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LORENZO RIZZOLI * INCHIESTA GABANELLI (CORRIERE.IT): « AUTONOMIA DIFFERENZIATA, IL RISCHIO DEL DDL CALDEROLI È CHE NAUFRAGHI, CON RISULTATI POCO CONVENIENTI PER I CITTADINI »

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09.46 - martedì 28 marzo 2023

Egregio direttore Franceschi,

 

vorrei esprimere la mia opinione in merito all’inchiesta svolta dalla giornalista Gabanelli, partendo da alcuni flash pubblicati dall’ex governatore Lorenzo Dellai.
Dellai evidenzia “la cosa importante è che siamo coscienti della natura peculiare della nostra Autonomia”; sacrosanto! Questo è il grande problema che abbiamo. Non siamo ben coscienti della peculiarità della nostra autonomia. Un’autonomia concessa dalla Costituzione italiana, e, finora, ben gestita. Non va utilizzata come slogan elettorale, ma va gestita nel miglior modo possibile.

Gli slogan elettorali devono essere i fatti, i risultati che la nostra Provincia Autonoma di Trento raggiunge negli anni. Infatti, “nel gestirla riusciamo a guadagnarci la fiducia dei nostri cittadini e la stima della pubblica opinione italiana”. Se gestita male, insorgono inchieste, invidie, polemiche da parte delle regioni a statuto ordinario evidenziando proprio quello che emerge dalla video inchiesta della giornalista Gabanelli. “Gestire bene il nostro patrimonio culturale, sociale e ambientale” è l’unico slogan che evidenzia l’efficienza di un governo di una provincia autonoma.

Proprio perché la Regione Trentino Alto Adige è una regione a statuto speciale, le provincie autonome di Trento e Bolzano devono assolutamente dialogare, essere in continua sinergia, andare “a braccetto” a Roma. La peculiarità delle provincie autonome di Trento e Bolzano esistono in quanto facenti parte della regione a statuto speciale Trentino Alto Adige.

Venendo al contenuto del D.D.L. Calderoli in merito all’introduzione della cosiddetta “Autonomia Differenziata”, si prevede che le risorse necessarie alla Regione richiedente per esercitare le nuove funzioni, verranno definite da una commissione paritetica Stato-Regione. La successiva intesa definirà le modalità di finanziamento delle funzioni attribuite, che avverranno attraverso compartecipazioni al gettito di uno o più tributi erariali maturati nel territorio regionale.

Le Regioni possono richiedere tante competenze (rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni; commercio con l’estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale); qualora tutte fossero trasferite alla Regione richiedente, quanti miliardi di euro servirebbero per finanziarle?

Conseguentemente, ci sarebbe una crescita del bilancio regionale ed un ridimensionamento di quello statale, per via della diversa allocazione del gettito fiscale. Una maggiore vicinanza della rappresentanza al territorio potrebbe aumentare l’efficienza istituzionale. Infatti, i cittadini potrebbero valutare da vicino l’adeguatezza dell’uso delle maggiori risorse a disposizione dell’ente, premiando o punendo i governanti con l’arma del voto. Ma se il bilancio dello Stato si ridimensiona, come farà quest’ultimo a garantire i diritti su tutto il territorio nazionale?

Il Governo dovrebbe subordinare l’attuazione dell’autonomia differenziata alla definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP). La determinazione degli stessi rappresenta una materia attribuita alla competenza esclusiva dello Stato. I LEP riguardano i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio della Repubblica. Il problema non riguarda solo la definizione dei LEP, ma anche le risorse finanziarie che servirebbero per la loro attuazione. Quanti miliardi servirebbero per finanziarli?

Lo Stato, per definire e per garantire i LEP in tutta la nazione, dovrà spendere molto. Per farlo, dovrà ridurre la spesa pubblica, oppure aumentare le tasse, oppure incrementare il debito. Qualora riuscisse a farlo, lo Stato, per attuare l’autonomia differenziata, dovrebbe diventare più piccolo, e alcune Regioni diventerebbero più grandi da un punto di vista politico ed economico-finanziario. E qualora ciò avvenisse, lo Stato avrebbe meno risorse e forza politica per continuare a garantire i LEP lungo tutto il paese. A quel punto, potrebbe sorgere la tentazione dello Stato medesimo di riappropriarsi delle funzioni trasferite, facendo naufragare la riforma.

Il rischio del DDL Calderoli sull’Autonomia Differenziata è che naufraghi, che produca risultati poco convenienti per il benessere dei cittadini o che generi numerosi conflitti costituzionali tra Stato e Regioni, o che continui a sollevare inchieste e polemiche come quelle che emergono dalla video inchiesta della giornalista Gabanelli.

 

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Lorenzo Rizzoli

Trento

 

 

 

 

DAGOSPIA.COM – CORRIERE.IT * REGIONI A STATUTO SPECIALE: « LA VIDEOINCHIESTA DI MILENA GABANELLI, ” INGIUSTIFICABILI GLI STIPENDI DEI CONSIGLIERI REGIONALI, QUELLI DEL TRENTINO ALTO ADIGE SI METTONO IN TASCA 10.500 EURO AL MESE »

 

 

LORENZO DELLAI * ARTICOLO GABANELLI (CORRIERE.IT) / AUTONOMIE: “ MANTENIAMOCI IN STRETTA SINERGIA CON BOLZANO, RIVENDICHIAMO LA NATURA STRETTAMENTE BILATERALE DEI RAPPORTI CON LO STATO »

 

 

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