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SMI * CARENZA MEDICI: PAOLI « SU 65 CESSAZIONI 37 SONO DOVUTE A STRESS PSICOFISICO OLTRE I 65 ANNI, 13 PER DIMISSIONI VOLONTARIE E 10 ANTICIPATE »

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16.27 - martedì 18 luglio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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I medici di Medicina generale trentini sono il punto di riferimento principale del cittadino per l’assistenza sanitaria sul nostro territorio orograficamente difficile, se si pensa che 126 dei 166 Comuni trentini sono siti nelle aree interne. Prestiamo le cure primarie; anche a 35-40 gradi di caldo visitiamo a domicilio; lavoriamo in ambulatori comunali non riscaldati; programmiamo le attività di prevenzione secondaria; indirizziamo i pazienti verso le strutture del Ssn per le prestazioni specialistiche (un milione quest’anno) e di diagnostica strumentale che facciamo nei nostri studi gratis per gli ammalati.

Anche mediante la Telemedicina nelle “Case di comunità”. Dal 2005, quando i medici, che raggiungevano in Italia i 1500 pazienti, erano il 15.9%, si è passati ad una media del 34% nel 2018, per arrivare oggi, in Trentino, Alto Adige, Lombardia e Veneto a più del 65%.

Ma non siamo d’accordo sulla disamina del Consigliere Pat, Paolo Zanella.Gli scenari legati ai pensionamenti del nostro settore, avevano già evidenziato la curva pensionistica che si sarebbe creata fisiologicamente, qui come altrove, in questi ultimi anni. Da un medico di famiglia trentino andato in pensione per raggiunto termine di 70 anni nel 2018, siamo passati, ai 7 nel 2019; 11 nel 2020; 23 nel 2021; 22 nel 2022; 24 nell’attuale anno; 29 il prossimo anno; 19 nel 2025; 28 addirittura nel 2026, senza che si possa incolpare per questo né la Giunta e l’Assessorato attuale, né chi verrà dopo di loro. In piena pandemia sono andati altresì in pensione anche i medici al compimento del 62° anno di età: negli anni dal 2020 all’anno 2022 rispettivamente 25,17,16.

Altrettanti sono andati non per colpa del Governo, ma per le minacce ricevute dai cittadini maleducati (per non scrivere di peggio). Basti pensare che su 65 cessazioni 37 sono dovute a stress psico fisico oltre i 65 anni, 13 per dimissioni volontarie e 10 per dimissioni anticipate. Solo tre i decessi.

A questa situazione la PAt attuale ha messo riparo economicamente, aumentando il numero delle borse di studio per i “formandi” delle Scuole di Formazione specifica in medicina generale, che da 20 sono passati a30-35. Che si diplomeranno a Trento, ma provenendo in molti da fuori Provincia di Trento, rientreranno nel suolo natio sguarnito al pari nostro. Il numero di medici di base trentini attualmente contrattualizzato dalla precedente Giunta Dellai, è di 354 che possono tranquillamente essere ridotti fino 320-302 ,con le norme attuali vigenti.

L’accordo nazionale di categoria ha previsto infatti che i medici possano raggiungere il 30% di più di assistiti oltre i 1500, purché lavorino nei gruppi, integrati da personale infermieristico/di studio (attualmente 150 dipendenti di studio e 80 infermieri).Se non potessero aumentare la quota capitaria, legata al numero di assistiti, tali medici si ridurrebbero a retribuire un dipendente di studio privandosi della propria busta paga.Su questo ci stiamo lavorando.

Molti di loro, comunque, sono supportati per il personale e i servizi, dalle proprie cooperative di medici di medicina generale della Provincia di Trento.Cooperative, incardinate come associazioni mediche, nel loro contratto nazionale e provinciale.

Sulla base di queste direttive interregionali, e dell’accordo firmato anche dal sottoscritto a Roma nel 2020,e dai molteplici di questa Azienda in Trentino negli ultimi tre anni, a costoro si aggiungono i giovani medici che, con contratti a tempo indeterminato, senza passare da Concorsi, collegàti alle disposizioni per favorire il ricambio generazionale dei medici di famiglia si inseriranno prossimamente, al pari delle guardie mediche.Questi, i formandi e i giovani, saranno impegnati 24 ore alla settimana nelle Case di Comunità, all’interno delle equipe multi-professionali di cui ha fatto menzione nelle settimane scorse l’Assessore Segnana.

Arrivando, nel 2031, a non aversi più pensionati medici di famiglia in Trentino.Non è neppure la leva economica quella che attrae medici da fuori Provincia, come farebbe intendere il Consigliere, tenuto presente che per primi, dal 2021, le attuali modifiche del contratto di categoria hanno previsto supporti economici importanti nelle valli per i giovani che vengono da fuori. Piuttosto la disponibilità aziendale di mettere i loro ambulatori gratuitamente a disposizione nostra, al pari della Provincia se richiesto dai Comuni, è migliore di tanti Skipass. Tutto ciò, in attesa della programmazione di fine legislatura.

Nelle altre Regioni accordi e aiuti arrancano.Basti pensare che nel solo Comune di Verona mancano più di 108 medici di base.Altrettanti nella P.A. Bolzano pur ricevendo stipendi trippli rispetto ai nostri professionisti dal 1978.

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Dottor Nicola Paoli

Segretario Smi Trentino

APSS TRENTINO * SANITÀ: SEGNANA, « IL TRENTINO ATTRATTIVO PER I PROFESSIONISTI SANITARI, BASTA DENIGRARE IL NOSTRO SISTEMA »

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