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LORENZO RIZZOLI * POVERTÀ: « LA FASCIA SI ALLARGA, POLITICA E CETO BANCARIO INTERVENGANO »

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10.37 - venerdì 28 luglio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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L’articolo apparso sulla stampa di ieri desta molte preoccupazioni: 150.000 trentini dichiarano un reddito sotto i 15.000 euro lordi l’anno, il 37% del totale. Occorre precisare che trattasi di redditi dichiarabili in dichiarazione dei redditi e, magari, redditi non dichiarabili non vengono esposti, ma si tratta di dati che fanno pensare.

La domanda viene spontanea: ma con questa crisi inflattiva che ha sconvolto la vita di tutti (incremento esponenziale delle bollette, costo degli alimenti incrementato a dismisura, tassi dei mutui cresciuti in modo esponenziale rispetto all’ultimo decennio, incremento degli affitti e delle spese condominiali, ecc.), come si fa a vivere con neanche 15.000 euro lordi di reddito annuo? Come fa una persona a guadagnare 15.000 lordi all’anno e riuscire a sostenere in tranquillità le spese della vita quotidiana? Con un reddito fino a 15.000 lordi annui il lavoratore dipendente ha diritto al trattamento integrativo di 1.200 annui, ma se il reddito supera i 15.000 tale trattamento integrativo “sparisce”, a meno che non soddisfi determinate situazioni. Quindi, un lavoratore dipendente che guadagna 15.000 lordi all’anno ha diritto al trattamento integrativo di 1.200 annui, mentre un dipendente che guadagna 15.500 lordi all’anno, se non rientra nelle situazioni previste dal trattamento integrativo, non riceve alcunché. E’ corretto?

La politica deve intervenire in fretta. Si parla tanto di “diritto alla casa”, di “diritto ai beni primari”, ma con questo innalzamento del costo della vita, se gli stipendi non incrementano nella stessa misura, occorre pensare ad interventi effettuati dalla politica con sussidi e integrazioni salariali ad hoc!

Relativamente al ceto bancario, invece, credo che gli interessi sui mutui siano tornati a livelli normali; certo, sono incrementati di molto rispetto all’ultimo decennio, ma occorre ricordare che abbiamo vissuto un decennio anomalo con tassi bassissimi! Proprio per questo un ceto bancario territoriale che vuole essere vicino alla comunità potrebbe intervenire, creando misure di aiuto ad hoc, agevolando le imprese (anch’esse in difficoltà) con linee di credito veloci (assistiamo spesso a finanziamenti erogati dopo oltre 2/3 mesi dalla richiesta); certo, la normativa bancaria è complessa, molto complessa, dipendendo molto dalla normativa nazione ed europea. E allora anche qui subentra la necessità di un serio intervento politico, non solo nazionale, ma anche europeo, stante il fatto che la vigilanza sulle casse trentine è a Francoforte.

Il mio auspicio a volte sembra utopia: la politica deve essere competenza e attenzione al territorio. Troppo spesso viviamo la “politica ad personam” e questo è il male della politica, il cancro della politica; questo ha come conseguenza la disaffezione alla politica e ad un allontanamento da un qualcosa che, invece, se vissuto nel modo giusto, è un qualcosa di bello e appassionante!

 

*
Lorenzo Rizzoli

Trento

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