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ZANELLA (FUTURA) * MOZIONE PRO VITA E FAMIGLIA: « È CONTRO LA LIBERTÀ EDUCATIVA E L’IDEOLOGIA GENDER NELLE SCUOLE, DIFENDEREMO LA LIBERTÀ DI AUTODETERMINAZIONE LGBTQIA »

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18.14 - mercoledì 27 aprile 2022

“ProVita e Famiglia Onlus” con il sostegno di 5942 cittadini chiede al Consiglio provinciale e all’assessore all’istruzione Bisesti una legge sulla libertà educativa che bandisca l’ideologia gender (?) dalle scuole. Uno strano concetto di libertà, quello di questa associazione, che presenta una petizione per restringere la libertà d’insegnamento e per legittimare una discriminazione. Una petizione che va contro i diritti delle persone LGBTQIA+, presentata a venti giorni dalla Giornata internazionale contro l’omolesbobitransfobia, che il presidente del Consiglio provinciale – che dovrebbe rappresentare tutta la cittadinanza – ha purtroppo accolto con il sorriso.

Non mi stupisco, conosco da anni la propaganda ideologica di ProVita, mirata ad ostacolare l’avanzamento dei diritti e il riconoscimento delle differenze, facendo leva sul ribaltamento della realtà: si trasformano le persone LGBTQIA+ da vittime a carnefici, da persone spesso più fragili – se non altro perché “impreviste” – a potente lobby.

La libertà d’insegnamento è fortunatamente garantita dall’articolo 33 della Costituzione e non si identifica certo con la libertà di discriminare proposta da ProVita. Preoccupa, invece, che si faccia leva sull’articolo 30 della nostra Carta – quello  che riconosce il diritto e il dovere dei genitori di educare i figli – per proporre una scuola che escluda tutti quei bambini e bambine, ragazzi e ragazze con un’identità “non conforme”, perché tra quei e quelle giovani potrebbero esserci anche i figli e le figlie di quei 5942 firmatari, che di certo a casa non troveranno risposte esaustive alle loro esistenze.

Educare all’inclusione per favorire la convivenza di tutte le differenze non è di certo un’operazione d’indottrinamento (idea che rimanda al contagio…), ma una necessaria e fondamentale azione di educazione civica che fa parte dei nuclei fondanti dell’istituzione scolastica. Non si capisce perché nella nostra società una bambina con varianza di genere, un ragazzo non binary o una ragazza lesbica debbano continuare a sentirsi esclusi e non riconosciuti come tali.

Non è di certo il modello dell’identità sessuale fluida – al centro del confronto tra le donne di scienza presenti all’evento del MUSE del novembre scorso – ad essere antiscientifico, visto che è stato codificato e aggiornato negli ultimi cinquant’anni da innumerevoli studiosi/e di diverse discipline. Antiscientifica è piuttosto la fantomatica teoria gender, che mondi reazionari come ProVita hanno inventato per creare il mostro contro cui muovere battaglia. Ideologia gender, va ricordato, contro la quale si batte il patriarca di Mosca Kirill, lo stesso che sostiene la guerra giusta di Putin contro la lobby gay in Ucraina. Teoria gender nata in seno all’integralismo cattolico, inventata per contrastare l’omosessualità dal monsignore psicanalista Tony Antrella, oggi sospeso dagli incarichi pastorali perché condannato con processo canonico per abusi sessuali su alcuni pazienti che stava sottoponendo a terapie riparative dell’omosessualità.

Se mai a qualche consigliere passasse per la testa di depositare un disegno di legge per discriminare le persone LGBTQIA+, sappia che dovrà affrontare tutto l’ostruzionismo di cui sarò capace. Ne va dei diritti e delle libertà di autodeterminarsi dei e delle giovani che abitano questo territorio. Un territorio che pare qualcuno voglia riportare ai tempi delle caverne.

 

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Paolo Zanella

Consigliere Provincia autonoma Trento – Gruppo Futura

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