è stato bellissimo. Solo che mia figlia il 24 ha invitato alcune amiche ed è venuto fuori che una di loro era positiva. Io e Romina junior ce lo siamo beccato, per fortuna Cristel e i bimbi sono negativi». Il morale di Al Bano rimane comunque alto, ma confessa che gli pesa il dover stare lontano da chi ama: «In casa, qui a Cellino, ci sono mia figlia Jasmine, mio figlio Bido e Loredana. Stiamo lontani a causa del virus e non sa quanto mi dispiaccia». E sottolinea l’amore per Loredana: «Ritorno di fiamma? Perché il fuoco si era spento? Grazie a Dio il fuoco sta bene e funziona a meraviglia». Infine tuona contro i no vax: «Se la tua verità porta morte o malattia, o prendi coscienza oppure dobbiamo fartela prendere. Mi auguro che non succeda come a tanti è già capitato: vanno a farsi curare e poi fanno il mea culpa. È tardi! Bisogna capirlo prima. Il vaccino non è contro l’uomo, è la salvezza dell’umanità, da sempre».

BRUNO BARBIERI A «OGGI»: «VORREI FARE UN CINEPANETTONE CON CANNAVACCIUOLO»
Bruno Barbieri compie 60 anni e a OGGI si racconta in un’intervista in edicola da domani. Oggi è il re di «MasterChef» ma ricorda quando a 17 anni era sulle navi da crociera: «Lavoravo 19 ore al giorno, le colazioni del mattino erano alle 5, 800 omelette tutte le mattine, le facevo a occhio, guardavo sei padellini insieme. Preparavo 30 uova per la Bernese a mano, se si fossero smontate ti buttavano in mare». Parla della nonna eccezionale che ha avuto e dei colleghi giudici dice: «Ho sempre pensato che il trio Cannavacciuolo, Barbieri, Locatelli sia quello che ha funzionato di più. È chiaro che Antonino è il giudice con cui ho più feeling, siamo due uomini del sud, io sono in realtà il meridionale del nord. Locatelli poi… c’era bisogno di un paciere e infatti noi lo chiamiamo “l’avvocato”, perché io e Antonino siamo una fiction tutti i giorni. Quello che mi sono sempre domandato è perché noi non abbiamo un ristorante insieme, perché non abbiamo fatto un film insieme, magari un cinepanettone». E dei 60 anni in arrivo dice scherzoso: «Sono un vero Peter Pan. A 60 anni vivo esattamente come quando ne avevo 30. Certo ti diventano i capelli bianchi, ma non sono mai invecchiato».

IL FRATELLO DI CALISSANO A «OGGI»: «PAOLO NON SI È UCCISO, NE SONO SICURO»
«Mio fratello non si è ucciso, ne sono sicuro. Stava male ma è un gesto che non avrebbe mai fatto». Roberto Calissano, fratello di Paolo, l’attore di tante fiction di successo, parla in esclusiva con OGGI della sua improvvisa scomparsa. Il 30 dicembre scorso, infatti, Paolo è stato trovato senza vita nel suo appartamento in zona Balduina, a Roma, dalla sua ex fidanzata, Fabiola Palese. «Sono convinto che abbia fatto pasticci con gli psicofarmaci. Era molto depresso ma aveva dei progetti. Ha lottato tanto per rialzarsi, non doveva finire così», si rammarica Roberto. La vigilia di Natale ha provato a chiamarlo ma senza riuscire a parlarci. Come tutte le persone sofferenti pativa molto le feste e credo volesse stordirsi per attendere che finissero. Nostro zio lo aveva invitato a pranzo a Natale ma lui aveva declinato», racconta a OGGI, Calissano.
«Mio fratello era un sognatore e un creativo. Da quando aveva capito che non lo volevano più come attore si era messo a lavorare come autore e sceneggiatore e ha scritto soggetti e copioni davvero molto belli. Era caduto in questo periodo nero dopo l’indifferenza mostrata dai produttori verso il suo lavoro da autore: era molto turbato dal non riuscire a riprendere in mano la situazione professionale». Infine Roberto ragiona sulle circostanze della morte di Paolo: «Non so se fosse seguito da un medico ma in casa c’erano troppi medicinali. La Procura indaga per omicidio colposo. Vorrei fosse chiarito chi glieli ha prescritti e chi glieli ha venduti».

DIECI ANNI DOPO, L’EX PRESIDENTE E AD DI COSTA CROCIERE PARLA A «OGGI» DEL NAUFRAGIO DEL GIGLIO: «SCHETTINO FU TRADITO DALLA SUA SICUREZZA»
«Ricordo quei momenti drammatici che, alla notizia delle tante vite umane perse, si fecero terrificanti», dice al settimanale OGGI in edicola da domani, Pier Luigi Foschi, che all’epoca del naufragio della Costa Concordia, che il 13 gennaio 2012 costò la vita a 32 persone, era presidente e amministratore delegato di Costa Crociere. Foschi difende l’operato dell’equipaggio («Non è vero che non rispose secondo le attese») e del comandante Francesco Schettino dice: «Di lui conoscevo la reputazione di comandante competente, preparato, capace. Forse è stata proprio l’eccessiva confidenza nelle proprie capacità a tradirlo». Dopo il naufragio del Giglio, spiega Foschi, Costa Concordia prese delle iniziative per impedire che tragedie simili potessero ripetersi: «Era nostro dovere trarre il massimo della lezione da quanto accaduto. Ora abbiamo un sistema di controllo che permette di essere informati in tempo reale di eventuali deviazioni delle navi dalle rotte stabilite. Un modo per evitare che le decisioni di singoli comandanti possano essere prese senza che Costa lo sappia: ogni deviazione dalle rotte invia segnali automatici, il che permette di valutarne ragioni e rischi».

 

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