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ZENI (PD) – INTERROGAZIONE * SPORT: « LA GIUNTA PAT È CONSAPEVOLE CHE LA RIFORMA NAZIONALE SVUOTA IL VOLONTARIATO SOCIALE? »

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09.43 - venerdì 21 luglio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Luca Zeni del PD interroga la Giunta in merito alla riforma nazionale dello sport ed alle sue ricadute. La nuova normativa nazionale che riforma il settore sportivo nella sua totalità, introduce una vasta gamma di nuovi e complessi profili giuridico-amministrativi e nuove figure professionali, che rischiano di incidere pesantemente soprattutto sul variegato orizzonte del volontariato, sul quale si regge anche il sistema provinciale.

Non più appassionati ed atleti “in erba” quindi, bensì “lavoratori dello sport”, mettendo così sullo stesso piano i grandi campioni ed i ragazzini che si avvicinano alle discipline sportive, in una confusione burocratica che sfocerà senza dubbio in un enorme caos amministrativo.

Una riforma insomma che ha in sé i germi della compressione del fondamentale ruolo del volontariato, come ha stigmatizzato a più riprese anche il C.O.N.I. sia locale che nazionale e che tanto ricorda il ridisegno giuridico del “terzo settore”, attraverso il quale si è pesantemente inciso, in negativo, sul volontariato sociale e culturale. A tale proposito, il Consigliere del PD Luca Zeni interroga oggi la Giunta provinciale per sapere se la stessa intende agire, almeno in sede locale e sulla scorta delle competenze autonomistiche primarie in materia, per fronteggiare le evidenti difficoltà che questa riforma introduce, anzitutto per le società sportive dilettantistiche. Inoltre Zeni chiede di sapere se la stessa Giunta è consapevole del grave rischio che sta correndo lo sport amatoriale, irreparabilmente minato da un disegno politico nazionale che punta a comprimere l’intera galassia del volontariato sociale.

 

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Interrogazione n. LA RIFORMA DELLO SPORT CHE SVUOTA IL VOLONTARIATO.

La nuova legge nazionale – che disciplina, riformandolo, il settore sportivo ed introduce due nuovi concetti, ovvero quelle del “lavoro sportivo” e del “lavoratore sportivo” – dà vita anche ad una sorta di apprendistato biennale per atleti di età ricompresa fra i 14 ed i 23 anni di età, al termine del quale ad ogni ragazzo/a dovrà essere sottoposto un contratto di “lavoratore sportivo”, nella sua qualità di atleta.

E’ evidente che si tratta di una vera e propria rivoluzione nel campo dello sport, con particolare riguardo all’ambito amatoriale; una rivoluzione che muta profili ed assetti e riconduce le attività volontaristiche ad una dimensione ben più professionale, che sta creando comunque non pochi problemi e perplessità alle varie società sportive operanti anche sul nostro territorio.

Per poter procedere comunque nella direzione indicata dalla nuova legge, mancano ancora regolamenti attuativi, nonché indicazioni dell’I.N.P.S. e dell’ I.N.A.I.L. circa le posizioni di tali “lavoratori” ed il versamento dei relativi contributi previdenziali e tutto ciò reca un danno notevolissimo al sistema sportivo, gravandolo inoltre di un peso burocratico sempre più insostenibile. Una riforma che, a ben vedere, appare quindi chiaramente incompatibile soprattutto con le società sportive dilettantistiche e la loro vita associativa, proprio per la sua complessità e farraginosità e che non trova soluzione nemmeno nell’assistenza fornita alle società medesime dal C.O.N.I. e dalla sua va-rie Federazioni, che paiono anche loro annaspare in un mare di confusioni e di incertezze.

Si tratta insomma dell’ennesima riforma tronca, che sembra puntare ad una progressiva limitazione del ruolo del volontariato, sul quale la stessa legge appare molto vaga, indicando, ma non definendo; stabilendo, ma non determinando e quindi generando confusione e dubbi che, a loro volta, intaccano la volontà e la presenza attiva di quel volontariato sul quale le società dilettantistiche si sono rette fino ad oggi.
Questo è il quadro nazionale, stigmatizzato più volte anche dai vertici federali del C.O.N.I. e sul quale la chiarezza, quando giungerà, sarà sempre e comunque tradiva.

E sul piano provinciale? Il Trentino ha competenza primaria in materia e quindi la Giunta provinciale cosa intende fare? Lasciare forse che il pantano giuridico-amministrativo venga a danneggiare anche le nostre società o piuttosto agire ed affrontare il problema, intervenendo, anche normativamente, per sostenere il dilettantismo e non esporre anche il settore sportivo a quei rischi di impoverimento e di esaurimento che già abbiamo osservato nel setto-re culturale e del volontariato sociale, con la riforma del “terzo settore”.

L’autonomia d’altronde ha un senso se agisce meglio – e con minori costi – dello Stato centrarle, secondo la sempre attuale lezione degasperiana e non se si adegua e si prostra davanti alla normativa statale, limitandosi a recepirla ed applicarla in sede locale, come più volte avvenuto, in molte materie, nella corrente Legislatura.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

– se la stessa è a conoscenza del grave disagio che sta crescendo nel mondo delle società sportive dilettantistiche in vista dell’applicazione prossima della nuova normativa nazionale di riforma del settore sportivo;

– cosa eventualmente intende fare la stessa per fronteggiare le difficoltà evidenti di tali società – ed in genere del volontariato sportivo – sulla base delle competenze autonomistiche primarie in materia;

– se la stessa è consapevole del grave rischio che sta correndo il mondo dello sport amatoriale, sempre più compresso ed obbligato da una burocrazia soffocante e limitante;

– se condivide il disegno politico nazionale in atto e mirato a regolamentare, ma soprattutto a comprimere, l’intera galassia del volontariato sociale, sportivo e culturale, riportando molte funzioni in capo allo Stato, secondo una cultura di chiara matrice centralista.

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

 

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avv. Luca Zeni

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