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ITALIA 1 – “ LE IENE “ * 11/5: « IL SERVIZIO DI FILIPPO ROMA E MARCO OCCHIPINTI SULL’INCOMPATIBILITÀ LAVORATIVA CHE AVREBBE RIGUARDATO L’ALLORA SENATORE SILERI » (LINK VIDEO)

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19.37 - martedì 11 maggio 2021

Il servizio di Filippo Roma e Marco Occhipinti sull’incompatibilità lavorativa che avrebbe riguardato l’allora Senatore Pierpaolo Sileri, oggi Sottosegretario alla Salute, sarebbe dovuto andare in onda nella puntata scorsa de “Le Iene”. Ma non è stato così: sono arrivate alla redazione ben due diffide da parte del senatore pentastellato, la prima, giunta a pochi minuti dall’inizio della trasmissione.

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Sileri annuncia che denuncerà il programma ma stasera, martedì 11 maggio, il servizio verrà regolarmente trasmesso, in prima serata, su Italia 1. Al suo interno testimonianze esclusive, audio inediti, interviste e documenti che smentirebbero le dichiarazioni di Sileri in merito alla sua posizione da medico dipendente pubblico e l’attività professionale che avrebbe svolto in una struttura privata convenzionata con la Regione Lazio. Rispetto a tale attività Sileri sostiene ai microfoni delle Iene che si sarebbe trattato solo di “insegnamento della scuola di specializzazione di Tor Vergata”, per via di una convenzione didattica tra l’università e una clinica accreditata.

A contraddire le spiegazioni del Sottosegretario Sileri stasera si ascolterà un audio esclusivo, un cosiddetto redazionale a carattere promozionale trasmesso su Radio Sei, una radio romana che pubblicizzava Nuova Villa Claudia, una clinica privata convenzionata, dove lo stesso Senatore ammetteva di essere disponibile per visite e appuntamenti. “Lei è lì perciò per un appuntamento, per un controllo”, gli chiede il giornalista Guido De Angelis. “Sì, sì, io sono qui, certo, sì”, risponde Sileri, confermando la sua presenza all’interno della struttura. “Allora, Nuova Villa Claudia si trova in via Flaminia Nuova 280, prosegue De Angelis.

“Per un appuntamento anche con il professor Pierpaolo Sileri io do il telefono 06…”. Si sentirà, inoltre, un’altro audio esclusivo in cui la segreteria della clinica indica i prezzi praticati da Sileri quando svolgeva la sua attività professionale in quella struttura (“200 euro la prima visita e 150 euro la visita di controllo”, ndr.). Anche il proprietario della struttura, Gianluigi Rizzo, conferma a Filippo Roma di che natura fossero le attività professionali dell’allora senatore Sileri, informazione già precedentemente inviata in forma scritta alla Asl: “Il professor Pierpaolo Sileri ha svolto presso questa casa di cura Nuova Villa Claudia la propria attività professionale consistente in prestazioni di chirurgia generale, l’attività è stata effettuata in regime di prestazione occasionale”. Le suddette testimonianze e i documenti inediti smentirebbero quindi quanto dichiarato da Sileri ai microfoni de Le Iene. “Si trattava di insegnamento e tutoraggio.

L’unica cosa che io ho fatto lì è stata la parte di endoscopia e di chirurgia endoscopica per un totale, se non ricordo male, di 54 procedure fra insegnamento, tutoraggio e quant’altro e a questo ci fu anche un’interrogazione che fu fatta alla Regione Lazio alla quale ha risposto l’assessore D’amato e, diciamo, ha stabilito perfettamente che non vi era nessun conflitto”, aggiungendo anche “di aver lasciato, e quello era insegnamento della scuola di specializzazione”. Gli stessi argomenti con cui l’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’amato aveva escluso l’incompatibilità, rispondendo a un’interrogazione del consigliere regionale Antonello Aurigemma, che intervistato da Filippo Roma ha sostenuto che quelle di Sileri a Villa Claudia sarebbero state prestazioni professionali a pagamento.

Martedì scorso, il Sottosegretario si dichiarava persona offesa all’agenzia di stampa Adnkronos: “C’è un’indagine aperta in Procura che mi vede persona offesa. Non posso aggiungere altro”. Ironizzava su Filippo Roma, dicendo: “Ha scoperto una cosa che forse solo lui non sapeva. Che nella vita faccio il medico e il professore universitario”, e concludeva: “bisogna avere fiducia nella Magistratura”. Ma battute a parte, fino al 2018 l’attuale sottosegretario alla Salute era un medico dipendente di un ospedale pubblico, il Policlinico Tor Vergata. Eletto Senatore per il Movimento 5Stelle, in aspettativa, risulta che lavorasse anche per una clinica privata convenzionata. Ha così violato l’incompatibilità prevista dalla legge?

Risponde al quesito l’intervista al giudice Pasquale Landi, ex Consigliere di Stato, che alla domanda dell’inviato: “Un medico dipendente di un ospedale pubblico collocato in regime di extramoenia può svolgere attività professionale presso una clinica privata convenzionata con la regione?”, risponde: “No, assolutamente no. Nel momento in cui la struttura è convenzionata l’attività extramoenia non può essere svolta” “Ok. E se in quel momento si trova in aspettativa perché eletto parlamentare?”, gli chiede l’inviato. “Nel momento in cui la struttura è convenzionata l’incompatibilità deriva non solo dal suo status originale di medico dipendente di una struttura pubblica ma l’incompatibilità viene confermata anche dalla legislazione che impedisce di sommare l’indennità a quella propria del Senatore e del Deputato, derivante da enti che sono convenzionati con lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni. L’aspettativa è fatta per consentire al parlamentare di dedicarsi alla sua attività di soggetto che ha un mandato politico parlamentare, non per fargli fare delle cose che altrimenti non potrebbe fare.”, conclude Landi.

Il filmato ripercorrerà anche la vicenda sul presunto conflitto d’interessi, oggetto della prima inchiesta che la trasmissione ha mandato in onda un anno fa, che si basava sulla domanda: può esistere un possibile conflitto di interessi quando la moglie del viceministro della salute lavora per una ditta che vende prodotti agli ospedali pubblici?
Qualche giorno fa Sileri aveva pubblicamente chiamato in causa Le Iene, dicendo: “Io sono mesi che ho chiesto di rispondere alle interrogazioni sulla faccenda di mia moglie alle Iene dello scorso anno, perché io ci tengo a spiegare quello che è successo e a dare risposte, non riesco a rispondere per dare chiarezza su mia moglie, non è una cosa normale”. La trasmissione sarebbe stata ben lieta di dare parola e spazio alle sue puntualizzazioni, di rispondere alle interrogazioni parlamentari e alle domande poste nel servizio, ma anziché farlo, il senatore ha preferito diffidare il servizio per evitare che andasse in onda. Un suo chiarimento sarebbe servito per capire come stiano esattamente le cose.

A Filippo Roma, che lo incontrò per capire meglio la vicenda, Sileri diede una prima versione: “Mia moglie non fa la rappresentante, è un’amministrativa. Diciamo, è proprio l’ultima della catena di quella ditta, proprio, cioè potere decisionale zero”. Ma quello che interessa è capire se abitualmente ha a che fare con la vendita di prodotti medicali agli ospedali pubblici, come risulta dalle carte di un appalto di mascherine per la ventilazione al Policlinico Umberto Primo di Roma. Successivamente Sileri fornì una seconda versione, in cui diceva di non sapere nulla del ruolo della moglie nella vendita di mascherine, precisando che: “Mi state a dì una cosa di cui io conosco zero”. Però il giorno dopo l’allora viceministro ne diede ancora un’altra: “Da 12 anni, in quella ditta, faceva la segretaria”. E quando l’inviato gli fece notare che sulle carte c’era scritto altro, Sileri disse che quanto scritto nelle carte ufficiali dell’appalto, circa il ruolo di sua moglie, era sbagliato.

A contraddirlo ci furono le dichiarazioni del datore di lavoro di sua moglie, Aldo Segante, e di alcuni addetti delle farmacie di ospedali pubblici che riconobbero la signora Nurry in tutt’altra veste da quella raccontata dal viceministro. Oggi, a un anno di distanza, cioè a partire da quando rilasciò all’inviato le prime dichiarazioni, Segante racconta di aver ricevuto continui controlli presso la sua azienda e varie multe per circa 8000 euro, di aver quindi pagato a caro prezzo le sue affermazioni, pur confermandole, e di temere ancora per altre eventuali ripercussioni. Per dimostrare che non ha nulla da nascondere, oggi, in assoluta trasparenza apre le porte della sua ditta e permette all’inviato di raccogliere le testimonianze dei dipendenti. Quelli che lavorano in amministrazione dicono che la signora Nurry “non è un’amminastriva”. Gli addetti alle vendite spiegano che la moglie di Sileri fa il loro stesso lavoro, la venditrice: propone e descrive le caratteristiche del prodotto a medici, caposala, infermieri e farmacisti. E aggiungono di guadagnare anche in base alle commesse ospedaliere ottenute. Allo stipendio fisso si somma premi di produzione legati agli obiettivi di vendita prefissati.

Si deve dare conto che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a giugno 2020 escluse il conflitto di interessi di Sileri nel caso di un appalto al Policlinico Umberto I, perché era stato aggiudicato prima della sua nomina come viceministro. Ma ponendosi il problema più in generale dell’attività di Governo del viceministro, oggi sottosegretario, ha anche escluso che il reddito della moglie potesse dipendere direttamente, in tutto o in parte, da commesse ottenute nel settore delle forniture ospedaliere. Conclusione che sembra contrastare con quanto dichiarato finora da vari testimoni: i suoi colleghi e il suo datore di lavoro.

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